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sabato 11 novembre 2017

Week 44-45/2017

  • Bianca - Afterhours festa. Carmen Consoli (Bianca single, 2017) Non so perché, ma continuo a dare fiducia a Manuel Agnelli e non appena ho saputo che, a distanza di vent'anni quasi, era uscita questa nuova versione di Bianca, con il contributo della mia conterranea Carmen Consoli, mi ci sono fiondato subito. E dopo averla ascoltata, ancora non so perché continuo a dare fiducia a Manuel Agnelli. La canzone è quasi del tutto uguale alla versione originale, eppure sono riusciti a farla più bruttina. Il modo di cantare di Manuel è da dimenticare. Ho come l'impressione che quel giorno non stesse troppo bene. O che si sia preso troppo sul serio. Gli archi inseriti qua e la fanno troppo vogliamo fare qualcosa di nuovo ma non sperimentare e allora buttiamoci sul classico e inseriamo gli archi che da l'impressione di sperimentare. E vi prego di non confonderli con lo splendido violino che spuntava fuori qua e la nella prima versione. Poi, l'apporto di Carmen Consoli è quasi nullo, e comunque mi viene il dubbio che sia lo stesso Manuel a imitarla esasperando il falsetto. Hanno tolto quei meravigliosi innesti elettronici di Xavier (credo) per mantenere la canzone piatta e monotona. La cosa peggiore però non è la sensazione che la canzone sia bruttina. È la certezza che sia del tutto inutile.
  • Sevens - Dark Horses (Hail lucid state, 2014) Essendo io un fan dei Dark Horses, non solo iscritto al loro canale youTube e seguace del loro profilo Instagram ma anche presente nella loro mailing list, così retrò come concetto ma che rende l'idea di quanto gli sia affezionato, ho avuto la possibilità di ascoltare in anteprima su Sound Cloud il loro nuovo singolo XIII. Non solo la fortuna dunque di averlo ascoltato in anteprima, ma anche solo di averlo ascoltato, dato che la permanenza sulla piattaforma digitale era limitata nel tempo. Insomma, essendo un fan sfegatato, affezionato eccome a questi altissimi rocker londinesi, io l'ho ascoltata e voi no. Ah! Per cui, godetevi semplicemente questa meravigliosa Sevens dal loro secondo album e sperate, sperate che prima o poi XIII spunti fuori da qualche altra parte...
  • Avalyn 1 - Slowdive (Blue day, 1992) Incredibile, ma ci sono cose degli Slowdive che non conosco ancora. Fra queste, gemma assoluta di Blue day,  raccolta degli EP pubblicati qua e la prima, dopo e durante gli album, uscita qualche tempo fa in edizione limitata per il Record Store Day e che io, si, io posseggo in vinile!, l'eterea, violenta, dissonante, viscerale Avalyn 1. Ah, gli Slowdi... oh cazzo, su youTube è partita la splendida versione live di When the sun hits, ci vediamo dopooooo!!!!

domenica 27 aprile 2014

Week 17/14 - Una tripletta post Record Store Day

Immaginate il panico che mi prende, a metà di questa fatidica mattinata del Record Store Day, quando mi rendo conto che, fra le meraviglie che mi sono già accaparrato, non c'è nessun 7". Forse, all'inizio, lo ammetto, sono stato un pò snob, ma poi, come sempre accade quando ormai è troppo tardi, il panico! Uscire dal negozio di dischi il giorno del RSD senza nessun 7" sotto braccio vuol dire rischiare la figura del collezionistucolo di provincia, quello che non sa che una vera e pregiata collezione di vinili si fa con i 45 giri. Nel giro di pochi minuti il panico aumenta, come la polvere negli scaffali fra i quali mi aggiro ora come un fantasma demotivato, e non so proprio che fare. Poi, decido: rischio tutto. O la va, o la spacca. Allora tossisco, riprendo il controllo, finisco il mio giro fra i dischi accentuando di tanto in tanto l'aria schifata per quei titoli poco attraenti. Poi, con simulata spigliatezza da musicologo navigato, tiro fuori a sorpresa dalla pila degli orribili rimasugli quel piccolo e unico quadrato nero, quello senza nessuna scritta a parte la misteriosa side by side - ?, che tutti incuriosisce ma che nessuno prende sul serio. Lo tiro fuori, quindi, assicurandomi che tutti gli altri musicologhi navigati della città abbiano ben visto, e lo porto alla cassa, ostentando sicurezza nel porgere la tessera bancomat. Quindi pago, poi scappo via, infilandomi dritto filato nel cesso del mio rifugio, il caffè Opera. L'adrenalina per quel rischio che sto correndo unito alla fatica per lo sforzo di recitare davanti a tutti mi devasta quasi nel fisico. La mente invece è provata dalla certezza che tutta la mia credibilità nei confronti dei musicologhi navigati della mia città, così come il personaggio che dovrò interpretare pubblicamente per i prossimi dodici mesi, dipendono da cosa è registrato su questo piccolo pezzo di plastica da 7". O vivo, o muoio, non ci sono mezze misure. Quindi tiro un respiro e un pò rassegnato mi concentro sul disco.  E' chiaro che comunque non ho le mani che tremano, perchè le aspettative sono basse. Non ho il cuore in gola, non ho l'eccitazione in corpo. Sono quasi rassegnato a ritrovarmi fra le mani un side by side metal, blues, peggio!, hip hop. Non ho davvero molte aspettative. Sapevo e so ancora che il rischio che corro è davvero troppo alto. Quindi, con calma, tiro via il foglio di plastica e lo conservo in tasca, per recuperare poi gli adesivi. Infilo le dita dentro il cartone nero, con delicatezza che male che vada mi rivendo questa porcheria su eBay, e comincio a tirare via il disco, avvolto ancora nella carta bianca, quella più leggera che protegge il vinile. Forse sto già pensando ad altro. A cosa mangerò a pranzo, a cosa prenderò al bar una volta uscito dal cesso, a cosa staranno dicendo di me gli spigliati e navigati musicologhi della città. Poi è un attimo: le mani cominciano a tremare, il cuore sale in gola, l'eccitazione mi pervade il corpo. Sotto i miei occhi allibiti, arrossati, stupefatti, commossi, negli stessi psichedelici e familiari caratteri di 47 anni fa, leggo 7 and 7 is - Love (Da capo, 1967), e dall'altro lato, lo stesso titolo di canzone, ovviamente, ma il gruppo è Rush (Feedback, 2004). Quindi schizzo via dal bagno, saluto tutti senza neanche prendere un caffè, e corro a casa. Do un bacio a Francesca, preparo il disco sul piatto, prendo la mia piccola Giulietta e me la metto seduta sulle gambe, sorridendole sornione. Poi alzo il bracetto e appoggio la puntina sul mio ex - side by side misterioso. Bisogna aspettare solo un attimo, fino a quando la chiatarra di Arthur Lee non riempie tutta, ma proprio tutta la stanza. Allora chiudo gli occhi e penso agli sguardi maliziosi dei musicologhi spigliati e navigati della mia città. Lo so, lo so che è stata solo una botta di culo, lo so. Ma per quest'anno, lasciatemelo dire, lo spigliato e navigato musicologo della città, sono io.
PS: Visto che queste pagine prevedono tre canzoni, e visto che questo post ha un formato anomalo, la terza canzone che vi propongo è Goodbye butterfly - Brian Jonestown massacre dal (un pò) deludente split con i Magic Castles.

giovedì 10 aprile 2014

Week 15/14 - una tripletta in attesa del Record Store Day

  • Just like heaven - Cure (Kiss me kiss me kiss me, 1987) Fra tutte le meraviglie del Record Store Day, le mie preferite sono le pubblicazione della serie side by side: una canzone famosa, sul lato A, e una sua famosa cover, sul lato B. Questa Just like heaven, nella originaria versione dei Cure del 1987, è sul lato A del 7" che sto cercando disperatamente di accaparrarmi...
  • Just like heaven - Dinosaur jr. (Just like heaven, 1989) ...mentre questa cover dei Dinosaur jr. di due anni successiva, si trova immortalata sul lato B. Ora, raramente i miei occhi hanno luccicato così davanti ad un vinile, soprattutto un 45 giri. E se per un qualsiasi motivo non dovessi riuscire ad accaparrarmelo, giuro che ne farò una tragedia.
  • Starship - Spacemen 3 (The perfect prescription, 1987 - Translucent flashbacks, 1995) Questo invece me lo sono già accaparrato, e dato che mi è costato molto più che uno sproposito, faccio sciopero, e non ci scrivo su proprio niente.