domenica 28 dicembre 2014

Week 52/14 - tre canzoni, tre città, tre aggettivi

  • In bianco e nero - Carmen Consoli (Stato di necessità, 2000) Ogni città ha un aggettivo che la descrive perfettamente, o così dovrebbe essere. Ho cominciato a pensarlo leggendo Sostiene Pereira nel quale, secondo Tabucchi, Lisbona scintillava, letteralmente scintillava. Questa cosa mi è piaciuta così tanto che 1) sono dovuto andare a Lisbona per controllare se era vero (ed era vero!); 2) mi sono messo a cercare l'aggettivo perfetto per Catania. Non è stato difficile trovarlo, anche se non ricordo come sia successo, visto che la cara Carmen non era più, all'epoca, fra le mie preferite, ma fatto sta che trovai, in questa In bianco e nero, un accenno ad un nitido scorcio degli anni sessanta di una raggiante Catania. Uh, fantastico, davvero, fantastico. Ma ancora più fantastico è che, per tanto tempo, ci abbia anche creduto, che Catania potesse essere raggiante, così come Lisbona era scintillante. Ci ho creduto davvero.
  • Zooropa - U2 (Zooropa, 1993) Beh, qui la faccenda si complica, a proposito di città e aggettivi. Qui la faccenda si complica perchè la città in questione è Berlino, l'aggettivo è l'intraducibile overground, e la canzone da cui è tratto l'accostamento è una delle più incredibili mai scritte da Bono & co, Zooropa. Il muro è da poco caduto e la giovane ragazza berlinese non ha bussola e una mappa con cui orientarsi, ma non ha neanche ragioni per tornare indietro. La ragazza berlinese non ha religione, non sa cos'è cosa e non sa qual è il limite di ciò che loro, lei e i giovani berlinesi, hanno. La giovane berlinese sa che si stavano nascondendo, ma comincia a non essere più sicura di ricordare da cosa. E allora basta preoccuparsi, la giovane berlinese non ha più bisogno più di andare con la subway. Ora, tutto ciò che prima a Berlino scorreva undeground, può invadere la città intera, da est a ovest, può inondare la Germania laboriosa, può coprire tutta l'Europa, e finalmente, può farlo scorrendo overground. All'improvviso, all'inizio degli anni '90, Berlino diventa la capitale europera della cultura, e adesso, nel fango berlinese, ci sono solo fiori.
  • Strade di Francia - Daniele Silvestri (Il dado, 1996) Beh, scelta scontata, Parigi, immensa, Parigi immensa, tramite Daniele Silvestri, ma non poteva essere che così. Parigi è immensa, così immensa da lasciare senza parole...

domenica 21 dicembre 2014

Week 51/14 - Rush finale per un anno brillante ma sfiancante!


  • Storia di un impiegato - I Cani (Glamour, 2013) Da un pò di tempo questa canzone mi fa sorridere. Prima mi faceva piangere, ora mi fa sorridere: mai come in questo periodo sono stato così contento di essere un semplice, diligente e affidabile lavoratore impiegato, per di più metalmeccanico. Ma il fatto è che, chi va piano, va sano e va lontano!
  • Extraterrestre - Eugenio Finardi (La forza dell'amore, 1990) Questo tizio stasera suona sotto casa mia. Non nel senso di vicino, o nei paraggi, o in un locale dalle mie parti, no: proprio sotto casa mia, in un palchetto allestito sulle strisce blu, davanti i cassonetti della spazzatura. Beh, niente di male, davvero, anzi si sa che Eugenio Finardi è un autore colto, indipendente, fuori dagli schemi. Ma il fatto che l'ultimo ad essersi esibito sotto casa mia, in un palchetto improvvisato sulle strisce blu, davanti i cassonetti della spazzatura, sia stato un idolo di San Cristoforo chiamato Matteo, 12 anni e neomelodico, vorrà pure dire qualcosa, o no?
  • Could you - TV on the Radio (Seeds, 2014) Ah chissà, magari se vivessi a Brooklyn sotto casa, in un palchetto improvvisato sulle strisce blu, davanti i cassonetti della spazzatura, invece di suonare Matteo o Finardi, potrebbero suonare i TVOTR. Magari. Ma purtroppo non sto a Brooklyn, NY, sto a San Cristoforo, CT e per vedere suonare i TVOTR ho due alternative: o mi faccio i chilometri, oppure paziento per qualche decennio e aspettare che diventano bacucchi abbastanza per farli suonare a San Cristoforo, sotto casa, in un palchetto improvvisato sulle strisce blu, davanti i cassonetti.

domenica 14 dicembre 2014

Week 50/14

  • First we kiss - Anna Calvi (Anna Calvi, 2011) Non è che questa sia stata proprio una delle migliori settimane della mia vita. Anzi, diciamo che ha fatto proprio schifo, così come la precedente e quella prima ancora. Poi, come se non bastassero tutti i casini in cui, sembrerebbe, io mi sia ficcato, ecco che il capo chiede anche gli straordinari al lavoro. Che stress. Però sabato, mentre ero nel bel mezzo del mio lavoro straordinario, rimuginando quindi su tutti i casini di cui sopra, ecco che Anna Calvi mi sorprende con questa First we kiss che mi era completamente sfuggita. Ecco, non è che mi sia rilassato del tutto e abbia dimenticato i miei guai, però un sorriso tranquillo credo proprio che mi sia scappato.
  • Twice as hard - Interpol (El pintor, 2014) Sempre sabato poi, dopo gli straordinari, mi sono infilato in macchina e ho fatto strada lunga la odiatissima Catania - Gela per andare a recuperare Giulietta e Mamma e riportarmele a casa. Dopo i miei TV on the Radio, ho messo su, per la prima volta, El Pintor, degli Interpol. Quando è finito, dopo manco quaranta minuti, con questa canzone mezza ballata e mezza cacata, ho pensato: non male tutto sommato, va bene, ma quand'è che inizia l'album e finiscono le bonus track tratte dalle out take di Turn on the bright light?
  • Single town - Andre (Oz do it better, 2014) Invece questa l'ascoltavo l'altra sera, sul divano e con le luci spente, dopo aver fatto una cosa prettamente da maschio single pieno di guai: mangiato la pizza davanti al televisore acceso sulla partita (mi pare che fosse la Roma...). Questa canzone apre la compilation Oz do it better pubblicata esclusivamente in Cassetta (in numero limitato e già esaurita) e in Digitale dalla fantastica e francese Beko Disques: sono tutti artisti australiani, sono tutti più o meno sconosciuti in Europa, sono tutti fantastici. E io li sponsorizzo!

sabato 6 dicembre 2014

Week 49/14


  • Naufragio sull'isola del tesoro - Afterhours (I milanesi ammazzano il sabato, 2008) Oltre mio cugino, nella mia tentacolare famiglia, c'è un altro cugino, che ha molto in comune con mio cugino: ama la musica, come mio cugino, ha certe velleità artistiche, come mio cugino, ed è un pò tozzetto e spelacchiato, proprio come mio cugino. Però, a differenza di lui, mio cugino, non me l'avrebbe mai, e poi mai, messa allegramente nel culo.
  • Lazerray - TV on the Radio (Seeds, 2014) Finalmente arrivò, l'album più atteso dell'anno! E col cazzo che l'ho messo in coda alle trecentomila cose che sono in attesa da cento anni! Ha scavalcato tutti e me lo sto spolpando da due giorni, a casa, in macchina, anche mentre dormo. Lazerray è forse la canzone meno rappresentativa di Seeds, ma ricorda molto i primi TVOTR, quelli che amo di più in fin dei conti, e per questo, anche se è impossibile non farsi travolgere dai ritmi più danzerecci della scaletta, è anche il mio brano preferito dell'album. Almeno, fino ad ora.
  • Untogether - Lush (Spooky, 1992) Mi sono completamente innamorato di questa canzone, di questo album, di questo gruppo che, vergognosamente, avevo sempre un pò (ehm, del tutto) trascurato. E' inutile, sono un figlio, fottuto, ma felice, degli anni '90.