giovedì 28 gennaio 2016

Week 04/16


  • Traslate - Suuns (Hold/still, 2016) Qual è il problema di questo nuovo singolo dei Suuns? Innanzi tutto, che è uscito quasi tre mesi prima dell'album, previsto per metà aprile. Poi, che è troppo, troppo bello per poter resistere altri tre mesi...
  • Non finirà mai - I Cani (Aurora, 2016) Domani esce il nuovo album de I Cani ma questo singolo, così come l'altro di cui non ricordo il nome, è così brutto, così offensivo, così peggio di Enrico Ruggiero post Decibell e Neffa post Sangue Misto che non provo nessuna curiosità, nessun entusiamo all'idea di ascoltarlo. E meno male che, a dispetto del titolo, la canzone finisce, e tutto sommato anche abbastanza in fretta.
  • Second one - Girl band (France 98, 2012) I 5 minuti e 39 secondi in cui i Girl band compiono la propria metamorfosi, dal magnifico ma ancora inquadrabile post-punk dei primi EP, a quel delirio di destrutturazione che sono oggi, eseguendo in mezzo la lezione imparata da Sonic Youth e My Bloody Valentine. Dio, se tutti i gruppi fossero capaci di evolversi così! Sarebbero un sacco di soldi da spendere in vinili e concerti, ma almeno non avremmo il problema Enrico Ruggieri e Neffa!

sabato 23 gennaio 2016

Week 03/16


  • Adore - Savages (Adore life, 2016) Il 2016, per la mia collezione, è cominciato così, con il nuovo album delle Savages, appena appena uscito e appena appena comprato, il cui vinile ho ascoltato per due volte questo pomeriggio, stravaccato sul divano con Giuly, mentre la mamma cucinava cotolette e noodles. Non ne abbiamo ancora parlato, ne io con Giuly, ne Giuly con la mamma, ne la mamma con me, però direi che c'è piaciuto, e non poco. Eppure è strano, visto che, questo singolo che lo ha anticipato di qualche settimana, non ci era sembrato proprio niente di che, ne a Giuly, ne a me, ne alla mamma.
  • Miss Fortune - Coral (The disance inbetween, 2016) Questo singolo anticipa invece di un paio di mesi il nuovo disco dei (miei) Coral. La buona notizia è che, dopo un paio di album carini ma un pò anonimi e ripetitivi, finalmente hanno fatto una bella virata, come avevano fatto per ciascuno dei primi quattro album. La cattiva notizia è che sembra si siano un pò buttati a pesce nel calderone dell'ennesimo revival psichedelico, per intenderci quello che, ironia, loro stessi avevano inaugurato più di dieci anni fa prima di lasciare tutti di stucco con il primo dei loro imprevedibili cambi di pelle. Boh, vedremo, io mi sono sempre fidato ciecamente di loro, Billy Ryder-Jones o meno, prevedibili o meno, psichedelici o meno.
  • Polar bear - Rev Rev Rev (Leave them all behind - A tribute to Ride, 2015) Ecco un altro ritorno attesissimo per questo 2016. I (miei) Rev Rev Rev. Aspettando che arrivi l'album nuovo, previsto fra qualche settimana e già prenotato in tiratura limitata di cui non chiedetemi i dettagli perchè non me li ricordo, ho scovato questa chicca che mi ero completamente persa. I Ride, già rumorosi di loro, coverizzati dalla band più rumorosa in giro per l'Italia. Beh, capolavoro? (Si).

domenica 17 gennaio 2016

Week 02/16

Causa essermi ridotto all'ultimo minuto, causa mal di testa lancinante, causa Giulietta che mi ha sfiancato levandomi dieci anni di vita in una settimana, mi gioco un bonus, vi chiedo scusa, e per questi sette giorni vi propino solo una canzone: You're a dog - Girl Band (France 98, 2012). E domani è lunedi, porca puttana, mica il week end... 

martedì 12 gennaio 2016

We love you, Ziggy Stardust!

L'eleganza e la midriasi, le amicizie e le cadute, i personaggi e la strafottenza ma, soprattutto, le canzoni. Le sue canzoni.
  • Little wonder (Earthling, 1997) Little wonder, un brano minore, se non addirittura uno dei meno riusciti, nella produzione di Bowie. Eppure Bowie io l'ho conosciuto proprio con questa canzone durante un ozioso pomeriggio trascorso a guardare Help! Era il 1997 e prima di allora di Bowie avevo solo sentito parlare, senza mai ricollegarlo a Rebel rebel, Heroes, Space oddity e Life on Mars. Sono grato a questa canzone, e adesso mi piace. -- Massimo Vinci --
  • Five years (The rise and fall of Ziggy Stardust and the spiders form Mars) Cosa succede quando la tua canzone preferita di un artista va a trovarsi proprio dentro il tuo album preferito di quello stesso artista, e per di più in apertura? Una serendipity, un'affinità elettiva, qualcosa di molto simile all'innamoramento. Five years parla della fine del mondo. Onirica, distopica, struggente dal primo all'ultimo accordo. E l'ironia vuole che oggi ci si senta proprio come se quel giorno fosse arrivato davvero, quel giorno che tutti - le madri singhiozzanti e i grassimagri e gli altibassi e i signor nessuno e la ragazza col gelato in mano - temevano: oggi è un pò la fine del mondo [what a surprise], del mondo come lo conosciamo [my brian hurts a lot]. -- Alessia Amenta --
  • Life on Mars (Hunky dory, 1971) Qual è la mia canzone preferita di David Bowie?, mi sono chiesta e mi è stato chiesto proprio oggi. Life on Mars, mi sono risposta e ho risposto. Perchè? Perchè anche se non ho i capelli color topo, quella ragazza potrei essere benissimo io. Ogni giorno mi sveglio e assisto e prendo parte anche io a quel freakiest show che Bowie ci ha raccontato più di una volta ma, soprattutto, in questa canzone. -- Noemi Scifo --
  • Space oddity (Space oddity, 1969) La canzone che mi ha fatto conoscere il Duca Bianco è Space oddity. Ebbene si, scusate la banalità, proprio una delle più conosciute, ma con un fascino immenso. Nessun altro avrebbe saputo immaginare e descrivere così liricamente la solitudine e l'incomunicabilità, parafrasi di un dialogo tra le stelle. -- Claudio Condorelli --
  • Space oddity (Space oddity, 1969) Nella solitudine dell'universo, la consapevole umanità del Maggiore Tom. Sembrano molto diverse le stelle stasera. -- Cristina Campagnolo --
  • Ziggy Stardust (From the motion picture Ziggy Stardust, 1983) Quando l'ho scoperta avevo appena iniziato la strana vita dello studente fuorisede e, tra le migliaia di persone che frequentavo, una amava Bowie e il cinema. Fra le cose che mi propinò, una scena rimarrà nella mia memoria: un tizio sulla prua di una nave che suona con la chitarra Ziggy Stardust. Dopo 12 anni io e questa persona siamo ancora amiche, abbiamo due splendide figlie che sono amiche fra loro e lei continua ad amare Bowie. E quel misterioso film. -- Daniela Frasca --
  • Heroes (Heroes, 1977) Un eroe, David Bowie, non un semplice musicista. Uno che, fra le altre cose, ha saputo piegare ai suoi scopi, alle sue idee, ai suoi deliri le magie di Brian Eno e le seghe elettriche di Robert Fripp. Non è autobiografica in senso stretto, questa canzone, ma lo è in senso storico, umano, leggendario, artistico. Ogni uomo può essere un eroe, just for one day. -- Angelo Pulichino --
  • Life on Mars (Hunky dory, 1971) Succede ogni volta. Sono impegnato a fare qualcosa e inaspettatamente - mannaggia alla modalità shuffle - inizia: "It's a good awful small affair...". Alzo un attimo la testa, poi mi convinco a continuare quello che stavo facendo. Ma dura solo trentacinque secondi: "But the film is saddening bore...". E sono lì a battere il tempo con il piede o picchiettando le dita sul tavolo. Devo concentrarmi, forse dovrei abbassare il volume o spegnere proprio. Ma senza avere neanche il tempo di rendermene conto, sono già in piedi sulla sedia, con la penna al posto del microfono, mentre canto insieme a David: "He's in the best selling show? Is there life on Mars? Ogni volta, succede proprio così. -- Alberto Conti -- 
  • The man who sold the world (The man who sold the world, 1970) Il culo, avrei dovuto rompergli, a quel coglioncello che spiegava ai suoi sciocchi amici quanto era importante che un artista più anziano come Bowie avesse omaggiato un gruppo più recente come i Nirvana, riconoscendone così il valore artistico e sociale. Il culo, avrei dovuto rompergli, a calci di punta e di tacco. Ma non ce n'è stato bisogno: i suoi stessi amici sono scoppiati a ridere all'unisono e, all'unisono ancora, gli hanno gridato: coglione! -- Mio Cugino -- 

domenica 10 gennaio 2016

Week 01/16 - I love you Sugar Kane...


  • Umbongo - Girl Band (Holding hands with Jamie, 2015) Ci sono cose davvero inconcialibili fra loro, passioni che stanno agli antipodi e non potranno mai e poi mai incontrasi nonostante gli sforzi, i tentativi, la pazienza. Avere un debole per il frastuono più atroce di matrice art-rock e un altro per una nanetta di poco più di due anni, sbarazzina come una canna da zucchero e con una prelidizione per gli animali della giungla, è più che inconcialibile, è assurdamente impossibile. E se le mie orecchie sono ormai marcie per il feedback, le distorsioni e le violenze sonore di diverso genere, non sarò forse ancora in tempo per salvare le sue?
  • When you sleep - My Bloody Valentine (Loveless, 1991) Che poi, a volerla dire tutta, quando la piccola nanazza era già, a nostra insaputa, nella pancia della mamma, siamo andati allegramente a sentire i My Bloody Valentine a Londra, ad uno di quei concerti in cui ti davano i tappi per le orecchie assieme ai biglietti. Dico, se gli astri influenzano i nostri caratteri e le voglie da gravidanza ti fanno incontrare i tuoi musicisti preferiti, perchè mai non dovrei pensare che il frastuono più atroce ascoltato attraverso pelle carne e placenta non possa essere stato per Giuly una specie di battesimo sonoro che la guiderà, come un faro, nelle sue scelte musicali future?
  • (Sittin'on) the dock of the bay - Otis Redding (Dock of the bay, 1968) Anche se devo ammettere, - e ammetto anche che comunque così, con Otis Redding, è fin troppo facile e fuorviante, visto che questa canzone piace a tutti, marziani, pietre, serial killer - dicevo, devo ammettere che, come la vedo assorta e innamorata quando ascolta (Sittin'on) the dock of the bay, la mia piccola canna da zucchero, Girl Band, Kevin Shields e compagnia bella, beh, se lo possono sognare proprio...

sabato 2 gennaio 2016

Week 53/15 - eh si, perchè sembra che questa sia la wk 53 del 2015...


  • Pears for lunch - Girl Band (Holding hands with Jamie, 2015) Non ho bisogno di ascoltare tutti gli album usciti nel 2015 per decretare che questo dei Girl Band sia il migliore di tutti. In effetti, basta ascoltare questa canzone a volume spropositato per rendersi conto che non ci può essere confronto alcuno. Adoro Paul, e il suo narcotico video, ma questa Pears for lunch è un chiodo che si conficca nel cervello, è una sega elettrica che trancia di netto le sinapsi, è un alien che si strappa di dosso la vecchia pelle per mostrare al mondo il nuovo inquietante aspetto del frastuono più atroce. Pears for lunch sposta così tanto in avanti la linea esplorativa del rumore che le possibilità che ci sia stato quest'anno un album più importante e bello sono davvero, davvero nulle.
  • Dreams burn down - Ride (Nowhere, 1990) Per poter stare in linea con tutto ciò che sarà il post Girl band, la prima cosa da fare dovrebbe essere tagliare di netto col passato. Ma quando ti ricordi all'improvviso di una canzone come Dreams burn down, con quell'andare avanti così dream e quegli intermezzi rumoristici che fanno quasi tenerezza confrontati con quello che sta succedendo ora, come si può non provare una forte tenerezza e un desiderio di proteggere e preservare il passato?
  • Wild roses - Billy Ryder-Jones (West Kirby County Primary, 2015) Assodato che tutto ciò che ho scritto fin'ora in questo post è solo un cumulo di cagate tipo posa da duro, la domanda con cui chiudo il 2015, anche se sto scrivendo che siamo già nel 2016, è: ma perchè cazzo, porcaputtana, Billy Ryder-Jones ha lasciato così presto i Coral, se tutto ciò che doveva fare era iniziare una squallidissima carriera di Paul McCartney del nuovo millennio?