domenica 31 agosto 2014

Week 35/14

  • Map ref. 41N 93W - My Bloody Valentine (Map ref. 41N 93W, 1996) Quando pochi giorni fa ho scoperto questa canzone, ho pensato sul momento che una cover di una delle mie canzoni preferite di uno dei miei gruppi preferiti da parte di un altro dei miei gruppi preferiti non poteva che essere una cacata. E invece no, invece è fantastica! E' fantastica perchè Kevin & co. non strafanno nel tentativo narcisistico di dimostrare che siano meglio dei Wire, e che la loro Ref Map sia meglio di quella dei Wire. E' fantastica perchè inizia allo stesso modo della versione originale, ma poi, secondo dopo secondo, diventa a tutti gli effetti una canzone dei My Bloody Valentine. E' fantastica perchè, quando una canzone è scritta bene, è scritta bene, e se viene suonata con rispetto, non importa se dal grande gruppo che l'ha scritta o da un altro grande gruppo che l'ammira, allora possiamo esserne tutti contenti. E basta. Oh!
  • Every other Freckle - Alt-J (This is all yours, 2014) E' difficile per un ascoltatore approcciarsi al secondo album di un artista, soprattutto se il primo ti è piaciuto molto. E in effetti, immagino, sia difficile anche per l'artista stesso: che faccio, sperimento, o ripeto la stessa formula? Perdo ascoltatori ma ne acquisto altri o mi tengo quelli vecchi? Trovo una via di mezzo? Il punto è che gli album pari dovrebbero sempre essere presi con le pinze, sia dagli ascoltatori, sia dall'artista. Perchè, se l'artista è un vero artista, difficilmente potrà restare fermo su se stesso, ma è anche vero che, se l'artista è un vero artista, avrà bisogno di un pò di tempo per trovare la giusta nuova strada. Per questo, se l'ascoltatore è un vero ascoltatore, allora dovrebbe sempre essere cauto con gli album pari: perchè solitamente sono quelli di transizione, quelli in cui si sentono ancora i vecchi approcci ma se ne colgono anche migliaia di altri nuovi, magari solo timidamente abbozzati, fra cui, probabilmente, l'artista, coglierà poi quello che deciderà il prossimo album dispari e quindi la strada artistica da proseguire, lasciando decidere all'ascoltatore se continuare a seguire l'artista o meno. E così, siamo alla fine della tiritera, in questa canzone, che è il singolo che anticipa il nuovo e secondo album degli Alt-J, si sente un ottimo riassunto degli Alt-J passati, e una grande anteprima di quelli che si spera siano gli Alt-J futuri. Poi, se loro con un colpo di coda sorprenderanno tutti gli ascolatatori, andando compleatamente in un'altra direzione, allora magari ne riparleremo.
  • ◌ (Circle) - Boredoms (Vision creation newsun, 1999) Ho sempre avuto un occhio di riguardo per la scena rumorista giapponese, e per questo sono sempre stato preso per il culo da mio cugino. Figuriamoci poi da quando ha scoperto che, questa scena, ha anche un nome, cioè Japanoise. Dice che sono solo dei tappetti che si dimenano sul palco come se avessero il ballo di san Vito, che non sanno suonare, che sono ridicoli. Io, volendo, gli posso anche dare ragione. Ma i Boredoms non me li deve toccare nessuno, neanche lui. Loro non hanno niente da spartire con tutti gli altri Japanoiser. Basta ascoltare questo incredibile Vision creation newsun e questa incredibile ◌ (Circle) che lo apre: shoegaze, ambient, new age, space rock, classic. Un delirio. Però è chiaro, io i Boredoms non li vedrò mai dal vivo: vorrei evitare di scoprire che anche loro altro non sono che tappetti che si dimenano sul palco come avessero il ballo di san Vito, e che non sanno suonare, e che sono ridicoli. Fosse così, come potrei ancora difenderli a spada tratta contro quel bastardo di mio cugino, anche se hanno fatto un album come questo?

lunedì 25 agosto 2014

Una tripletta inattesa, una tripletta sofferta: le tre canzoni di Massimo Zanetti

L'amicizia con quest'uomo bolognese è iniziata male, malissimo, ma è proseguita peggio: prima mi si è infilato a casa, da perfetto sconosciuto, per quasi due settimane, costandomi l'inferno in droghe varie (pistacchi, pizze, arancini etc..). Poi ha avuto la brillante idea di inguaiarmi, tramite processo battesimale, nell'evoluzione spirituale (almeno sulla carta dice che questo è il ruolo del patrino...) di quel capolavoro di sua figlia Anita. Infine, lo stronzo, mi ha fatto un sottile ma continuo lavaggio del cervello, per anni, con l'obiettivo di spingermi a fare un benedetto passo attorno al quale - lo ammetto, ok - da anni rigiravo come un cretino. Per cui, questa tripletta, arrivata con sommo ritardo rispetto alla legittima richiesta, è più che la benvenuta: è necessaria, è ineluttabile, è fondamentale per la continuazione delle presenti pagine e della mia stessa vita. Per cui, gentili tutti, ecco a voi la tripletta inattesa e sofferta di un uomo esplosivo. Ecco a voi la tripletta di Massimo Zanetti!
  • Futura - Lucio Dalla (Dalla, 1980) Si può mettere in musica l'atto di fare l'amore e trasformarlo in poesia? Lucio Dalla l'ha fatto. Questo basta per rendere unica questa canzone. Metteteci pure che è la canzone che mi è venuta istantaneamente in mente quando ho saputo di aspettare una figlia, ed ecco perchè è nella mia tripletta, al primo posto.
  • Walk on the wild side - Lou Reed (Transformer, 1972) Non la metto in lista perchè è una canzone bellissima e immortale. O perchè è famosa. O per il suo testo controverso. La metto in lista perchè mi ricorda un momento cruciale della mia vita. Un pomeriggio piovoso e universitario, sdraiato sul letto, con la testa che mi scoppia di formule. Metto su la cassetta (si, la cassetta...) e ascolto Lou Reed. Mi rilasso, anche troppo forse, ma poi, finalmente, nella mia testa si fa ordine e trovo i collegamenti mancanti. Chiamo Max e Alessandro e gli spiego dov'è che stiamo sbagliando. Poi mi ri-sdraio nel letto e rimetto la cassetta da capo. Anche per oggi, il lavoro, è fatto.
  • Get back - Beatles (Let it be, 1970) La prima volta che ascoltai questa canzone rimasi sconvolto: non c'entrava niente con la visione stereotipata che avevo dei Beatles. E non c'entrava neanche niente con il resto delle canzoni (comunque tutte stupende) contenute nel resto di Let it be. "Che ci fa un pezzo così qua in mezzo? Ma non erano i Rolling Stones quelli cattivi e rock?". E quella pausa al minuto 2.34? Fantastica! Ho ascoltato Get back milioni di volte, e ancora mi sorprende.

giovedì 21 agosto 2014

Week 34/14


  • It's a rainy day, sunshine girl - Faust (So far, 1972) Non so esattamente perchè lo faccia, ma continuo a dare fiducia ai Faust, e per un attimo, grazie a questa canzone che apre So far, mi è anche sembrato di aver fatto bene: ritmo ossessivo, chitarrina country, innesti psichedelici vagamente indiani che ti trascinano in un vortice di delirio e di armonica a bocca e di ritornelli ripetitivi. Davvero fantastico! Peccato duri solo 7 minuti e 27 secondi. Poi purtroppo comincia un'altra canzone, e loro tornano ad essere i soliti noiosi Faust.
  • In the flat field - Bauhaus (Press the eject and give me the tape, 1982) Sto ascoltando spesso questo live, in questi giorni, soprattutto in macchina. E la domanda che mi si forma spontanea nel cervello ogni volta che scoppiettano le prime note di In the flat field è: ma quanto erano eleganti i Bauhaus, quanto, quanto?
  • A serious of snake - Wire (Snakedrill, 1986) La traccia pregiata di questo EP, con cui i Wire nel 1986 tornarono sulla scena dopo quattro anni di silenzio, è senza dubbio la martellante Drill, di cui vi ho già parlato in un altro post, ma siccome l'altro giorno un tedesco un pò, come dire?, superficiale? sbrigativo?, farlucco?, non lo so, mi direte voi, mi ha praticamente regalato per cinque euro questo pregiatissimo 12", non potevo omettere di sceglierne una canzone. Per cui, ecco a voi, signore e signori, i miei fantastici e pregiatissimi ed economicissimi Wire 2.0!

giovedì 14 agosto 2014

Week 33/14 - un post post Ypsigrock


  • Koroshitai Kimochi - Bo Ningen (Koroshitai Kimochi, 2009) Anche se in giro non ho potuto dirlo, questi Bo Ningen, assurdi e grotteschi e teatranti giapponesi europeizzati, dediti ad un frastuono abbastanza atroce, che parono usciti dal più oscuro dei film di Miyazaki, sono stati la cosa più bella vista sui palchi dell'Ypsigrock 2014. Una vera boccata d'aria: posa, follia, scena, un pizzico di brillantina e tanto spettacolo. Insomma, vero glam! Arigato, Bo Ningen, arigato!
  • A simple beautiful truth - Wild Beasts (Present tense, 2014) Non ho capito se durante il concerto all'Ypsig i Wild Beasts abbiano suonato o meno questa A simple beautiful truth, tanto era impossibile distinguere le canzoni l'una dall'altra, ma non è certo questo l'atroce dubbio rigurado i Wild Beasts che mi perseguiterà a vita, no. Il vero dubbio riguardo i Wild Beasts che mi perseguiterà a vita è: ma come può un gruppo scegliere di chiamarsi Wild Beasts e poi suonare musica che neanche un chierichetto castrato la domenica mattina riesce ad ascoltare prima di andare a messa? Non era meglio allora chiamarsi, chessò, Flaccid Beasts? No, eh, proprio Wild Beasts...
  • Stomp - Uzeda (Different section wires, 1998) Ho visto giovani di neanche vent'anni restare a bocca spalancata mentre Agostino squarciava le loro evidentemente vergini orecchie con indicibili muri sonori chitarristici. Ho visto altri giovani di sesso femminile strabuzzare gli occhi increduli per quella splendida Giovanna che poteva venirgli mamma ma che aveva un'energia che loro neanche potevano sognarsi la notte. Ho visto giovani di entrambi i sessi scossi nel corpo e nel cervello dal basso pulsante di Raffaele e dalle precise stilettate batteristiche di Davide. E ho visto mio cugino osservare compiaciuto tutto questo e immaginare quello che stava pensando: coglioni, stupidi, giovani, e ignoranti, coglioni!

mercoledì 6 agosto 2014

Week 32/14

  • Night - M83 (M83, 2001) Mi piace o non mi piace, mi piace o non mi piace, mi piace o non mi piace? E mentre da giorni mi trastullo con questo e su questo allegro quesito, il contatore di iTunes ha già segnalato 31 ascolti - addirittura 33 per questa Night - dell'album d'esordio dei francesi M83. E quindi, come dicevano gli antichi, mi sa che se, dopo tutti questi ascolti, ancora c'è dubbio, allora, in realtà, è evidente che non c'è dubbio...
  • Memory of - Vodkafish (Vodkafish, 2013) E a proposito di dubbi, non ho neanche capito bene bene se quest'altro esordio più contemporaneo e vicino geograficamente a me sia un gioiellino wave o una cagata rumorosa... ma visto che, a differenza degli M83, per il vinile di quest'album c'ho speso i suoi 13 euro, io faccio il tifo per gioiellino wave! Vi dirò!
  • Last light - Skip Skip Ben Ben (Maybe Mars, 2012) Nessun dubbio invece su questi taiwanesi Skip Skip Ben Ben. Senza dubbio sono stati la più bella sorpresa - graditissima e rumorosissima sorpresa - di Zanne 2014: un live fantastico, un album (Sacrifice Mountain Hill) fantastico e in più il merito di essere stati l'unico gruppo i cui membri hanno gironzolato e gozzovigliato in mezzo al pubblico per tutti e tre i giorni del festival invece di rintanarsi nel backstage a fare le star consumate. Bravi! Senza dubbio bravi!