domenica 12 febbraio 2017

Week 06/17


  • Gomma - Baustelle (Sussidiario illustrato della giovinezza, 2000) Ha starnazzato la stampa - e hanno giubilato con essa i fan della prima, seconda e terza ora - che è finalmente uscito il nuovo album del migliore gruppo pop wave italiano di sempre, i Baustelle, che, come tutti sanno, godono dello status, non solo giornalistico ma anche popolare, di intoccabili. Beh, dopo lo starnazzamento e i giubilii, sembra sia arrivato prima l'imbarazzo e poi la crisi sia della stampa che dei fan della prima, seconda e terza ora: bruttino, kitsch e noioso sono gli aggettivi che ho letto più spesso. Ora, dato che il mio rispetto in passato il miglior gruppo pop wave italiano di sempre se lo è meritato eccome (prima di sputarci sopra e buttarlo nel cesso con l'album Fantasma), ho deciso di ascoltarlo, questo benedetto nuovo album, prima di massacrarlo o, chissà, prima di osannarlo, ma comunque prima di decidere in che direzione andrà la mia vita sociale futura. Nel frattempo voi pero', vi beccate i Baustelle che amavo tanto, quelli dei primi tre album, quelli dai testi un po' naif e dai suoni un po' più convenzionali per quanto ben messi insieme. Quindi, dal Sussidiario illustrato della giovinezza, Gomma! Buon ascolto e fatemi sapere.
  • Noise Parade - Shannon Wright (In film sound, 2013) Questa Shannon Wright mi è del tutta sconosciuta e giuro che non mi stanno condizionando ne il suo stato sessuale di donna ne il nome di questa canzone. Ma è da qualche giorno che ascolto questo brano, in attesa di procurami il disco in questione, e giuro che era da tempo che non ascoltavo qualcosa di cosi - oddio è proprio l'unica parola che mi viene in mente - intenso. Almeno dai tempi di PJ Harvey, di Jeff Buckely e di un certo Nick Cave. E pensare che negli ultimi tempi ho perso tempo con cose sulla carta un po' simili come quella pazza di Chelsea Wolfe! Ah, che dura e frustrante è la vita del ricercatore d'oro!
  • Nausea - Craft Spells (Nausea, 2014) Basta distrarsi un attimo appresso ad una moda e si perde di vista la genesi della successiva, basta concentrarsi un attimo su una Big Thing che si rischia di perdersi i primi passi delle Next Big Things. Quando ascolto Nausea ci sento dentro di tutto, dal dream pop agli Stone Roses, dai suoni elettronici nord europei dei primi duemila a quelli dilatati della psichedelica, eppure se qualcuno mi chiedesse quando è iniziato tutto questo, io non saprei rispondere. L'ho appena detto e lo ripeto: che dura e frustrante è la vita dei ricercatori d'oro!

domenica 5 febbraio 2017

Week 05/17

  • I'm still believing - TOY (Clear shot, 2016) Molte delle recensioni che si leggono in giro su questo disco mi fanno girare le palle e mi riportano a un problema più grande, non solo quest'album, non solo i TOY ma ogni qualsiasi argomento di musica attualità politica salute educazione famiglia figli scuola lavoro cultura macchina ristoranti e pacchio, si, anche il pacchio su cui milioni di coglioni in giro per il web sentono la necessita di esprimere la loro autorevole opinione. Su cui pensano di avere il diritto di esprimere la loro autorevole opinione. Che credono intelligente. Ragionata. Diversa. Tagliente. Profonda. Utile. Imparziale. E di nuovo intelligente. Se mi permettete, vorrei ora spiegare a costoro cosa farne della loro opinione, in generale e su questo Clear Shot in particolare: prendetela con cura, arrotolatela stretta e bagnatela che so, nell'olio d'oliva di discreta qualità. Poi sbottonate i pantaloni, o la gonna, e tirate giù gli slip. Se non avete ne pantaloni ne gonna ne slip passate direttamente alla fase successiva. Mettete su il disco dei TOY, possibilmente su vinile, e sdraiatevi su un fianco. Alzate sufficientemente la gamba superiore e agevolate l'ingresso della vostra opinione su per il vostro affezionatissimo buco del culo. Quindi, spingete fino in fondo. Quando avrete raggiunto un buon livello di profondità, ripetete l'operazione per qualsiasi argomento e opinione vi passi per la mente musica attualità politica salute educazione famiglia figli scuola lavoro cultura macchina ristoranti e pacchio. Nel momento in cui il vostro retto non sarà più in grado di ospitarne una, di opinione arrotolata e bagnata nell'olio di oliva, allora forse avrete imparato qualcosa.
  • Not today - Flyying Colours (ROYGBIV, 2014) Sia chiaro, io non ce l'ho con le opinioni personali, ne con chi le esprime. Io ce l'ho coi toni. Io ce l'ho con le affettazioni. Io ce l'ho con chi, come dicevo sopra, crede che solo perché una cosa l'ha pensata, solo perché ci ha perso parte del suo tempo (che lui e solo lui reputa prezioso) a pensarla, sia arrivato a delle conclusioni giuste, eque, imparziali. Io adoro i Flyying Colours, ed è ovvio che penso che se non condividete questo amore siete voi che non ne capite un cazzo. Io adoro i Flyying Colours, in qualsiasi versione, acida o pop solare, adoro i loro EP e i singoli, e penso che Mindfullness sia il miglior disco d'esordio del 2016. Ma se mi chiedete quanto del mio prezioso tempo ci abbia perso per decretarlo o su quali basi tecniche si basi questo giudizio io vi rispondo chiaro e tondo che non ne ho la più pallida idea. Non ho le competenze per fare niente del genere, ne l'intenzione: sono perfettamente consapevole che ogni singola e schizofrenica parola spesa su questo sito, sui Flyying Colours o sui TOY, sugli Shellac o sui Sonic Youth, è solo dettata dal mio cuore, dal mio stato d'animo del momento e dalla vibrazioni che salgono, quando sento un disco, su dal buco del culo dritto fino al suddetto cuore.
  • I lost my hope (in paradise) - Mountain Bike (Mountain bike, 2014) Oh, chiarito tutto ciò che c'era da chiarire, e trovata la scusa (se mai ce ne fosse bisogno, di trovare una scusa...) per far salire di uno scalino TOY e Flyying Colours nella nuvoletta a destra della home page di questo stupido, stupido blog, torniamo ai miei discutibili gusti musicali, alle mie sentenze sparate a casaccio e alle mio schizofreniche prese di posizione. Dunque, non è che arrivi spesso roba interessante da quella provincia semi-autonoma della Francia che è il Belgio, ma a volte capita. Questi Mountain Bike, dal nome francamente osceno quanto stupido, li ho incontrati quasi per caso e, devo essere sincero, se non fosse stato per il bizzarro video che accompagna questa canzone, forse non mi ci sarei soffermato. Quindi, se ancora una volta mi date fiducia, se avete la voglia di perdonare il mio smisurato egocentrismo, date una possibilità a questo pezzo. Se non per la canzone, almeno per il video!