domenica 29 ottobre 2017

Week 42-43/2017


  • Negro observer - Butthole Surfers (Psychic... powerless... another man's sac, 1984) Capita che in un album che faccia (soggettivamente) cagare ci si scopra una perla del genere. Non so di che parli sta canzone e sono anche perfettamente consapevole che tutto, ma proprio tutto, voce, chitarra e sghignazzi sardonici sia già sentito, persino e già in quel preistorico 1984, però sto pezzo mi piace, mentre tutti gli altri dell'album no. Che fate, volete crocifiggermi perché non ne capisco un cazzo?
  • Mickey mouse and the goodbye man - Grinderman (Grinderman 2, 2010) Qualche giorno fa è iniziato quello che considero l'ultimo anno di giovinezza della mia vita. Che non significa un cazzo, a voler essere sinceri, visto che già da mesi sono nel bel mezzo della mia terza - quarta crisi di mezza età. Ma tant'è, giusto per ufficializzare il tutto, ho appunto anche compiuto 39 anni. Poi, per confermare la depressione e sentire ancora di più il tempo scorrere inesorabile come un TGV Aix - Paris senza sosta a Lyon, ecco che scopro che il secondo album dei Grinderman, il progetto parallelo di Nick Cave e Warren Ellis, che da sin dalla sua comparsa era nelle lista degli album un giorno o l'altro lo prenderò, è uscito ben sette anni fa. Sette. Se me lo aveste chiesto, io avrei detto massimo ieri sera. Ve l'ho detto io, questi maledetti giorni che mi resteranno da campare, fra depressione, malattie e demenza precoce, correranno via come cavalli neri oltre la collina. E non ci sarà proprio niente da ridere.
  • Paris, les paris - Paolo Conte (Razmataz, 2000) Ecco, avevo proprio voglia di un album in madrelingua per rilassare un po' le mie orecchie, il mio cervello e i miei nervi tesi. Mi procuro Razmataz, del mio pittore preferito, e finalmente lo schiaffo nel lettore cd, senza neanche degnarmi di leggere il libretto, o di saperne di più su tutto l'album. In effetti l'album è in madrelingua. Ma la madrelingua di più di 100 milioni di individui fra cui figura mia figlia ma non io. Si, proprio un buon metodo per rilassare orecchie, cervello e i miei poveri nervi tesi... Paolo Conte che canta per 40 minuti solo in francese... e che cazzo!

martedì 17 ottobre 2017

Week 41/2017 - in ritardo, lo so


  • Desire lines - Deerhunter (Halcyon digest, 2010) Io non ci riesco a credere, ma l'unico motivo per cui continuo a tenere in playlist quest'album dei Deerhunter è per capire cosa siano, cosa facciano, cosa compongano e cosa propongono. E la cosa più allucinante è che non so perché sia cosi importante per me capire tutto ciò. Brutto periodo sto passando, davvero brutto periodo...
  • Six pack - Black Flag (Damaged, 1981) E dev'essere proprio un brutto periodo, per dare una seconda chance persino ai paladini dell'hardcore californiano... ma tant'è, anche loro girano in heavy rotation chez moi... non fraintendetemi, non è che non mi piaccia quest'album o che non ne capisca la grandezza, è solo lo stesso discorso dell'altra volta sugli Stooges. Sono arrivati in ritardo (nei miei ascolti), è il fatto che sia colpa mia non toglie nulla al fatto che li trovi giustamente già sentiti... perché li ascolto allora? Per colmare lacune. Solo per colmare colpevoli lacune.
  • Lady sniff - Butthole surfers (Psychic... powerless... another man's sac, 1984) Oh, è inutile girarci attorno: anche questi stronzi sono in playlist solo per colmare lacune, solo per colpa di quell'altro stronzo di Symon Reynolds... ho una pila alta così di Nick Cave, PJ Harvey, Bjork, TV on the Radio, Roy Orbison, George Harrison, Belle e scassacazzo Sebastien, Spiritualized e io, io perdo tempo con questi stronzi completamente fuori di testa... e ve lo dicevo io, proprio brutto, brutto, brutto periodo sto passando...

domenica 8 ottobre 2017

Week 40/2017


  • Revival - Deerhunter (Halcyon digest, 2010) Se fossi onesto, ammetterei che essermi così sovraccaricato di album da ascoltare, che con i miei metodi, mai e poi mai riuscirò a smaltire, è stata proprio la mischiata del millennio. Prendete questo Revival dei Deerhunter. Negli ultimi sette anni l'ho più volte messo in playlist, poi tolto e poi rimesso perché non mi sembrava di avergli dato la giusta attenzione. Proprio ieri, l'ho eliminato per l'ennesima volta e proprio pochi minuti fa, quando ho deciso di parlarne, l'ho rimesso in lista. Così, non la finirò mai, lo so, lo so. Ma è che all'improvviso ci ho visto qualcosa in più di una semplice copia sbiadita dei primi Arcade Fire...
  • Gimme danger - Stooges (Raw power, 1973) Altro problema nello smaltimento. Un album come Raw power degli Stooges, una pietra miliare nel garage, nel punk ante litteram, che però, per un motivo o per un altro, io non conosco. Eh, capita. Una lacuna. Da colmare. Il punto è che non è un album invecchiato benissimo. In quello stesso terreno, che certo, innegabilmente loro hanno arato e seminato, si sono poi cimentati tanti di quei altri musicisti che sono finiti non solo per raccoglierne i frutti, ma anche seminarne di altri, e tracciare altri sentieri su altri campi. Insomma, ha senso per me ascoltare oggi gli Stooges quando mi sono già circondato di Dinosaur Jr, Ty Segall, New York Dolls, Cramps e Sonic Youth? Probabilmente la risposta è si. A meno che non si abbia una pila di più di cinquanta album in attesa del loro turno.
  • Come with me - It's for us (Come with me, 2017) E poi ci sono gli stronzi come questi che la lista la fanno allungare. Gli stronzetti che ti acchiappano senza motivo, anche se poi i motivi li conosci bene, eccome se li conosci bene, e finiscono anche per scavalcare tutti gli altri, magari in attesa da anni. It's For Us, diosanto, ci mancavano solo i gruppi noise svedesi. Vi prego, se qualcuno conoscesse un metodo per uscirmene vivo, che me lo dica!