mercoledì 29 maggio 2013

Week 22/13

  • 2020 - Suuns (Images du futur, 2013) Ma io, signori miei, dove cazzo ero infilato, mentre nel mondo, evidentemente, succedeva qualcosa di magnifico, che ci ha portato a tutto questo?
  • Trash - New York dolls (New York dolls, 1973) Risposta alla domanda precedente: ero impelagato a colmare lacune. Storiche lacune. A New York, quarant'anni precisi fa, qualcuno si è preso la briga di mettere assieme le soap-opera di David Bowie, i capelli di Marc Bolan e la scon-clu-sio-nag-gi-ne garage degli Who. E prima che arrivassero cloni a migliaia a rubar loro la scena (e chissà quante palate di soldi), svilendo il punk al clichè delle "tre note", hanno avuto il tempo di scrivere e registrare veri e propri archetipi: cosa sarebbero stati Ramones e Clash e Sex Pistols, senza questa ossessiva ossessione di 3 minuti e 12 secondi? Spazzatura, solo spazzatura. Che poi, in effetti, è proprio ciò che sono stati...
  • Some kinda love (live) - Velvet Underground (Live MCMXCIII, 1993) Per anni sono stato convinto che questa canzone si chiamasse After Hours... colpa delle solite cassette duplicate, con i titoli scritti a mano mentre il cervello era completamente fuso. Ah, bei tempi quelli... E pensare poi che Lou Reed mette subito le cose in chiaro, ripetendo il titolo ad ogni inizio strofa ed ogni volta gli sembra ci stia bene. E in qualsiasi modo poi: farfugliato o in falsetto, urlato o accelerato, addirittura sono sicuro che ci prova anche con l'alfabeto farfallino! In ogni caso, anche se con quegli occhiali Lou sembra Bruce Springsteen, John Cale Blixa Bargel e Maureen Tucker ricorda Bobbie Gillepsie che imita Maureen Tucker, questo pezzo mette i brividi dall'inizio alla fine, con il magnifico rincorrersi di chitarra e pianoforte steso sopra un tappeto di ansia creato magistralmente dalla batteria che spacca il secondo. L'unica cosa che mi chiedo è: ma Sterling Morrison, c'era davvero o lo hanno messo nei crediti solo per farlo contento?

martedì 21 maggio 2013

Week 21/13 - una tripletta sicula (forse)

  • The ride of May Gray - Jaguar & the Savanas (Wet side stories, 2011) Forse non tutti lo sanno, ma il surf rock è nato in Sicilia. Beach Boys, Lively ones, Tornadoes, tutti cazzoni che hanno iniziato surfando sulle coste tirreniche, davvero, accocolandosi poi a strimpellare le loro chitarre attorno ai falò, sulle spiaggie bianche dell'agrigentino o in quelle dorate di San Lorenzo. Poi, siccome qui non se li cacava nessuno, hanno deciso di abbandonare le onde mediterranee per quelle californiane, e così sono arrivati i contratti, le tournee, i soldi. Ora sono ancora li (tranne i morti annegati), tutti che fanno gli americani sfoggiando, sorridenti, orribili camicie a fiori. A noi c'è rimasto il meglio, però! C'è rimasto questo tipo altissimo, con le All Star nere e un vocione da paura, che quando sale su un palco con la maschera a nascondere il viso e i suoi tre fidati compagni, fa venire davvero voglia di prendere una tavola da surf, per perdersi fra le onde del nostro stupendo mare.
  • Tutto è un rischio - Omosumo (Ci proveremo a non farci male, 2013) Forse non tutti lo sanno, ma la musica elettronica è nata in Sicilia. Kraftwerk, Devo, Depeche mode, tutti cazzoni che hanno iniziato nei centri sociali dei paesazzi siciliani, davvero, rompendosi la schiena su commodore 64 e amiga 500. Poi, siccome qui non se li cacava nessuno, hanno deciso di abbandonare le sporche stanze dove suonavano per quelle di Berlino, New York e Londra, e così sono arrivati i contratti, le tournee, i soldi. Ora sono ancora li (tranne i morti fulminati), tutti che fanno i berlinesi, i newyorkesi e i londinesi sfoggiando, tristemente, orribili camicie con led luminosi. A noi c'è rimasto il meglio, però! Ci sono rimasti questi tipi molleggiati, coi baffoni e i capelli strani, che quando salgono su un palco con chitarra, basso e una macchina pazzesca che solo per comodità chiameremo drum machine, fanno davvero venire voglia di ballare spensierati, per perdersi nelle ore piccole delle nostre molli notti primaverili.
  • No more lonely nights - Sunset Limited (Sunset Limited, 2013) Forse non tutti lo sanno, ma la musica art-noise-shoegaze è nata... No, basta, e che cazzo! E poi neanche esiste la musica art-noise-shogaze. E anche se esistesse, di certo non basterebbe per incasellare i Sunset Limited. Come minimo sarebbero art-shoegaze-dream-noise-pop con venature arabe, surf e dance elettro-pop. E anche post-post grunge, post garage, pre wave. A dirla tutta, se devo essere sincero, i Sunset Limited non sono niente di tutto questo. I Sunset Limited sono solo quattro geni (anche se sono in tre) che stanno scrivendo entusiasmanti pagine di musica rock, e di cui vi consiglio caldamente di ascoltare questa anteprima. Che siano catanesi, poi, non è proprio un caso. Perchè forse il rock non è nato in Sicilia, ma secondo me lo facciamo meglio di chiunque altro!

martedì 14 maggio 2013

Week 20/13


  • I heard you looking - Yo la tengo (Painful, 1993) Cos'hanno in comune My Bloody Valentine, Uzeda, Sonic Youth e Yo la tengo? Tre cose: la prima, è che fanno sgrusciu. La seconda, è che in formazione hanno almeno una donna. La terza, è che hanno una classe immensa. La conclusione? Beh, è ovvia: per fare sgrusciu con classe ci voglione le donne. E se non credete alle mie scialbe parole da paraculo, date almeno fiducia alle vostre orecchie. Ascoltate questa cavalcata elettrica, magnifica si per la chitarra nervosa di Ira Kaplan ma mantenuta in perfetta grazia pop dalla batteria sontuosa di Georgia Hubley. Ascoltatela, e poi fatemi sapere.
  • Science Friction - XTC (White music, 1978) Avevo una cassetta, e questa cassetta era registrata dalla radio. Ovviamente, manco a dirlo, dalle preziose bobine di Radio Delfino, bon'anima. Questa cassetta da quarantasei minuti era piena di canzoni e, manco a dirlo neanche questa volta, nessun titolo. Fra le canzoni c'era anche questa ubriaca sciocchezzuola di poco più di tre minuti piena di balbettii, cori sixties e, soprattutto, quella sbilenca tastiera pre-post punk sostenuta da uno stupidissimo battimani troppo, troppo naif! Mi ci sono voluti quasi vent'anni prima di scoprire di cosa si trattasse. Poi è arrivata quella benedizione di SoundHound e finalmente ho potuto pagare il mio obolo agli XTC: 8 euro per una ristampa in cd (che non ho mai ascoltato) e un titolo da poter finalmente scrivere sul dorso di quella meravigliosa cassetta da quarantasei minuti!
  • Didn't we deserve a look at you the way you really are - Shellac (Terraform - 1998) Questa dovete ascoltarla tutta per capire fino in fondo che porcheria siano gli Shellac. Alla fine, l'unica cosa che vi rimarrà, sarà il desiderio di uccidere Steve Albini e il suo fottuto trio di musicisti minimalisti. Dodici minuti e passa di niente, di noia totale, dodici minuti aspettando che succeda qualcosa e poi, quando ogni tanto succede, era meglio che non succedesse proprio nulla! Secondo me erano tutti ubriachi e, fra una vomitata e l'altra, ogni tanto si ricordavano di suonare qualcosa su quell'obbrobbrioso giro di basso che Weston si ostinava a prolungare all'infinito, probabilmente pensando che... Dio, chissà cosa pensava! Ora, con una canzone così brutta, con un titolo già così irritante, chissà com'è il resto dell'album, considerando che ovviamente i tre geni l'hanno piazzata proprio come prima traccia. Beh, io non lo so, perchè non sono mai riuscito a procedere nell'ascolto, visto che, dopo questi interminabili dodici minuti, sono sempre dovuto correre in bagno a vomitare...

mercoledì 8 maggio 2013

Week 19/13


  •  Lucidity - Tame impala (Innerspeaker, 2010) Mio cugino ha un collega talmente noioso che, se gli chiedete che musica ascolta, lui risponde: Pink Floyd, rock psichedelico. Voi storcete un pò il naso ma andate avanti, e chiedete: Ah bello, e che altro? Quick Silver? Greatful Dead? Al che lui vi risponde, con aria sconcertata: no no, questi non li conosco. Solo Pink Floyd e Gentle Giant. Allora voi ve ne andate. Il fatto è che, ogni tot, io e mio cugino ci ritroviamo a dover discutere su cos'è rock pischedelico, se è vero o no che già nel 1967 era tutto bello e finito. Ovviamente spariamo un sacco di cazzate, perchè tutti sanno che già dagli anni '80 hanno cominciato a circolare nomi assurdi come neo-psichedelia, psicho-revival, psych-dream pop e porcherie simili... Ora, noi non lo sappiamo se questo bastardello australiano che si nasconde dietro il nome di un docile animale faccia o meno rock psichedelico, ma a noi ci piace, sia che siamo lucidi sia che non lo siamo, e voglio dirla tutta: quando siamo sicuri che non ci vede nessuno, vi giuro che su questa canzone ci mettiamo anche a ballare!
  • Heartbeats - Knife (Deep cuts, 2003) Ci sono persone a cui farei una statua d'oro senza pensarci due volte: al tipo che ha inventato il ciocorì, per esempio. O a Kim Gordon vestita solo del suo basso (ok, magari venticinque anni fa). Ne farei immediatamente una anche al mio amico A.A., che una bollente notte di due anni fa mi ha mandato via mail il link a questa canzone, scrivendomi: ci sono dei beat che a volte ti entrano in testa e non ti mollano più. Ecco, da quella notte, quei beat non mi hanno mollato più, mi hanno strafottuto il cervello, mi hanno colonizzato i sogni e la colazione del sabato mattina. Ecco, caro amico A.A., solo per questo io ti farei una statua d'oro. Anche se il rovescio della medaglia è che vado in giro con la panda come un mammoriano, con i bassi di Heartbeats profondissimi e i miei squallidi tentativi da eunuco di stare appresso alla voce stupenda di Karin Dreijer. Ecco, ripensandoci, caro amico A.A., forse una birra alla Città Vecchia te la offro, ma la statua d'oro mi sa che non te la faccio.
  • Nothing is - My Bloody Valentine (MBV, 2013) Io c'ero, ah ah!, all'Hammersmith Apollo di Londra il 13 marzo, io c'ero! Ah ah! Ed ero con le tre persone più importanti della mia vita (anche se una sembrerebbe che non avesse orecchie per sentire...). Io c'ero, senza tappi per le orecchie e con il corpo che mi vibrava tutto... ma Nothing is non l'hanno fatta, e che cazzo... peccato, perchè se l'avessero fatta, avrei spiegato alle tre persone più importanti della mia vita, con la mia solita faccia di culo, che quel pazzo di Kevin Shields aveva completamente ribaltato i canoni della musica pop, delegando le chitarre a gestire il ritmo, e la batteria a gestire la - ehm - melodia. Ma non gliel'ho potuto dire. E per questo glielo dico ora.

martedì 7 maggio 2013

Tre canzoni a settimana

In queste insufficienti righe riporterò ogni settimana tre canzoni sotto ascolto, consigliate o da evitare, coinvolgendo e mettendo in imbarazzo figure più o meno note dei paraggi. Buon ascolto, se mi date fiducia!
Angelo Pulichino