domenica 30 ottobre 2016

Week 43/16


  • Sunshine smile - Adorable (Sunshine smile single, 1992) Ho mandato circa 20 messaggi ai miei affidabili punti di riferimento sparsi per tutto il globo ma sembra che nessuno, per lo meno fra chi si è degnato di rispondermi, si ricordi di questi inglesi Adorable, che pubblicarono un paio di album con la Creation a inizio anni '90. Manco a dirlo, reverbero a palla, scintillanti melodie pop, ciuffi figli dei fratelli Reid. Leggendo qua e la sembrerebbe che siano stati fra i più' grandi esponenti di quel non genere chiamato shoegaze a cui io, nonostante i miei tentativi di affrancarmene, nonostante i miei flirt con generi distantissimi, addirittura a volte senza neanche un filo di chitarra, ritorno sempre, quasi fosse il mio vero grande amore. Che vorrà dire ciò? Boh, magari solo che devo cotonarmi i capelli come il qui cantante e frontman degli Adorable Piotr Fijalkowski. Oppure che c'è tanta di quella roba (ingiustamente) sommersa che ho voglia ancora di cercare e studiare!
  • It's tomorrow now - Flyying Colours (Mindfullness, 2016) Sembra che senza volerlo questa settimana mi sia dedicato a rintracciare nuovi e vecchi gruppi dediti al frastuono più atroce o, per lo meno, ai reverberi da sindrome da pedaliera convulsa detta anche shoegaze. Questi qui, per esempio, dal nome geniale, me li ha fatti scoprire il mio amico Danzog. Direttamente dall'Australia, cosi' come l'amico Danzog, i Flyying Colours. Cos'hanno di più rispetto a tutti i miliardi di altri gruppi che negli ultimi trent'anni hanno fatto musica guardandosi le scarpe? Beh, avete per caso mai sentito un solo di chitarra cosi cattivo in una scintillante canzone shoegaze, come quello che chiude It's tomorrow now? No? Beh, ecco allora cos'è.
  • Waiting there - 93MillionMilesFromTheSun (Northern sky, 2011) Eccoli, anche loro, shoegazisti del terzo millennio, scoperti grazie all'amico Danzog e al suo fantastico account Instagram. A questo punto, cio' che mi chiedo è: chi è che fa conoscere la musica a chi fa conoscere la musica a quelli come me che vogliono far conoscere la musica?

domenica 23 ottobre 2016

Week 42/16


  • Antenna - Sonic Youth (The Eternal, 2009) Questa canzone mi fa pensare a Dario Fo, appena appena morto, di cui il figlio Jacopo ha più o meno detto che, fino alle fine, era stato grandioso. Beh, ascoltando Antenna, dall'ultimo album dei Sonic Youth, mi viene da pensare la stessa identica cosa. Fino alla fine sono stati unici, duri, pop. Fino alla fine sono stati grandiosi.
  • Dragged out - Chelsea Wolfe (Abyss, 2015) Odio parlare della musica per accostamento, ma queste canzoni di Abyss mi sanno cosi' di già sentito che non posso proprio fare a meno di pensare ad altro, mentre le ascolto. Certo, la Wolfe c'ha proprio una gran bella voce, anche se assomiglia un po' alla Calvi, c'ha degli ottimi rumoristi alle spalle, anche se mi fanno pensare a Reznor, e la composizione è sufficientemente oscura, anche se esistono già i Black Sabbath. Non me la sento di bocciarla, ma non è tutto sto gran fenomeno di cui nei mesi scorsi si è parlato.
  • DJ - David Bowie (Lodger, 1979) Appena finisco di scrivere queste quattro stronzate dovrò attaccare il ferro e fare quella che qui chiamano la repasse. Insomma, dovrò tirare fuori tutte le camicie e tutti i pantaloni che da giorni mi guardano sospetti dal mobile delle cose pulite e dovrò stirarle una per una, a meno che domani non voglia andare in ufficio come un barbone stile American Psycho, non so se lo avete mi letto ma dovreste, o almeno guardare il film con Nolan tratto dal libro. Barboni, puttane, sangue, yuppies, sesso e cibo, e cibo e ristoranti, e ristoranti e conti stratosferici, e vestiti Armani, Trussardi, e Boss... insomma, è un casino, perché già i miei colleghi non mi vedono bene, e che sono italiano, e che sono schizzato, e che quando parlo in francese devo proprio sembrare un impedito totale, peggio di Apu dei Simpson, insomma altro che American Psycho... ma dicevo, non so cosa dicevo, ma il punto è, secondo voi, uno come David Bowie, coi soldi che ha, con il lifestyle che gli attribuivamo, David Bowie, da vivo, pantaloni e camicie, se li stirava da solo?

domenica 16 ottobre 2016

Week 41/16

  • The Universal - Blur (The great escape, 1995) Allora, fra meno di due settimane Giulietta dovrà operarsi di tonsille e adenoidi. Un intervento ad anestesia totale, per quanto leggera, a neanche tre anni. Ho voglia di provare ad aggiustarmi umore e giornata con questa canzone. Ho voglia di sentirmi leggero come mi sentivo 21 anni fa. La verità è che ho una figlia, che si deve operare, che mi piaccia o no. La verità è che mai più mi sentirò leggero come 21 anni fa. E allora, manco lo sapevo di viaggiare cosi leggero.
  • Be my baby - Ronettes (Presenting the fabulous Ronettes featuring Veronica, 1964) Quando torneremo dall'ospedale, Giulietta avrà il suo triciclo nuovo, rosso o blu, forse lei lo preferisce blu, con disegnato Minnie o Topolino, vedremo, che l'aspetterà a casa. Poi verranno quindici giorni di degenza e semi-quarantena, con pasti a base di gelato e coccole e cartoni, aspettando e temendo la complicazione, quella riapertura delle piccoli cicatrici di cui tutti parlano. E per quel che mi riguarda, altro che triciclo rosso o blu con Minnie o Topolino. In quei quindici giorni un sorriso non me lo strapperete neanche se mi portate una Cadillac rosa con sopra - non stampate, ma in carne e ossa - tutte le Ronettes, compresa Veronica e Phil Spector.
  • These boots are made for walkin' - Nancy Sinatra (These boots are made for walking', 1966) E poi la vita ricomincerà a scorrere via, fra abbracci, litigi, dispetti reciprochi, giochi pericolosi, pop corn davanti la TV, twist improvvisati in salotto e cose del genere. Insomma, non saremo la famiglia Vianello, e manco i Simpson, pero', tonsille o meno, adenoidi o meno, stivali a punta o ciabatte da casa, non ci annoiamo mica noi...

domenica 9 ottobre 2016

Week 40/16


  • Ti cambia il sapore - Afterhours (Folfiri o Folfox, 2016) Alle 4 di notte, fra giovedì e venerdì, vomitavo l'anima mischiata a pezzi di entrecôte e di pomme de terre, a litri di vino rosso e di birra chiara, affacciato, aggrappato al cesso da 400 euro di un'asettica stanza di un asettico albergo del centro di Grenoble. Più vomitavo, più il mal di testa calmava, ma più vomitavo, più i pensieri mi si facevano confusi: potrò fare colazione con i pancake domani mattina? Sarò in grado di andare in ufficio col tram? Devo chiamare qualcuno? Riuscirò a rivedere Giulietta prima di morire? Non è che i miei colleghi di Grenoble mi hanno avvelenato? Avrei dovuto dare la mancia al portiere di notte che alle 5 mi ha portato un Dolipran quando non avrebbe potuto darmi nessun farmaco? E mentre nella mia testa succedeva tutto questo, mentre facevo entra e esci dal cesso, mi sdraiavo nel letto, mi rialzavo, poi schizzavo di nuovo verso il cesso, mentre pensavo di morire, mi salivano i conati, maledicevo Grenoble, i miei colleghi, l'entrecôte avvelenata, questa canzone degli Afetrhours continuava a ripetersi in loop nel mio cervello, a dispetto della mia volontà. Ti cambia il sapore, colonna sonora involontaria di uno dei peggiori incubi a occhi aperti in cui finora mi sia capitato di trovarmi.
  • Halleluia - Negrita (Reset, 1999) Poi sono riuscito ad andare in ufficio, in tram, e prima ho anche fatto la doccia in una doccia inutilmente ricca, snob, moderna che non mi è piaciuta per niente. Pero' niente pancake, che avevo ancora la nausea. E una mattinata di meeting infernali in cui facevo solo presenza. Alle 12  non ce la facevo più. Non riuscivo a tenere gli occhi aperti. Allora ho domandato a una collega di accompagnarmi in infermeria dove una signora molto gentile mi ha fatto i complimenti per il mio francese, e poi mi ha fatto coricare in un lettino. Con una coperta. Con un aggeggio per accendere e spegnere la luce a mio piacimento. Con un altro aggeggio per chiamarla in caso di bisogno. Ho dormito come un pascià, e anche se al mio risveglio avevo una fame cane che sapevo non sarei riuscito a colmare, non avevo più mal di testa, la nausea era ridotte al minimo e, soprattuto, non avevo più gli Afterhours in loop in testa. Mi sono alzato dal lettino, ho riposto la coperta e i due aggeggi e spalancato un sorriso. Poi, in loop, ha cominciato ad andare Halleluia!
  • Bigger wheels - I am Kloot (Natural History, 2001) E dopo un lungo viaggio per rientrare a Aix, a stomaco vuoto e con ancora sonno da smaltire, ho fatto un giorno di cautela, ieri, sabato, e poi oggi, come sempre mi capita dopo che ho pensato di morire,  ho voluto strafare, contento di essere ancora vivo, convinto che quella vomitata in bagno alle 4 del mattino mi avrebbe potuto uccidere: prima piscina, senza colonna sonora, che in vasca penso solo ai fatti miei, poi ho portato le mie donne a pranzo al Relais Blue, dove abbiamo ben mangiato e poco pagato, e poi abbiamo fatto una lunga passeggiata in macchina sulla Sainte Victoire, sotto un caldo sole autunnale, fra migliaia di persone che facevano pic nic, sport bizzarri, escursioni a piedi o in bici. Colonna sonora? I am Kloot, che piace a tutti, e il cui album d'esordio è cosi solare e spensierato che è l'ideale per chi, in una fredda notte grenoblina, ha rischiato di morire soffocato e solo aggrappato a un costosissimo cesso di un asettico albergo del centro.

domenica 2 ottobre 2016

Week 39/16


  • Protobodhisattva - I Cani (Aurora, 2016) So di averlo snobbato appena uscito, ma invece non è per niente male Aurora de I Cani. Non mi strappo i capelli, è ovvio, in fin dei conti è una deludente delusione da parte di uno che mi aveva elettrizzato e fatto ben sperare per il post punk italiano, ma sempre meglio degli altri italiani che fanno musica leggera italiana per niente post punk (o forse si??) tipo, che ne so, il secondo Marco Masini (che il primo invece lo adoro!) o Claudio Baglioni di cui forse avrete sentito parlare qualche volta. Insomma, Contessa questo si è messo a fare al momento, pero', come al solito, lo fa sempre meglio degli altri.
  • Barrel of a gun - Depeche Mode (Ultra, 1997) Fino a un certo punto puoi ignorarli e perdere tempo a parlare di Aurora de I Cani ma, prima o poi, coi fantasmi devi farci i conti. Ed è allora come un fusibile, che una volta che si brucia non si può più ripristinare. Diventa un fiume in piena, i nodi si incagliano nel pettine e i ricordi tornano a galleggiare, proprio come la merda, nei liquidi vitali fra cervello e cuore. So di aver smesso gia da tempo di crescere per cominciare a invecchiare, ma nessuno mi aveva mai detto che assomigliasse cosi tanto a morire.
  • La crisi - Bluvertigo (Zero - ovvero la famosa nevicata del '85, 1999) E come ormai il mio cervello è inondato da questa merda, anche gli ascolti ne risentono, e alcune canzoni riprendono il loro posto, acquistano significato a distanza di decenni: "Molto spesso una crisi è tutt'altro che folle, è un eccesso di lucidità". La musica non ti salverà, ma almeno ti fa sentire meno solo.