venerdì 25 ottobre 2013

Week 43/13

  • Backwell - Beak (Beak, 2009) Ti piacciono i Suuns, mi hanno detto, e non conosci i Beak? Ma dai, davvero? Così - da una parte umiliato per essermi fatto cogliere impreparato, dall'altra eccitato per un'insperata dritta - sono corso a colmare questa incredibile lacuna, senza neanche preoccuparmi di rispondere alla domanda. Ho procurato subito il loro primo album, ho messo lo stereo a manetta, ho premuto play, quasi eccitato. Ammetto di essere rimasto estasiato da questa Backwell che apre il disco, ma tutto il resto mi ha subito e profondamente annoiato a morte. E l'ho ascoltato tre volte di fila! Quindi ho premuto stop, ho spento lo stereo, ho cancellato i file dal computer. E poi sono corso a rispondere alla domanda di cui sopra: si, conosco i Beak. Ho detto. E poi ho anche aggiunto: e mi fanno davvero schifo.
  • Double dare - Bauhaus (In the flat field, 1980) C'è qualcosa di già sentito nella voce di Peter Murphy, nelle chitarre di Daniel Ash, nel drumming di Kevin Haskins. Ma qualunque cosa sia, loro l'hanno fatto prima degli altri. E, in molti casi, molto, ma molto, molto meglio.
  • Mercy - TV on the Radio (Mercy 45rpm, 2013) Lo ammetto, mi stò già leccando i baffi, le orecchie e anche gli occhi. Sto rischiando di disarticolarmi le spalle muovendole di qua e di la ogni volta che sento Mercy. Controllo ogni cinque minuti se hanno annunciato la data di uscita del nuovo album. E poi rimetto da capo Mercy, e poi di nuovo ancora, e ancora, e ancora. Poi, quando proprio non c'è più niente da fare se non aspettare, mi fermo un attimo, esausto, e ringrazio Tunde Adebimpe (o qualche altro Dio), per aver accolto le mie preghiere, e aver cominciato, da questo singolo, ad esplorare territori più amorevolmente garage.

martedì 22 ottobre 2013

Le tripletta di - udite, udite! - Daniele Zito

Non è perchè il suo blog Sei Cose ispira e commuove ogni giorno milioni di blogger in tutto il mondo (fra cui me), nè tanto meno perchè il suo romanzo-capolavoro La solitudine di un riporto verrà presto citato in tutti i manuali alla voce decostruzione. Non è neanche per i suoi baffi eleganti, nè per la laurea in informatica specializzazioni occulte, nè per il sorriso sornione e oppiaceo. E' perchè gli ho chiesto di fare la sua tripletta e lui, gentilmente, l'ha fatta. Signore e signori, le tre canzoni di Daniele Zito!

  • Hoist that rag - Tom Waits (Real gone, 2004) Io, ogni volta che la gente parla di musica, mi domando sempre se abbia realmente senso perdere tempo a discutere di canzoni, generi, stili e tutta quella roba lì se poi, quando meno te lo aspetti, dal fondo di un bar sbuca fuori un signore di Pomona capace di prendere in mano un microfono e soffiarci dentro con questa voce qui. Mica la puoi raccontare o classificare una voce così, figurati se puoi capirla. Puoi soltanto ascoltarla. Meglio se in silenzio.
  • Non importa - Wolfango (Wolfango, 1997) C'era ancora il Consorzio Produttori Indipendenti, allora. Forse per questo l'idea di mettere assieme un basso, una batteria e due voci stonate, oltre che dei sonagli, non sembrava tanto folle. In tutto i Wolfango sono riusciti a far uscire due dischi, Wolfango e Stagnola, due piccoli capolavori, poi più niente, troppo sgangherati per riuscire a resistere oltre. Chissà che fanno adesso. Mi piace pensare che prima o poi torneranno a creare altri giocattoli mostruosi.
  • J.S.Bach's Partita #2 - Glenn Gould (The art of piano) Cos'è un artista? E' uno che si mette al piano a provare e riprovare sempre le stesse cose fino a diventare perfette, e pazienza se non gli riesce, - se ogni tanto impazzisce attorno qualche passaggio, se le dita non vogliono saperne di seguire la partitura - lui comunque resta al piano, e se proprio non ce la fa più a battere sui tasti, prima si alza, poi borbotta, poi ancora guarda perplesso fuori dalla finestra domandandosi Cos'è che non va? Porca puttana, cos'è che non va?, e trenta secondi dopo è di nuovo al piano a provare e riprovare.

sabato 19 ottobre 2013

Week 42/13


  • Ohm - Yo La Tengo (Fade, 2013) Ascolto questa canzone almeno tre volte al giorno perchè, dopo lo shock di schifo procuratomi dal precedente album Popular song, voglio assicurarmi che i miei Yo La Tengo siano davvero tornati sulla vecchia e giusta strada, e che non sia solo un'impressione frutto della mia malinconica fantasia.
  • Missing boy - Durutti Column (LC, 1981) Ascolto questa canzone almeno tre volte al giorno perchè, se da una parte è vero che non si esce vivi dagli anni '80, dall'altro è vero che non c'è un solo motivo buono per farlo.
  • DLZ - TV on the Radio (Dear Science, 2008) Ascolto questa canzone almeno tre volte al giorno perchè, fanculo la mia malinconia, c'è in giro troppa musica fica per perdere tempo a rimpiangere le vecchie e giuste e noiose strade, i decrepiti anni '80, gli anchilosati Dinosauri della preistoria. Guardiamo al passato si, ma solo per prendere la rincorsa!

sabato 12 ottobre 2013

Week 41/13


  • Intermission - Blur (Modern life is rubbish, 1993) Stavo facendo lo sborone, lo ammetto, e mentre parlavo piegavo la testa di lato di tanto in tanto e sbattevo lentissimissimamente le palpebre dei miei occhi. I Blur non hanno segreti per me, dicevo compiaciuto, sono come un libro aperto per me! Il loro parco suoni, gli stili di composizione... non è certo perchè non conosco Modern life is rubbish che i Blur... a quel punto mio cugino si è alzato, immerso nel suo solito silenzio oppiaceo, e mi ha fatto ascoltare questa canzone. Poi, per la prima volta nella sua vita, lo ha detto anche a me: Coglione! Finalmente, chissà da quanto tempo aspettava questo momento...
  • Freak scene - Dinosaur Jr. (Bug, 1988) Non vedevo questo video da anni e, quando questo pomeriggio mi è finito davanti agli occhi, ho sentito una fitta al cuore: capelli che gli svolazzano di qua e di la, piroette a bizzeffe come se fosse vivo e quando poi si piega sulla chitarra minuscola per violentarla... dio, per me J Mascisc è come uno di famiglia ed io gli voglio bene. Hai sentito J? Io ti voglio bene! IO TI VOGLIO BENE!
  • Song of the minerals - Shellac (At Action park, 1994) Visto che sono in vena di squallidi sentimentalismi, colgo l'occasione per tendere una mano agli Shellac: è un grande album questo At Action park, non c'è che dire, e questa canzone (che è probabilmente la più melodica dell'album) è puro spettacolo. Attento Albini, mi stai ancora sulle palle, con quella tua voce da palle strizzate, ma ti do un'altra chance. Vedi di non sprecarla...

mercoledì 9 ottobre 2013

La tripletta (della follia) di Gloria Patané


Nuovo ospite, oggetto di un folle e lungo corteggiamento: Gloria Patané ci propone una tripletta sulla follia, una tripletta insana, una tripletta da folli! Buon ascolto, e buona lettura. Folli...
  • Song 2 - Blur (Blur, 1997) Una sera piena di stelle, di rientro da una scampagnata, giornata di vino rosso e reggae e alla fine carciofi arrostiti, la parte migliore di ogni scampagnata. Avevamo cantato e riso e parlato tutta la giornata, e quindi non c'era più bisogno di parole. Zitti e assorti, nel buio della campagna ennese, ma nessuno di noi era lì in quell'abitacolo intriso di musica che si spandeva oltre il finestrino. Non posso dire a cosa stessero pensando gli altri, ma di una cosa sono certa: eravamo tutti consapevoli che quel momento non sarebbe più tornato. E stavamo zitti, mentre questa canzone urlava nella notte una folle rassegnazione.
  • Tourette - Nirvana (In utero, 1993) Urlavo invece quando ero giovane e bella, no, bella no, ma giovane si, e urlavo dalla mia testa e dicevo cose parole e sentimenti senza senso, e la gente pensava che fossi pazza, ma probabilmente era solo una sindrome di Tourette non diagnosticata. E quando Kurt urlava nessuno pensava che fosse pazzo, perchè lui oltre ad essere giovane era pure bello. E si sa, i belli raramente sono pazzi, i pazzi sono quelli con i denti storti e i capelli sfilacciati e mezzi caduti e i vestiti sdruciti. E urlano sconcerie e nessuno ci fa caso, se sei bello invece tutti si preoccupano per te. Meno male che poi sono guarita, perchè con i mei denti storti e i capelli sfilacciati e i miei vestiti sdruciti, se mi fossi sparata un colpo di fucile nessuno ci avrebbe fatto caso.
  • Lu rusciu te lu mare - Alla Bua (Alla Bua, 2002) Noi femmine abbiamo una pazzia diversa da quella dei maschi. I pazzi maschi spesso sono violenti, alcune volte geni e altre solo pazzi che non c'è niente da fare. Quando una femmina è pazza invece è solo isterica: il nostro male ha origine sempre e solo li, da quel pezzo del nostro corpo che da la vita e quando secca e muore ci cambia l'anima e ci fa impazzire. Ma quando una donna è pazza è libera di cantare e di ballare, se ne frega di chi la vuole curare, e allora possono stare li gli uomini a suonare e battere sui loro tamburelli e cercare di farla rinsavire... canta femmina folle, femmina pazza, femmina isterica, che la follia è un dono degli Dei.

sabato 5 ottobre 2013

Week 40/13 - una tripletta hardcore per tre clichè artistici


  • Out there - Dinosaur Jr. (Where you been, 1993) L'antipatica domanda è: non è che per caso questa canzone sarebbe apparsa come un capolavoro, e non come la semplice copia di una copia di una copia, se fosse stata contenuta nel primo e non nel quinto album dei Dinosaur Jr.?
  • I love you - Black Flag (My war, 1984) Altra antipatica domanda: che questa liscissima canzone dei Black Flag sia le fondamenta per i capolavori hardcore a venire, è sufficiente per reputarla più importante di tutte le altre? 
  • Terrorista N.A.T.O. - Punkreas (Pelle, 2000) Ultima antipatica domanda: è poi così importante capire se questa cristallina canzone dei Punkreas debba essere classificata come hardcore, punk o come crossover hard-punk-new wave-power pop?