domenica 29 aprile 2018

Week 17/2018


  • Altrove - Virginiana Miller (Gelaterie sconsacrate, 1995) Non me n'ero accorto finora, ma questo esordio di ben 23 anni fa dei Virginiana Miller mi fa pensare, nei suoni (sopratutto delle chitarre) e nell'atmosfere a due pezzi grossi del rock siciliano dello stesso periodo: i Flor (del terzo album soprattuto) e Kaballà (degli esordi). Questa canzone in particolare, poi, mi sembra proprio che abbia delle similitudini fortissime. Forse è l'aggettivo tirreniche, oppure la parola treni, non lo so, forse il titolo che rimanda a distanze inconcepibili che non sono solo di spazio ma anche, e soprattuto, di stati d'animo e mentale ma insomma, sta canzone, ecco, mi fa pensare alla Sicilia, tutto qui...
  • Make it real - Suuns (Felt, 2018) Se dicessi che il percorso in studio dei Suuns è una delle cose più elettrizzanti della mia vita, chiunque oggi potrebbe dire che sia bugia. 
  • Translate - Suuns (Hold/still, 2016) Ma se dicessi che il percorso live dei Suuns è una delle cose più elettrizzanti della mia vita, beh, allora, nessuno, ne oggi ne mai, potrebbe dire che sia una bugia.

domenica 22 aprile 2018

Week 15-16/2018


  • Sweet release - Coral (Move through the dawn, 2018) Queste ultime due settimane sono state caratterizzate da eventi straordinari: un week end lungo a Paris, un precoce quanto violento quanto legittimo scampolo di estate provenzale che ha portato a temperature attorno ai 25 gradi, la Roma che rifila un 3 a 0 al Barcellona e si qualifica alle semifinali della Champions League, i vicini di casa che per ben due sere di fila hanno mantenuto il loro merdosissimo apparecchio televisivo a volumi decenti e poi, sommo gaudio, l'uscita del nuovo singolo dei Coral che anticipa l'album in arrivo fra qualche settimana. Poi, che la canzone in questione sia bellissima nonostante un po' scontata, beh, questo non ha proprio niente di straordinario... 
  • Andate tutti affanculo - Zen Circus (Andate tutti affanculo, 2009) Prima di imbattermi nel loro ultimo album (in heavy rotation al momento) questa era l'unica canzone dei Zen Circus che conoscevo. E non mi piaceva. Ma ora, grazie alle strofa "a chi critica, giudica, elogia, figli si troppo di madre noiosa. L'arte è pensiero che esce dal corpo, ne più ne meno come lo sterco", potrebbe quasi quasi diventare l'inno ufficiale di questo misero blog. Che fa, lo faccio?
  • 1 2 3 get ride of me - Drive Blind (Be a vegetable, 1996) E a tal proposito, visto che sono un criticone senza speranze, uno spara sentenze, un fanfarone, un gradasso senza ritegno, un arrogante, piacione, ipocrita, sbruffone, un buffone che critica, giudica, elogia senza un minimo di comprensione di ciò che sia fare arte, ecco che torno come sempre sui miei passi e dico che si, Be a vegetable dei Drive Blind è, eccome se è, un eccellente album noise. C'è si qualcosa di piuttosto grunge, qua è la, nella struttura standard delle canzoni e nelle chitarre meno spregiudicate, ma cazzo se è un album noise di ottima fattura. Ottimo sterco fuoriuscito dal corpo!

giovedì 5 aprile 2018

Week 11-12-13-14/2018


  • Catene - Zen Circus (Il fuoco in una stanza, 2018) Vi giuro che ho avuto i miei buoni motivi per sparire cosi per quattro settimane: estrazione di cinque denti del giudizio, vagabondaggio per le streets di Londra con Andrea, Pandabell che mi ha lasciato a piedi complicandomi la vita; ma vi giuro che ho altrettanti buoni motivi per tornare oggi come se niente fosse: questa canzone dei Zen Circus signori! Questa canzone dei Zen Circus e il suo bellissimo video!
  • Hypnotised - Undertones (Hypnotised, 1980) Ecco un altro buon motivo per tornare fra queste pagine. Nonostante in qualche post precedente lo abbia paragonato a cose già sentite, facendo anche intendere di snobbarlo un po`, devo ammettere che quest'album degli Undertones è veramente una spanna più in alto rispetto alla roba a cui io stesso lo avevo già paragonato: Wire, Xtc, New York Dolls anche, Stranglers. Certo però, il discorso non vale se lo paragoniamo alle cose dei Kinks, Who e Pretty Things, per esempio. Quindi mi sto un attimo cazzoconfondendo, lo ammetto. Facciamo cosi. Diciamo che le cose degli Undertones stanno in mezzo alle cose di tutti questi elencati, ecco. Si, diciamo proprio che stanno in mezzo a tutti questi, si...
  • Fear - Drive Blind (Be a vegetable, 1996) C'è stato un momento, un paio di estati fa, che a causa di questa canzone mi stavo per svenare, lanciandomi nell'acquisto di una ristampa deluxe di questo album ca-po-la-vo-ro del rock français che sarebbe Be a vegetable... meno male che non l'ho fatto! Fear infatti è un faux ami, uno specchietto per le allodole, una vera e propria mossa Kansas City! Messa li in prima fila fa credere all'ascoltatore di trovarsi al cospetto di un album noise di ottima fattura ma, lasciando posto alle tracce successive, scopriamo che l'ottima fattura resta, ok, ma i propizi segnali rumoristici si addomesticano subito subito in un noiosissimo grunge fotocopia dei grungisti più noiosi americani. Che noia! Per fortuna ai tempi, chissà per quale motivo poi, non feci l'incauto acquisto delegando a Spotify, solo recentemente, il compito di colmare questa lacuna. Beh, direi una trentina di euro risparmiati e la figura da nerd intellettuale post punk con la puzza sotto al naso assicurata! Ah, c'est la vie!