domenica 27 aprile 2014

Week 17/14 - Una tripletta post Record Store Day

Immaginate il panico che mi prende, a metà di questa fatidica mattinata del Record Store Day, quando mi rendo conto che, fra le meraviglie che mi sono già accaparrato, non c'è nessun 7". Forse, all'inizio, lo ammetto, sono stato un pò snob, ma poi, come sempre accade quando ormai è troppo tardi, il panico! Uscire dal negozio di dischi il giorno del RSD senza nessun 7" sotto braccio vuol dire rischiare la figura del collezionistucolo di provincia, quello che non sa che una vera e pregiata collezione di vinili si fa con i 45 giri. Nel giro di pochi minuti il panico aumenta, come la polvere negli scaffali fra i quali mi aggiro ora come un fantasma demotivato, e non so proprio che fare. Poi, decido: rischio tutto. O la va, o la spacca. Allora tossisco, riprendo il controllo, finisco il mio giro fra i dischi accentuando di tanto in tanto l'aria schifata per quei titoli poco attraenti. Poi, con simulata spigliatezza da musicologo navigato, tiro fuori a sorpresa dalla pila degli orribili rimasugli quel piccolo e unico quadrato nero, quello senza nessuna scritta a parte la misteriosa side by side - ?, che tutti incuriosisce ma che nessuno prende sul serio. Lo tiro fuori, quindi, assicurandomi che tutti gli altri musicologhi navigati della città abbiano ben visto, e lo porto alla cassa, ostentando sicurezza nel porgere la tessera bancomat. Quindi pago, poi scappo via, infilandomi dritto filato nel cesso del mio rifugio, il caffè Opera. L'adrenalina per quel rischio che sto correndo unito alla fatica per lo sforzo di recitare davanti a tutti mi devasta quasi nel fisico. La mente invece è provata dalla certezza che tutta la mia credibilità nei confronti dei musicologhi navigati della mia città, così come il personaggio che dovrò interpretare pubblicamente per i prossimi dodici mesi, dipendono da cosa è registrato su questo piccolo pezzo di plastica da 7". O vivo, o muoio, non ci sono mezze misure. Quindi tiro un respiro e un pò rassegnato mi concentro sul disco.  E' chiaro che comunque non ho le mani che tremano, perchè le aspettative sono basse. Non ho il cuore in gola, non ho l'eccitazione in corpo. Sono quasi rassegnato a ritrovarmi fra le mani un side by side metal, blues, peggio!, hip hop. Non ho davvero molte aspettative. Sapevo e so ancora che il rischio che corro è davvero troppo alto. Quindi, con calma, tiro via il foglio di plastica e lo conservo in tasca, per recuperare poi gli adesivi. Infilo le dita dentro il cartone nero, con delicatezza che male che vada mi rivendo questa porcheria su eBay, e comincio a tirare via il disco, avvolto ancora nella carta bianca, quella più leggera che protegge il vinile. Forse sto già pensando ad altro. A cosa mangerò a pranzo, a cosa prenderò al bar una volta uscito dal cesso, a cosa staranno dicendo di me gli spigliati e navigati musicologhi della città. Poi è un attimo: le mani cominciano a tremare, il cuore sale in gola, l'eccitazione mi pervade il corpo. Sotto i miei occhi allibiti, arrossati, stupefatti, commossi, negli stessi psichedelici e familiari caratteri di 47 anni fa, leggo 7 and 7 is - Love (Da capo, 1967), e dall'altro lato, lo stesso titolo di canzone, ovviamente, ma il gruppo è Rush (Feedback, 2004). Quindi schizzo via dal bagno, saluto tutti senza neanche prendere un caffè, e corro a casa. Do un bacio a Francesca, preparo il disco sul piatto, prendo la mia piccola Giulietta e me la metto seduta sulle gambe, sorridendole sornione. Poi alzo il bracetto e appoggio la puntina sul mio ex - side by side misterioso. Bisogna aspettare solo un attimo, fino a quando la chiatarra di Arthur Lee non riempie tutta, ma proprio tutta la stanza. Allora chiudo gli occhi e penso agli sguardi maliziosi dei musicologhi spigliati e navigati della mia città. Lo so, lo so che è stata solo una botta di culo, lo so. Ma per quest'anno, lasciatemelo dire, lo spigliato e navigato musicologo della città, sono io.
PS: Visto che queste pagine prevedono tre canzoni, e visto che questo post ha un formato anomalo, la terza canzone che vi propongo è Goodbye butterfly - Brian Jonestown massacre dal (un pò) deludente split con i Magic Castles.

sabato 19 aprile 2014

Week 16/14

  • Il disegno - Nicolò Carnesi (Ho una galassia nell'armadio, 2014) Ecco ciò che invidio a Nicolò Carnesi: il mazzo di capelli che ha in testa; quel 1987 indicato nelle sue note biografiche come data di nascita; che alle sette di sera, telefonandogli per un'intervista radiofonica, mi abbia risposto con la voce impastata di chi se la sta bellamente dormendo; che è in tournè nazionale; che ha già pubblicato due album; che suona il basso come e meglio di Peter Hook. Fanculo, mi pare sufficiente.
  • Kid Dynamo - Buggles (The age of plastic, 1980) Il miglior investimento della mia vita, e per giunta senza saperlo: solo 50 centesimi al mercatino delle pulci per il polverosissimo 7" la cui bside sarà l'arma con cui seppellirò definitivamente gli amanti di Franz Ferdinand e squallidissima compagnia bella: Kid Dynamo, Buggles, 1980: come vedete, ciò che amate, è una copia, di una copia, di una copia...
  • Surrounded - Uzeda (4, 1995) Quello che sfugge agli organi di controllo del bilancio Pulichino è che esistevano almeno un paio di a meno che al fioretto - che certo ammetto di aver fatto - niente spese folli in vinile per almeno tre mesi. Uno di questi riguardava proprio l'EP degli Uzeda 4 e così, senza sensi di colpa, l'altra notte mi aggiudico un'asta su eBay, pago con PayPal una cifra più che ragionevole e dopo due giorni ho fra le mani questo pregiato 12". Senza sensi di colpa, davvero. Che abbia nascosto il disco in mezzo a quelli più vecchi e che abbia distrutto in mille pezzi il cartone con cui era imballato, beh, giuro, dev'essere stato proprio un caso...

giovedì 10 aprile 2014

Week 15/14 - una tripletta in attesa del Record Store Day

  • Just like heaven - Cure (Kiss me kiss me kiss me, 1987) Fra tutte le meraviglie del Record Store Day, le mie preferite sono le pubblicazione della serie side by side: una canzone famosa, sul lato A, e una sua famosa cover, sul lato B. Questa Just like heaven, nella originaria versione dei Cure del 1987, è sul lato A del 7" che sto cercando disperatamente di accaparrarmi...
  • Just like heaven - Dinosaur jr. (Just like heaven, 1989) ...mentre questa cover dei Dinosaur jr. di due anni successiva, si trova immortalata sul lato B. Ora, raramente i miei occhi hanno luccicato così davanti ad un vinile, soprattutto un 45 giri. E se per un qualsiasi motivo non dovessi riuscire ad accaparrarmelo, giuro che ne farò una tragedia.
  • Starship - Spacemen 3 (The perfect prescription, 1987 - Translucent flashbacks, 1995) Questo invece me lo sono già accaparrato, e dato che mi è costato molto più che uno sproposito, faccio sciopero, e non ci scrivo su proprio niente.

domenica 6 aprile 2014

Week 14/14


  • Jack And Gill - 東京酒吐座 (Tokyo Shoegazer) (Turnaround, 2013) Non c'è dubbio ormai - e d'altronde non poteva che essere così - che siano stati gli amici nipponici a traghettare lo shoegaze da una semplice attitudine musicale ad un vero e proprio genere rock. Su, ne abbiamo già parlato: l'immenso contrasto fra l'etereo approccio dream e il metallico caos controllato che ricorda il contrasto fra il Giappone sospeso nel tempo delle città antiche e quello frenetico ma preciso della megalopoli Tokio. Il dubbio però che mi rimane è: com'è che dopo mesi a studiare questo fenomeno shoegaze tutto giallo l'unico pezzo che mi pare veramente bello è questo Jack and Gill che di shoegaze, permettetemi, non ha proprio una minima minchia?
  • It's about time - Beach Boys (Sunflower, 1970) Ma guarda, e dire che io ero convinto che si fossero sciolti drammaticamente nel 1967. E invece cosa viene fuori? Che i Beach Boys, i miei amati Beach Boys!, non solo hanno prodotto una tonnellata di musica fino praticamente a ieri sera, ma spesso, come testimonia questo soleggiato blues scritto da Dannis, anche di ottima qualità. Ma guarda!
  • Jane - Popstrangers (Antipodes, 2013) La storia corta è: Giulietta, la mamma Frankie, la zia Mari ed io, un pomeriggio al Mr. Hyde, a fare quattro chiacchiere con questi rumorosissimi e loschi figuri provenienti dalla lontanissima Nuova Zelanda. Niente concerto, per me, quella sera, ma un vinile, gli autografi e un gran bel ricordo. La storia lunga è: Giulietta, la mamma Frankie, la zia Mari ed io, un pomeriggio al Mr. Hyde, a fare quattro chiacchiere con questi rumorosissimi e loschi figuri provenienti dalla lontanissima Nuova Zelanda. Niente concerto, per me, quella sera, ma un vinile, gli autografi e un gran bel ricordo. La differenza fra le due storie è che, nella seconda, ci sono anche io che vi guardo dall'alto verso il basso mentre ve la racconto.