sabato 27 giugno 2015

Week 26/15 - una tripletta nostalgica IX

In forma inconsueta vi presento oggi le tre canzoni della settimana. In forma inconsueta, perchè inconsueta ne è la provenienza o meglio, la via contorta che mi ha portato a sceglierle per la tripletta di oggi. 
Inizia tutto con una delle solite cassette registrate alla radio. Su questa c'era scritto, indubbiamente da me, Radio Delfino '93. La tragedia, da sempre, è stata che non c'era scritto altro. Nel retro, solo le righine prestampate per separare le tracce da scrivere a mano, ma per il resto, tutto vuoto. Ai tempi in cui l'avevo registrata, non mi ero degnato di scrivere i nomi delle canzoni. Oppure, probabile, non le conoscevo neanche. Col passare del tempo, alcune di queste canzoni sono diventate per me molto familiari, quelle dei Flor per esempio, o dei Camper Van Beethoven, ma altre, la maggior parte poi, sono rimaste sconosciute.
Per anni sono andato in giro a interrogare personaggi maggiori e minori della scena rock catanese: il buon Vetrano, il cattivo Patti, Luca Vecchio, Gianluca di Mauro, Claudio, Cicciuzzo, Tony Strano e persino, credo, qualcuno dei fratelli Indaco. Niente. Nessuno sapeva dirmi neanche un titolo fra quelli registrati sulla cassettina.
Allora sono passato a Soundhound. Niente. Spotify, niente. Non sapevo più dove sbattere la testa.
Poi, stamattina, mentre spostavo dei libri per far spazio ad altri, ecco che salta fuori neanche so di preciso da dove un foglietto scritto a mano. La scena, sembra proprio quella di un film. Il foglietto che cade dall'alto, al rallentatore, ed io, l'Indiana Jones del caso, che seguo il volo con il mio sguardo magnetico, curioso, sexy. Quando il foglio finisce la sua corsa sul pavimento, lo raccolgo, lo leggo, non lo capisco, ma lo intuisco. Sono indubbiamernte nomi di canzoni con i relativi autori, scritti a mano altrettando indubbiamente da me, con inchiostro nero bic. Ma quando? Dove? In questa vita? Neanche per un istante li asscocio alla cassetta Radio Delfino '93. Mi incuriosisco, è ovvio, e abbandono i libri sul pavimento. Avvio YouTube sul telefonino e aspetto. Scrivo il primo di quei nomi, e sobbalzo. Poi scrivo il secondo, sobbalzo nuovamente. Infine, il terzo, stessa storia. Quelli scritti sul foglietto sono proprio i titoli e gli autori di tre di quelle canzoni registrate dalla radio, su quella misteriosa cassetta, nel lontano (cazzo quanto è lontano) 1993. Probabilmente in estate. Comincio a saltellare come un cretino, sbaciucchio Giulietta, mi riascolto e canto quelle tre canzoni. Poi, per pagare il mio obolo al destino rock, decido di lasciare da parte le tre canzoni a cui avevo pensato per questo post, e scelgo queste altre tre. 
E' inutile. Come ho già scritto in un altro post, le vie del rock sono strane, infinite e, comunque, sempre da seguire ciecamente.

sabato 20 giugno 2015

Week 25/15


  • Who - David Byrne & St. Vincent (Love this giant, 2012) Non so perchè ma alla discoteca aziendale ho voluto prendere questo cd. Non so neanche perchè l'ho voluto ascoltare nè perchè ho persino voluto leggere su Wikipedia la biografia di David Byrne. Quello che però so è che, quando ho letto che secondo Tina Weymouth, la sua (di DB) caratteristica principale è quella di tagliare i ponti con chiunque o con qualsiasi cosa che non gli serva più o che lui veda come una minaccia al suo ego, ho esclamato tutto giulivo Ma vah?!?!?!??!?!

  • Discutibile - Fine Before You Came (Come fare a non tornare, 2013) Vi spiego come funziona: carico vari album sulla mia chiavetta USB e li ascolto in macchina, seguendo determinate regole. Una di queste, forse la più semplice, implica di non ascoltare un album, seppur caricato, finchè non decido che è ora di ascoltarlo. Quindi cosa succede? Succede che appena finisce l'album dei Decibel, che sto ascoltando in heavy rotation in questo periodo, parte subito questo dei FBYC, che fermo dopo pochi secondi perchè non ho ancora deciso che è il suo turno di ascolto. Ora, avete presente quel detto che dice che non si dovrebbe mai guardare il viso di una ragazza che ci è piaciuta di spalle? Bene, qui è la stessa cosa: mi piace così tanto la frase iniziale di questa canzone che apre l'ep Come fare a non tornare, ascoltata involontariamente tante volte prima di riuscire a fermare la riproduzione, che adesso non riesco proprio ad andare avanti, e affrontare il resto della canzone da uomo, proprio di faccia.
  • Austerity Blues - Thee Silver Mt Zion Memorial Orchestra (Fuck off get free we pour light on everything, 2014) Ogni tanto ascolto musica classica, elettronica, e new wave anni '80. A volte mi piace rispolverare il trip hop, il rap pure e ogni tanto ritorno persino dalle parti degli 883, lo sapete bene ormai. Ma quando, magari mentre sono intrappolato nel traffico, le mie orecchie vengono all'improvviso violentate da staffilate a corde distorte di violino, di chitarra, di basso o di piano, allora mi ricordo che il mio unico grande amore è e resterà per sempre il rock più sporco e punk. E che comunque mi perdonerà sempre per queste stupide e insignificanti scappatelle senza corde.

sabato 13 giugno 2015

Week 23-24/2015 - tre canzoni per quindici giorni, ovvero nuovi acquisti per vecchie conoscenze


  • When the sun hits - Slowdive (Slouvaki, 1993) La parola seminale mi ha sempre fatto ridere troppo, anche se ha un bel significato, anche se per un anno ho avuto un programma alla radio di, come diceva il capo, ristampe appunto seminali (sarebbe stato più corretto dire di ristampe di album seminali, ma fa niente). La parola seminale mi ha sempre fatto ridere troppo eppure, quando sento canzoni come When the sun hits degli Slowdive, non riesco a pensarne altra. Una canzone datata 1993 dentro la quale si possono sentire suoni, soluzioni, idee del 1994, 1995, 1996, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014, 2015, 2016, 2017... chiaro il concetto di seminale, no?
  • In bloom - Nirvana (Nevermind, 1991) Io e il mio complesso con i Nirvana, ci bastasse una chiacchierata con lo psicologo. Niente ci hanno potuto e capito neanche il buon Antonio Vetrano e il cattivo Adriano Patti. E' un mistero, un vero e proprio complesso. Li snobbo, li sparlo, li scredito, ma poi puntualmente ci torno: li compro, li recensisco e capita, vi giuro capita, che mi svegli la mattina con un bisogno fisico di riascoltarli. Come è successo proprio stamattina con In bloom che, dei Nirvana, è forse la mia canzone preferita. Love?