sabato 28 dicembre 2013

Week 52/13


  • Diorama - Baustelle (Fantasma, 2013) Non so cosa mi offenda di più di questa canzone, se la voce arrogante di Bianconi o l'uso degli archi così banale che, se Phil Spector fosse morto, a quest'ora si starebbe rivoltando nella tomba. Oppure forse è quella catervata di strumenti insulsi, come il piffero e il fagotto (sicuro, è un fagotto), che spuntano qua e la come puro esercizio di stile. O forse è quel coro muto da bambini precocemente sfruttati, o la coda finale con ancora quegli archi insopportabili che pare di essere a Sanremo nel 1960, o il ritornello da recita di quinta elementare. Oppure, semplicemente, è che è una canzone brutta, contenuta in un album arrogantemente brutto, che la critica e il pubblico osannano come disco italiano dell'anno 2013, quando, in realtà, odiatemi pure, non sarebbe nemmeno dovuto essere fatto.
  • I just called to say I love you - Stevie Wonder (The woman in red, 1984) Ho sempre associato questa canzone al Natale perchè i miei parenti la massacravano ogni vigilia performandola con chitarra (zio Achille), tastiere (zio Gianni) e voce (mia madre), anno dopo anno, inevitabilmente, insieme ad altre povere canzoni. Quando il Natale, nel corso sinusoidale della mia vita, è passato da momento più bello e caldo dell'anno a rottura di palle da svoltare in un modo o nell'altro, è ovvio che si è tirato appresso anche la colonna sonora. Ma prima o poi, sempre per la sinusoide, mi ci dovevo riappacificare, e con la canzone, e con il Natale. E così, quest'anno, mettendo in atto il primo di una sicuro lunga lista di soprusi, la notte del 24 ho messo su questa canzone, ho preso Giulietta dalla culla e le ho ficcato a forza il cappello rosso in testa. Poi me la sono stretta al petto, e abbiamo ballato insieme questa canzone, mentre io la cantavo sottovoce. Poi ci siamo fatti un pianterello sommesso. Ma ognuno per un motivo diverso.
  • Cobwebs - Coral (Roots & Echoes, 2007) Dico, non è per infierire, ma prenderei i Baustelle tutti e gli farei un bel metodo Ludovico con sottofondo la discografia intera dei Coral. Tema dell'esperimento: come scrivere canzoni pop, un pò retrò, senza fare cagate colossali. E forse potremmo anche spingerci oltre: come fare canzoni pop, senza dubbio retrò, ma belle, bellissime. Due - tre sedute dovrebbero essere sufficienti. Almeno per capire la lezione. Poi, per metterla in pratica, è tutta un'altra storia. Che con la sensibilità pop dei Coral, o ci nasci, o è meglio che lasci perdere. Perchè perle come Cobwebs, non è che puoi imparare a scriverle.

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