venerdì 13 settembre 2013

Week 37/13


  • Easy Easy - King Krule (Six feet beneath the moon, 2013) Questa discussione è avvenuta via chat. Io: "Cugino, dai un'occhiata a questo video. Quanti anni avrà? Diciotto, venti?". E allego link. Mio cugino mi risponde dopo mezz'ora: "Sei un coglione. Pensavo fosse una twenty years big boobs young teen redhead depilata e ubriaca a un college party. Mi hai svegliato per niente. Sei un coglione". Signore e Signori, King Krule. Quanti anni avrà? Diciotto? Venti?
  • Shoplifting - Slits (Cut, 1979) Si narra che quando queste tre fanciulle si misero assieme, nessuna di loro era esattamente in grado di suonare uno strumento. Si narra inoltre che in quel periodo, non era esattamente richiesto saper suonare uno strumento per mettere su un gruppo. Eppure questa Shoplifting è un piccolo gioiello pop, grazie ad un ritmo irragionevole, un giro di basso che conosco tanta gente io che pagherebbe per saperlo inventare e suonare dopo tutti gli anni di studio alle spalle (mah!), un testo divertente ma al contempo impegnato (Babylonian won't lose much and we'll have dinner tonight) e persino una citazione musicale, più o meno casuale, dei Kinks (Last of the steam-powered train). Meraviglioso, quello che succede quando non hai schemi mentali. Meraviglioso.
  • The closet - Teenage Jesus and the Jerks (No New York, 1978) Anche questi disgraziati, non è che fossero proprio dei campioni coi loro strumenti. Eppure, con le loro dieci - dodici canzoni pubblicate in tre anni (circa diciotto minuti di musica in totale), hanno stravolto tutto. The Closet è una marcia funebre su cui Lydia Lunch infierisce con i suoi strazi da disperata che annega. E' un ritmo alieno senza il quale non avremmo mai avuto i Sonic Youth di Bob Bert. E' un primordiale tentativo di distruggere tutto ciò che sappiamo sul rock per poter ricominciare da capo. Questo, e nient'altro, è vero punk.

4 commenti:

  1. Che figata la prima è girata a Londra!
    Agadú

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  2. La seconda e la terza mi ricordano un paio di gruppi che ho ascoltato l'altra sera all'old blue last a old street. Però associati ai pezzi peggiori che hanno eseguito per un'impressione di sconclusionatezza che mi hanno lasciato...col punk spesso non si azzeccano I pezzi. Devi aspettare il prossimo e sperare che sia quello giusto che ti fa rivalutare il gruppo, a mio parere

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  3. Quello che hanno fatto gruppi come le Slits in Inghilterra e Teeage Jesus and the Jerks in America (assieme a tutti gli altri sporvveduti delle scene di appartenenza: Mars, Contortions, Pop Group etc..) è stato resettare tutto e ricominciare da capo, con nuovi approcci, nuove regole, nuove strutture: esattamente ciò che ci si aspettava facesse il punk e che invece non è stato in grado di fare. Per questo preferisco attribuire l'etichetta punk alla musica delle Slits e di TJJ piuttosto che a quella di Ramones e Sex Pistols.
    Poi è inevitabile che, quando si ricomincia da capo (che equivale a cominciare da zero), i primi prodotti risultino ingenui, sgraziati e dubbi, ed é anche ovvio che, se le due canzoni riportate fossero state composte oggi, a trent'anni di distanza dai primi lamenti post-punk, allora sarebbero sicuramente ridicole. Affrontandole invece oggi con la giusta distanza, sapendo che da quegli esperimenti sono nati Sonic Youth, Grunge (quello bello, eh...) e altro, allora è un pò come guardare una scimmia allo zoo: da quell'esperimento peloso, è poi venuta fuori Laetitia Castà! Per questo apprezziamo le scimmie...
    Grazie per aver letto e commentato!
    AEP

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    Risposte
    1. Sì senz'altro apprezzo le sperimentazioni. E ovviamente ancor di più quelle che ritengo riuscite e che mi lasciano incredula ed estatica un po' meno quelle che mi lasciano incredula e basta. Ma visto che è questo quel che spesso ci vuole per maturare pezzi appunto incredibili ben venga...

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