venerdì 19 luglio 2013

La tripletta di Giuseppe Scuderi

Secondo ospite delle nostre pagine, Giuseppe Scuderi è un sentimentale senza speranza. Parla, parla, si mette in posa da duro ma poi... eccolo lì, proprio un sentimentale senza speranza...
  • Fake plastic trees - Radiohead (The bends, 1995) Vpiace quella band radicalmente sperimentale, eppure da milioni di copie, che contamina la musica rock con ogni sorta di diavoleria elettronica, quella band che, a forza di sperimentare, è giunta ormai ai confini dell’impenetrabile, quella band che risponde al nome di Radiohead? Ecco: allora questo pezzo non fa per voi. Questi sono i Radiohead prima di diventare i Radiohead, prima della svolta, i Radiohead quando piacevano a me! L’album, il loro secondo, fu suonato dal vivo allo stadio Cibali di Catania, dopo i Flor e prima dei REM, estate1996, in un concerto insuperato che fece la storia della città; il pezzo, la quarta traccia, è considerato (da me) un capolavoro assoluto (usiamola pure l’iperbole, che tanto è gratis): un crescendo struggente di musica e parole, tra senso di finzione e ricerca d’autenticità, che spodesta CreepChe dire d’altroIf I could be, who you wantedif I could be, who you wanted… all the time… all the time…”
  • The idea of north - Shellac (At action park, 1994) Inizio perentorio: questo è uno dei migliori album della storia della musica, e in subordine il migliore degli Shellac! Il brano scelto è volutamente contro-corrente rispetto alla corrente impetuosa e mefistofelica che attraversa l’intero album (freddo-calda, razionale-emotiva, sensuale-meccanica); il brano scelto è, per questo, da solo, una storia, un altro album, un’incursione degli Slint nel mondo Shellac, un mondo lacustre e silenzioso, adamantino e visionario… che viaggio!
  • Slint - Washer  (Spiderland, 1991) Dopo gli Shellac che fanno gli Slintmi pare doveroso chiudere con gli Slint che fanno se stessi! Gli Slint sono una stella cadente, di quelle che vengono giù con la coda da cometa, una scia verde che brilla ancora a lungo nel cielo dopo che è scomparsaun EP e due album fra cui “uno dei migliori album della storia della musica” (cit. post precedente). Mi rendo conto che possa apparire sospetto trovare in un unico post due dei migliori album della storia della musica, ma ribadisco che, pur in tempi di crisi, l’iperbole resta gratis… Quindi prendetela per buona e magarise già non lo avete fatto, ascoltate Spiderland, fin dalla copertina (sì, pure quella si ascolta) e fatelo mentre siete in macchina, di notte, magari un po’ alticci irrimediabilmente illanguiditi da, che ne so… pensieri tipo “i vent’anni non torneranno più, omioddio” o “i vent’anni non torneranno più, meno male” (va bene anche alzare l’asticella con interrogativi amletici “che senso ha tutto questo?” o ne verrò a capo prima o poi?”) quando a un certo punto prenderete quella strada buia che chissà dove porta, perché chi guida inseguendo i suoi pensieri di notte prima o poi finisce in una strada buia che chissà dove porta, alzate il volume dell’autoradio e selezionate la traccia 4. E presto, languore dopo languore, nota dopo nota, lacrima dopo lacrima, vi ritroverete alla fine di quella strada e… ecco, mi avete scoperto: sono un sentimentale senza speranza!

1 commento:

  1. Con questo post, il caro buon Giuseppe, mi ha quasi fatto piacere gli Shellac... mi sa che gli do un'altra possibilità. Ai Radiohead no, invece. Mi hanno sempre fatto malu sangu, e anche se hanno scritto almeno 3-4 delle mie canzoni preferite di sempre, non starò certo li a fargli i complimenti... che si fottano!
    A.E.P.

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