- Confessions nocturnes - Arthur H (Adieu tristesse, 2005) Io, io lo so perché la vita è cosi bella. Lo è per tutte le passioni che bruciano l'anima, per i bei sogni, per i viaggi in Giappone o in Mexico, per una gita al mare nel paese dei limoni, per una violazione dei protocolli, per tornare ragazzi di tanto in tanto, per i ricordi che si costruiscono a uno a uno, per una porta che si apre all'improvviso in una hall buia che sa di passione, per i pistacchi che sanno di sole, per il sole che è bello come la luna e la luna che è bella come nient'altro, per un messaggio d'amore alle quattro del mattino, per una poesia, per i fulmini che cadono dove e quando vogliono, dove e quando non si può prevedere, per le belle storie, per un'alzata di spalle che è solo il primo passo verso la ricerca della felicità, per tutte le confessioni notturne di questo e di qualsiasi altro mondo, di questo e di qualsiasi altro quando.
- Camminante - Vinicio Capossela (Camera a sud, 1994) La ventana, il cielo distante della Patagonia, gli uccelli, la fatica di averti, la promessa e i baci rubati, i sogni e il mare aperto, c'è tutto in questa canzone per essere felici, persino la sicurezza lacerante che non si può perdere qualcosa che non si ha mai avuto, che non si può perdere niente se in fondo niente si è mai avuto...
- Out of time - Blur (Think tank, 2003) È assolutamente incredibile che questa canzone sia rimasta fino a oggi esclusa da queste inutili pagine... ma sappiate che c'è sempre stata, che è una delle mie preferite di sempre, che ce l'ho proprio nel sangue, come Michelle dei Beatles per intenderci... è questione di chimica, di flavor per intenderci ulteriormente... ah, non avete capito? Bon, cazzi vostri...
- The fly - U2 (Achtung baby, 1991) ...love, we shine like a burning star, we're falling from the sky tonight...
- Pictures of you - Cure (Disintegration, 1988) I've been looking so long at these pictures of you that I almost believe that they're real. I've been living so long with my pictures of you that I almost believe that the pictures are all I can feel.
- Music won't save you - Suuns (Images du futur, 2013) Non riuscirò mai a ripagare i miei debiti con i Suuns: il vinile e i consigli sulla paternità regalatemi da Joseph, le risate con Liam mentre ci arrostivamo le spalle nella sommità del castello desiderando un cazzo di caffè, l'abbraccio di Max quando ha visto la mia t-shirt Ypsigrock, le loro registrazioni stupende che mi accompagnano ovunque e i loro unici e immensi live, che mi hanno regalato sempre qualcosa di enorme.
- Flavor - Girls in Hawaii (From here to there, 2016) Lo so, lo so, avevo dichiarato, avevo sentenziato, mi ero esposto, ma la verità, per lo meno la mia verità, è che sono ancora al buio. Questo tunnel è troppo nero e il bivio mi terrorizza. Una stella che mi guida ce l'ho, ma la paura che sia solo un altro sogno è troppo nauseante.
- Lollipop (ode to Jim) - Alvvays (Antisocialites, 2017) Ecco, chi mai mi dedicherà un ode, chi mai mi farà sentire volgarmente speciale come Molly fa con Jim Reid (il mio Jim Reid), chi, chi? Passerò il resto della mia vita ad aspettare questo, o riuscirò a liberarmi da questa catena?
- We carry on - Portishead (Third, 2008) Eccomi qua, sono tornato. Non sono allegro, come dimostra questa prima canzone, e difficilmente lo sarò per i prossimi tempi. Ammesso, è ovvio, che ci siano dei prossimi tempi. Non so da dove iniziare a spiegare i fatti, per cui andrò un po' a casaccio. Ho un inferno nella testa, che mi fa vivere male, che mi contorce i pensieri, gli obiettivi, le aspettative. Ho pensieri neri, pensieri suicidi. Ho la depressione. Ciò che scrivo, tutte stronzate. È una parte di me che esiste, che mi tiene a galla, ma quanto ancora potrà tenere? Pandabell, Francesca, Giulietta e le gioie della musica pop. Si, ma non sono io. Non del tutto. Io sono la depressione, io sono il post punk, io sono l'equilibrista. L'acufene è solo il sintomo. Io sono quello che si guarda allo specchio e si chiede perché. Io sono quello che vuole andare a fondo ma non è capace di fare neanche questo. Io sono nero, io sono marcio, corrotto, io sono depresso, cattivo, sconvolto, drogato, io sono quello che si nasconde dietro la facciata. Ma intanto eccomi qua, e a poco a poco saprete tutto di tutto, tutto di ciò che combatto.
- Heaven - Walkmen (Heaven, 2012) Una delle cose più deprimenti che mi sia capitata negli ultimi tre mesi. Oltre svegliarmi ogni mattina e sentirmi morto intendo. Realizzare che ho visto troppi telefilm, letto troppi romanzi, seguito troppe pagine Instagram. Realizzare che la cultura è inutile, dannosa, nociva. La condivisione è solo spacchio. La finzione è manipolatrice. Perché le anime gentili come me, ingenue e infantili, non capiscono mai la differenza. E poi pretendono che la loro vita sia così.
- The hammer song - Nick Cave & the Bad Seeds (The good son, 1990) Patetici e patinati. Vi odio, vi odio tutti. Perché non posso essere come voi. Vi odio perché siete come me ma meglio di me. Perché voi ce l'avete fatta, morendo e prendendoci per il culo. Siete sopravvissuti alle vostre stesse macerie e adesso andate in giro a vantarvene. E io invece no. Io invece ne morirò e basta, e nessuno neanche se ne accorgerà.
- Department head - Froth (Duress, 2019) Qualche settimana fa mi è arrivata un'allarmante mail di Spotify in cui mi faceva notare che non era solo l'anno a volgere a termine, ma l'intera decade. All'inizio ho provato a ignorarla, ma poi l'ansia è diventata insopportabile e, all'improvviso e nel giro di pochi minuti, ho buttato giù la lista dei miei album preferiti 2010 - 2019. I Froth, assieme a Girl band e a Dark Horses, sono gli unici presenti con più di un album. Il loro Outside (briefly) poi è addirittura nella top ten. Dico, non è che ci vuole molto a capire perché sti giovanissimi californiani hanno così tanto credito presso di me, basta ascoltare questa ipnotica Department head, le sue isterie chitarristiche e la sua indolenza elettronica. Ma è vero che, essendo una scoperte relativamente recente, diciamo proprio 2019, è un po' strano pensarli come caratterizzanti della mia decade musicale. Che ne dite, forse dovrei fare una seconda lista degli album che mi hanno proprio caratterizzato la decade e differirla da quella più fredda degli album preferiti, e poi magari farne un'altra degli album che hanno contribuito a rafforzare un artista nella mia testa oppure forse un'altra...
- 77 rmx - Froth/Suuns (Duress, 2019) Questa vi giuro che non era proprio prevista. Ci colpa la riproduzione automatica di youTube. E poi, io, manco lo sapevo che i Suuns (il cui album Images du futur spicca in vetta alla classifica degli album della decade) avevano remixato la traccia più deviata di Duress. Quindi, bella sorpresa e sorriso sulle labbra!
- Pin - Yeah Yeah Yeahs (Fever to tell, 2003) Ecco, fra le promesse che mi ero fatto a inizio anno, c'era quella di dare finalmente la giusta attenzione a i newyorkesi Yeah Yeah Yeahs, che ho sempre amato ma mai approfondito. Ovviamente ho cominciato dal loro primo ambum, disponibile su Spotify, ma che vi devo dire? Non è che sia un album brutto, o sopravvalutato o che altro. È che è un album di quasi DUE DECADI fa! Cioè, preistorico! Cioè, tipo coevo di Beatles, Who, Pixies, Shellac, Uzeda, Interpol, Nirvana, Dinosaur jr... proprio, preistoria!
- A2 - Froth (Duress, 2019) Questo post era stato scritto tre settimane fa, ma per varie ragioni non è stato pubblicato. E ora, ora che mi accingo a riprenderlo, reciclarlo e riutilizzarlo, mi rendo conto che in tre settimane tutto è cambiato. Per cui lo cancello, e lo riscrivo. Rispetto a tre settimane fa il mio umore è a pezzi, i miei stimoli sono al minimo, la mia vitalità sfiora la tragedia. Tutta colpa dell'acufene, che all'improvviso, dall'oggi al domani, ha deciso di esplodere senza nessuna ragione e di rovinarmi definitivamente la vita. Non bastano più i rumori ambientali per coprirla, non bastano più le continue chiacchiere delle mie donne, non basta più la sera starmene sparapanzato sul divano con un libro e un disco in sottofondo per starmene un po' in pace. Perché è questo il punto: con l'acufene, non si sta mai in pace. Una tragedia. Ma ciò nonostante i Froth, i miei amati Froth, continuano a girare vorticosamente ovunque, a casa, su Pandbell e nel mio cervello. Sono uno dei miei rimedi all'acufene, al dolore e allo sconforto. Quindi, Froth vs Acufene. Alla lunga vincerà l'acufene, è ovvio, ma per ora sono in vantaggio i miei Froth. Facciamolo durare a lungo.
- The bay - Metronomy (The english riviera, 2011) A volte, seppur raramente, mi capita di prendere la macchina di Francesca al posto di Pandabell, e sempre dimentico di prendere la mia chiavetta e dovermi di conseguenza accontentare di quello che c'è nella sua. E in questo periodo, non so perché, non sono mica responsabile della programmazione musicale di mia moglie, dentro la sua chiavetta c'è uno dei miei album feticcio, ovvero The english riviera dei Metronomy. Ora, acufene o non acufene, Pandabell o non Pandabell, quando parte The bay, è sempre un flash. Il volume si alza e la strada si snoda a passo di basso. Ogni volta, per un attimo, tutto diventa di nuovo una festa nella mia testa, e il desiderio di scavarmi il timpano con un ferro da maglia si riduce fino a sparire. Tutto bene, allora. Qual è il problema? Che dopo quattro minuti e cinquanta secondi tutto finisce, e quel maledetto fischio è di nuovo li. Chiamatemi pure Bella addormentata nel bosco, ma quando gira The bay, tenete lontano da me quei maledetti fusi per fare la maglia. Prima che tutto volga al peggio.
- Venus in Leo - HTRK (Venus in Leo, 2019) Ecco quello che so della mia acufene: che non è dovuta ad anomalie nel cervello, essendo la risonanza magnetica ok; che non è dovuta ai miei cinque (si, cinque) denti del giudizio, avendoli scippati l'anno scorso senza che niente cambiasse; che non è legata alla cervicale, essendomi fatto manipolare da un'osteopata senza miglioramento alcuno. E poi so che aumenta in caso di raffreddore e che proprio esplode in caso di raffreddore in aereo. So che non basta più il rumore esterno dell'ufficio o di un film per mascherarla. E so anche che dovrò imparare a conviverci sperando che non peggiori ancora o che non si abbassi troppo l'udito con la vecchiaia, essendo l'udito funzionante l'unica cosa che può aiutare a coprirla. So che dovrò iniziare un robbosissimo percorso di meditazione, protocolli si gestione dell'ansia e della concentrazione, magari diventerò tutto new age e smetterò per sempre di essere sesso e droga e rock and roll, comincerò ad ammirare la bellezza delle montagne invece di quella di un vicolo lercio di un quartiere di città. So anche che uno dei modi migliori di addormentarmi è con della musica di sottofondo, anche se questo mi obbliga ad addormentarmi nel divano. E dovendo scegliere della musica di sottofondo, quest'album appena uscito degli HTRK cade a pennello. Meno rock del precedente, più etereo e notturno. Insomma, l'ideale per cadere nel sonno imbottito di valeriana, lacrime in qualche caso e tanti, tanti pensieri brutti.
- Prefab Castle - Girl Band (The talkies, 2019) Forse non sono stato molto chiaro, per cui cercherò di spiegarmi meglio. L'altro giorno con Pandabell incappo in un cantiere, la cui coda di attesa è lunga, parecchio lunga. C'è un semaforo che alterna il vai e vieni per cui si sta cinque minuti fermi immobili e poi si cammina per trenta secondi. Si sta immobili per cinque minuti e poi si cammina per trenta secondi. Io penso, poco male, c'ho Girl Band da ascoltare per bene. Che me ne frega. E così skippo all'album dei miei beneamini, alzo il volume adeguatamente, e schiaccio play. Poi, quello che è successo, non è chiaro neanche a me. So solo che quei quaranta minuti di coda che ho fatto sono passati troppo velocemente, e troppo bene. Ne avrei fatti altri quaranta. E questo va bene, ci può stare, tutto per non andare al lavoro. Ma il punto è che quando questa tentacolare Prefab Castle ha cominciato a svilupparsi, a insinuarsi!, lungo tutta la sua durata, avviluppandomi e violentandomi il cervello, io ho avuto come un'illuminazione, facile, d'accordo, essendo solo una conferma a sospetti già noti: Girl Band, lo testimonia quest'album, lo testimonia questo brano!, è il più grande gruppo d'avanguardia noise mai esistito. Ha superato tutti. Compresi My Bloody Valentine e Sonic Youth. E questo è quanto. Spero ora sia chiaro.
- UFOF - Big Thief (UFOF, 2019) Zzzz... che volete... zzzz... ogni tanto ancora zzzz ci casco... zzz...
- Speaker's corner - Uzeda (Quocumque jeceris stabit, 2019) Per fortuna, poi, ci sono loro a tirarmi fuori dai guai. Tredici anni per uscire fuori un album ma alla fine, è sempre una botta. Sembrano sempre uguali ma basta ascoltare questo brano per capire che sono legegrmente diversi. Meno nervosi, più ragionati, quasi quasi melodici. E sempre magnifici. Che dire? Merci!