sabato 26 maggio 2018

Week 21/2018


  • After the fall - Suuns (Felt, 2018) Non vorrei che qualcuno, dopo questo post di qualche settimana fa, abbia pensato che qualcosa stia scricchiolando nel rapporto fra me e i meravigliosi Suuns. Beh, non è cosi. I Suuns restano, assieme ai Radiohead, i migliori sperimentatori elettro-rock in giro al momento (a parte che i Radiohead mi fanno cagare e loro no). Solo che sentirli su disco, dopo averli sentiti dal vivo, è un po' riduttivo. Tutto qua.
  • Slowdance - Soulwax (Any minute now, 2004). Questo disco mi è capitato fra le mani proprio qualche giorno dopo il post sui Pulp e il loro dancereccio pop di dopo domani. Quando ho letto la data di pubblicazione dell'album, 2004, ho arricciato il naso schifato: ah, ancora ci propinano per nuova roba che qualcun altro ha già fatto una vita fa! Che palle! Poi, all'improvviso, mi sono reso conto che fra il 1995 (data di pubblicazione di Different Class dei Pulp) e il 2004 ci sono solo 9 anni, mentre fra il 2004 e il 2018 (oggi) ce ne sono ben 14. Come dire, forse Any minute now non sarà proprio un disco di dopo domani, però porca puttana è giusto sottolineare che questi suoni dance e post industriali vengono certo da quasi l'altro ieri! È solo il tempo che è un gran bastardo.
  • Mi parli di te - Motta (Vivere o morire, 2018) Ecco, dopo lo shock Giorgio Poi (per la stampa miglior album italiano 2017), dopo la delusione Zen Circus (l'ultimo album sembra bello, ma al quarto ascolto si capisce che è una cagata), ecco lo schiaffo Motta: lasciamo perdere le aspettative, lasciamo perdere le interviste (o le iOnterviste), lasciamo perdere che di suonare sa suonare e di scrivere sa scrivere. La domanda legittima è: ma che cos'è sta cosa brutta a forma di album che ha dato alle stampe dopo quel piccolo gioiello rock che era il suo primo album?

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