domenica 21 gennaio 2018

Week 03/2018


  • Nosferatu man - Slint (Spiderland, 1991) Ah, gli Slint! Uno di quei gruppi senza il quale la mia vita sarebbe stata la stessa, forse migliore! Uno di quei gruppi di cui non riesco a percepirne la grandezza, nonostante piacciano tanto a Peppe Scuderi e altri milioni di tizi come lui sparsi per ogni angolo del globo. Uno di quei gruppi che ascolto solo per poter dire Ah, gli Slint! Uno di quei gruppi senza il quale la mia vita sarebbe stata la stessa, forse migliore! Uno di quei gruppi di cui non riesco a percepirne la grandezza, nonostante piacciano tanto a Peppe Scuderi e altri milioni di tizi come lui sparsi per ogni angolo del globo. Uno di quei gruppi che ascolto solo per poter dire Ah, gli Slint!...
  • Compte pas sur moi - Prohom (Peu import, 2004) Riflettevo mentre ero alla guida di Pandabell - mi trovavo alla curva dopo il ponte di Bayeux, tutto verde attorno a me, quasi ameno - che questo ritmo un po' anomalo nel rock - ma in cui amano cimentarsi di tanto in tanto gruppi di diversa estrazione - un tempo doveva non esserci, doveva non esistere, insomma, riflettevo che qualcuno a un certo punto deve averlo inventato di sana pianta, considerando che nelle prime produzioni rock non se ne sente traccia... la cosa che mi ha sconvolto di più mentre stringevo fra le mani il volante di Pandabell - mi trovavo poco dopo Villa Verde e sentivo ancora l'eco dei pappagalli e il profumo di pane provenire dal Moulin de Païou - che non solo mi ero posto una domanda di un'intelligenza a dir poco sublime - che quasi anche mio cugino se ne sarebbe rallegrato - ma che per giunta ne avevo la risposta! I Wire, i Wire hanno inventato questo ritmo, e gli diedero persino un nome: Dugga. Poi in molti lo perfezionarono e riutilizzarono, per esempio Prohom in alcune tracce di Peu Importe fra cui questa bella Compte passi sur moi, ma furono i Wire a metterlo a punto poco più di trent'anni fa. Mentre continuavo a girare a destra e sinistra le manopole di Pandabell - mi trovavo dopo la rotonda infame di Chateneuf le rouge, due anni per metterla a posto - ho pensato che davvero potrei scrivere un libro sulla storia del rock. Oppure che potrei tenere un blog che non legge nessuno...
  • Doppio nodo - Giorgio Poi (Fa niente, 2017) Ammetto, uso quello che gli addetti ai lavori reputano il miglior album italiano del 2017 come colonna sonora per la cena, per il pranzo della domenica, per i disegni di Giulietta... ma neanche così funziona più di tanto. La verità, la mia verità da non addetto ai lavori, è che Fa niente è un album ben scritto e ben suonato ma che non sa di niente. Che se avessi sedici anni e un falò da rovinare, ecco dove lo metterei... che se volessi far commuovere mia nonna morta, ecco a chi lo suonerei... che se volessi dare una mediocre immagine del rock italiano, ecco chi nominerei... che se si potesse chiudere il rock in una scatola, ecco come ce lo ficcherei... a doppio nodo!

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