domenica 14 gennaio 2018

Week 02/2018


  • Watch you, watch me - Suuns (Felt, 2018) Svegliarmi la domenica mattina con il culo di Francesca che si struscia delicatamente contro di me, il gol di Marco Van Basten nella finale dell'Europeo '88 e quello di Grosso al 115esimo nella semifinale mondiale del 2006 contro la Germania, le poesie in francese di Verlaine o un qualsiasi racconto di De Maupassant, ma soprattutto Deux amis, Celine, le sigarette con Andrea, sbucare all'aperto della stazione metro di Brixton, London, l'Alfama di Lisbona, cambiare casa, mangiare un arancino anche se ne ho appena finito uno, essere baciato all'improvviso dall'ispirazione, gli abbracci spontanei di Giulietta, gli occhi verdi di Giulietta, la prima volta che ho letto Sostiene Pereria senza avere idea di quanto ero stato fortunato, le camicie nere appena stirate, il mio skatebord, la prima volta che ho guidato la mia special bianca, la prima volta che ho guidato il mio vespone, la prima volta che ho guidato pandabell, l'idea che un giorno avrò una BMW rossa con cappotte nera come quella che aveva Pasetto, l'aria di Marseille la domenica al Panier o davanti al mare che si spalanca verso la Sicilia, gli sguardi con Nask, la telepatia con Rossella, nuotare e non sentire niente, le donne di Zandomeneghi, il caffè che scioglie il gelato alla vaniglia, guardarmi allo specchio e trovarmi decente, ogni nuova release dei Suuns, ogni nuova magnifica release dei Suuns, ogni nuova nota concepita, suonata e registrata dai Suuns.
  • Le foto non me le fai mai - Giorgio Poi (Fa niente, 2017) Il punto non è se mi piaccia o meno questa canzone e l'album che la contiene (e per la cronaca mi piacciono, sia la canzone che l'album), il punto è che secondo autorevoli addetti ai lavori, Fa niente di Giorgio Poi non è solo il miglior esordio del 2017, è proprio il miglior album dell'anno... beh, vi dispiace se io continuo ad aspettare con impazienza ogni singola nuova nota concepita, suonata e registrata dai Suuns?
  • Les gens font des gamins - Prohom (Peu import, 2004) A volte il rock di qua risulta essere di una noia mortale, ma credo che sia solo la non abitudine a sentire cantare in francese un genere che per me, per storia e pigrizia, è fondamentalmente cantato in inglese, in italiano o siciliano. Pero`a dare una seconda possibilità a questo Peu import dei Prohom ho fatto bene... proprio in chiusura, proprio, negli ultimi scorci di un album che risulterebbe un po' noioso in qualsiasi lingua fosse cantato, c'è qualcosa che ha un suo perché... non siamo certo al livello dei Suuns,  è chiaro, però ha il suo perché, si si...

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