lunedì 5 giugno 2017

Week 22/17 - in ritardo, lo so...


  • Archie, marry me - Alvvays (Alvvays, 2014) Allora, ve la faccio breve: ho appena scoperto Spotify, ed è stato come un diluvio. Tutta la musica del mondo mi è piovuta addosso mentre tutte le preoccupazioni scivolavano via, via dal corpo, dai piedi... anche senza pagare i 9,99 euro al mese per l'abbonamento Premium (che comunque faro', magari senza dirlo a mio cugino) ho accesso a tutta la musica del mondo, del presente, del futuro e - in parte - del passato. All'improvviso posso smetterla di sbattermi come un idiota alla ricerca di cd e vinili di gruppi impossibili o quasi come Helen, Craft Spells, Hibou, Le Colour: ecco che me li ritrovo tutti a disposizione. Un diluvio, come dicevo, ma anche un delirio, una maledizione. In pochi click mi sono ritrovato con una playlist chilometrica, ancora più lunga di quella su iTunes e ancora più lunga della lista di cd e vinili in attesa di essere ascoltati (da anni). Da chi cominciare dunque? Il caso ha voluto che cominciassi dai canadesi Alvvays, esponenti di questo meraviglioso nuovo mondo pop a cui prima o poi daro' un nome, sempre che quello stronzo di Reynolds non l'abbia già fatto, e per il quale verro' ricordato fra dieci anni come il più influente blogger della mia generazione. Magari potrebbe essere brighten pop
  • Se continuiamo a correre - Motta (La fine dei vent'anni, 2016) Poi, in un lampo di lucidità in quel paese dei balocchi in cui mi ritrovavo immerso (e all'interno del quale per un brevissimo istante ho vissuto il blocco del troppo avere), ho schiacciato i tasti a formare il nome di Francesco Motta, e cosi ecco il secondo scelto della chilometrica playlist del futuro. Insomma, se molti dicono che questo Motta ha rilasciato quello che è stato l'album più bello dell'anno scorso in Italia, allora devo dargli fiducia. E quindi, voilà, anch'esso sotto ascolto. Il problema è che sono già al secondo bicchiere di fresco Pastis e comincio seriamente a barcollare sulla tastiera... e se le dite barcollano sulla tastiera e la lingua assapora il gusto rotondo dell'anice, la testa e le orecchie continuano a correre, no, a dondolare, a bascolare, allora forse mi sa che questo Motta l'esame l'ha quasi superato.
  • Dream girl - No Vacation (Dream girl, 2015) E a proposito di brighten pop, ascoltate che ulteriore passo in la fanno questi californiani e dunque odiosi, per la loro fantasticità, No Vacation. Le loro canzoni iniziano cosi, con queste chitarre scintillanti, letteralmente scintillanti, che illuminano tutto ciò che hanno intorno, oceano, spiaggia, ombrelloni, gabbiani, castelli di sabbia, my little pony, ma poi sul finire, spesso dopo una pausa all'interno del pezzo, la chitarra si innervosisce, come se un Ranaldo uscisse fuori dall'acqua per imbracciare il suo strumento. Cosi anche mio cugino è sistemato. A pensarci pero', forse brighten pop sarà un nome del cazzo, ma al terzo bicchiere di pastis, senza riuscire a smettere di pensare a Ranaldo in costume con i rotoli nella pancia che gli cadono giu, non riesco proprio a pensare a un nome migliore. Quindi, che vi piaccia o meno, io me lo tengo!

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