venerdì 15 luglio 2016

Week 28/2016


  • Volume peaks - Arbor Labor Union (I hear you, 2016) Non voglio far finta di niente, che questo blog non sia mancato per ben dieci settimane e che non ci sia quindi un buco di ben 30 canzoni, ma preferisco non perdere altro tempo e andare subito al dunque, al presente e al futuro: e nel presente e nel futuro ci sono di sicuro questi tizi, le chitarre acide di questi tizi, la voce beffarda di questi tizi, il riproporre in loop niente di nuovo ma con estrema convinzione di questi tizi. Mi rendo conto che faccia un pò strano parlare di presente e futuro con una canzone che attinge un pò troppo dal passato, ma nella cultura pop funziona così. Il presente è solo un attimo fuggente, la linea inutile con cui i mediocri cercano di separare passato e futuro.
  • Away from the bar - Bantam Lyons (Melatonin spree, 2016) Anche ascoltare questa canzone dei francesi Bantam Lyons è come ascoltare un riassunto della migliore new wave britannica: Josef K., Joy Division e tutti, ma proprio tutti gli altri. Eppure anche qui, come nel caso dei Arbor Labor Union, invece di annoiare a morte il mio cervello nevrotico o di esaltare il mio cuore nostalgico, questo pezzo mi incuriosisce, mi fa venire voglia di ascoltare il resto dell'album. Forse, dopo aver rivalutato Savages e Interpol, devo arrendermi all'idea che il passato sia il nuovo futuro?
  • Why they hide their bodies under my garage? - Girl Band (Why they hide their bodies under my garage?, 2015) E ora lasciatemi parlare del passato, per così dire: nel mio delirio ossessivo verso Girl Band di cui sono stato vittima a inizio anno, ho incredibilmente trascurato questo brano. Per sbatterci di faccia, e farmici male, prima ancora di vederne il video, ho dovuto ascoltarla suonata dal vivo al TINALS di Nîmes: la ciliegina sulla torta di un concerto indimenticabile, preceduto e seguito da chiacchiere con i quattro dublinesi e regali vari, fra cui il plettro di Adam e le bacchette della batteria. Otto nove minuti di delirio rumoristico, ipnotico e danzereccio, che testimonia, ancora una volta, come se ce ne fosse davvero bisogno, che Girl Band è più di un gruppo da tenere d'occhio oggi: Girl Band è il gruppo che attinge al passato per rimodellare il futuro.

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