domenica 6 settembre 2015

Week 36/15


  • Ultraviolet (Light my way) - U2 (Achtung baby, 1991) Due tre cose che so su questa canzone: è in assoluto la mia canzone preferita degli U2; è in assoluto la mia canzone preferita che parla d'amore; dal punto di vista prettamente letterario ha uno dei testi migliori mai sentiti, praticamente perfetto; sempre dal punto di vista letterario la scelta, la collocazione e il significato della parola opera, all'interno della terza strofa, è praticamente altrettanto perfetto; è chiaramente udibile, al minuto 3:09, Larry Mullen perdere una delle bacchette per recuperarla solo dopo cinque secondi, al minuto 3:14. Dopo varie discussioni gli U2 decidono di non registrare nuovamente la canzone poichè quel piccolo neo, in una take altrimenti perfetta, non fa altro che sottolinearne la potenza estetica del brano (potenza estetica è un'espressione da me scelta); non sempre, ma spesso, quando ascolto questa canzone mi scappa una lacrimuccia.
  • Please, please, please let me get what I want - The Smiths (William it was really nothing, 1984) Ero seduto ieri mattina su una panchina del Cours Mirabeau, godendomi il sole tardo estivo e decidendo come perdere il resto di quell'ora di attesa che dovevo perdere, quando mi si è seduta accanto una ragazzetta, un pò sformata e che non odorava di niente, che sfoggiava sulla spalla sinistra un tatuaggio così: la faccia stilizzata di Morrisey (riconoscibile solo dal ciuffo), sotto di essa la scritta The Smiths e sopra di essa la scritta Let me get what I want. Mentre osservavo incuriosito ragazza e tatuaggio, lei ha tirato fuori il telefonino, ha messo su gli auricolari rossi, ha selzionato una playlist (The Smiths?), mi ha lanciato un sorriso complice e colpevole e poi è andata via. E io, che ancora non ho capito se ero sveglio o se stavo sognando, ricordo di aver sistemato gli occhiali da sole sul naso, spingendoli indietro con un dito, accennato a mia volta un sorrisino complice e colpevole rivolto a chiunque lo volesse cogliere, cominciato a fischiettare una canzone a cui non pensavo da anni, anni, anni...
  • Hipsteria - I Cani (Il sorprendente album d'esordio de I Cani, 2011) Questa è pura nostalgia precoce, o preoccupazione largamente anticipata. Quando Giulietta avrà i suoi diciannove anni, cioè fra diciassette anni, non starà di certo curva su un Mac Book Pro, non andrà al parco a leggere David Foster Wallace, non vorrà scappare a New York. Probabilmente avrà un altro modo per scrivere i suoi racconti, un altro autore cult con cui identificarsi, un'altra città mito dove voler vomitare tutta la sua insoddisfazione. Ma quando tutto ciò succederà, io mi ricorderò senz'altro di Caterina, dei suoi leggins fluorescenti e dei suoi post su Facebook alle quattro del mattino. E come detto prima, proverò di sicuro tanta nostalgia per un momento in cui queste preoccupazioni mi sembravano così tanto lontane da poterci scrivere un nostalgico post finto preoccupato.

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