domenica 18 dicembre 2016

Week 50/16


  • La fine dei vent'anni - Motta (La fine dei vent'anni, 2016) Secondo alcune classifiche, voci, indiscrezioni, stime e sondaggi quest'esordio dei Motta di Francesco Motta è il miglior album italiano del 2016. Beh, non è che sia proprio il genere di pop che mi faccia impazzire, e poi è un po' vero che questi trentenni che parlano di come è difficile essere trentenni e come era fico essere ventenni ai quasi quarantenni come me fa un po' cagare... pero'... le due frasi iniziali di questa litania... neanche ve le riporto qui, ascoltatevele da voi! Che verità assoluta!
  • Creep - Radiohead (Pablo honey, 1993) Ah, pero' quello stronzo di Francesco Motta mi ha trascinato a forza nei ricordi dei miei vent'anni e, anche se nel 1993, anno di uscita di questa Creep, di anni ne avevo solo 15, è proprio a quel periodo che mi fa pensare... a quando si scaricavano i nervi il venerdì sera al Modi' o si girava in macchina in silenzio solo per sprecare benzina. A quando dai cd presi illegalmente in affitto si facevano le cassettine per colpire qualcuno o qualcuna o ci si trascinava il lunedì a lavoro con lo stomaco al posto del cervello. Insomma, anche se non amo guardarmi alle spalle, se proprio devo, ecco cosa vedo. Chissà invece cosa vede Francesco Motta?
  • Night and day - U2 (Red, hot & blue, 1990) Va beh, una volta che quello stronzo di Francesco Motta ha fatto il danno, tanti vale sguazzarci... attraverso lo squarcio sul muro, ecco un'altra perla dei miei vent'anni, per quanto anch'essa concepita registrata e pubblicata molto tempo prima. Gli U2 - se permettete - al loro meglio, in una cover di Cole Porter. Sicuramente il synth e la produzione di Brian Eno fanno la differenza, ma che gran figli di puttana erano gli U2 allora... cristosanto, altro che fine dei vent'anni, qui si rotola verso i quaranta, verso i cinquanta! E questa si, caro Motta, che è una tragedia!

Nessun commento:

Posta un commento