- Colours running out - Toy (Toy, 2012) E' inutile che ci giri attorno, o che faccia finta di niente: ci sono rimasto così sotto con questi Toy che è da due giorni che ho una funcia quanto una casa perchè mi sono perso il concerto a Bologna di questo venerdì. Sbuffo, sospiro, guardo i video su YouTube e riascolto il loro primo album. Ma tutto sommato sono tranquillo: non vorrei fare una figuraccia, e quindi lo sussurro: c'è una vocina nella mia testa che è convinta che li rivedremo quest'estate, e proprio da queste parti.
- 1.9.9.6. - Afterhours ft. Edoardo Bennato (Hai paura del buio? Reloaded, 2014) A parte che non sono riuscito a trovare un video in tutta la rete, a parte che ho pagato ben 21 euro un album di cover che a mio parere doveva essere regalato, a parte che nonostante gli voglia un sacco di bene ultimamente gli Afterhours mi stanno facendo storcere un pò il naso, a parte tutto ciò, la sensazione che il testo di questa 1.9.9.6. rivisitata sia stato modificato solo per eliminare la bestemmia con cui si apriva l'originale (e che spediva così l'album intero verso le stelle) e non per disorientare artisiticamente il pubblico proiettando le canzoni verso un futuro in cui la commistione fra ruok e popolar sarà inevitabile e bellissima, mi fa veramente, veramente venire una gran voglia di bestemmiare ovunque.
- Fede - Fine Before You Came (S F O R T U N A, 2009) Credo che in qualche maniera dovrei vergognarmi del fatto che mi piaccia questa canzone, che mi piaccia questo album e che proprio mi piacciano i FBYC. Credo che sia legato agli stereotipi del rock: al rumorista non piacciono gli hippy, i punk ucciderebbero i guitar heroes, i new romantics scappano davanti ai punk. E di conseguenza, i trentacinquenni non ascoltano gli emo-core. Ma se consideriamo che nella mia viniliteca c'è spazio per 883, Fargetta & Molella, e qualchecosina pure di Marco Masini, è poi così scandaloso che ci sia anche uno scaffaletto per i Fine Before You Came?
- House of pancake - Swirlies (Brokedick car, 1993) C'è un'espressione esatta per definire ciò che mi è successo con questa canzone, cioè che mentre mi trastullavo con i Julie Ruin (vedi post precedente), convinto che fossero loro la mia personalissima next big thing, gli stessi suggerimenti di YouTube mi hanno spinto su questo malato groove che solo a poco a poco si è rivelato per quello che è, ovvero ipnotico rumore '90s, definendo così questi sconosciuti, a me, Swirlies la mia inevitabile next big thing, alla faccia dei Julie Ruin. E quindi, dicevo, c'è un'espressione esatta per definire tutto questo, ed è: una, incredibile, botta, di culo!
- Sunny sundae smile - My Bloody Valentine (Sunny sundae smile, 1987) Immaginate di aver passato un venerdì nero, ma davvero nero, e che a un certo punto della notte vi arrivi un messaggio dal vostro personalissimo spacciatore di vinili in cui vi comunica, quasi sapesse che è stato per voi un venerdì nero, ma devvero nero, che vi lascia quel vinile rarissimo con cui state facendo l'amore da sei mesi per un prezzo che è circa il 50% di quello iniziale. Ora, non che quel venerdì nero si aggiusti di botto, ok, ma venerdì nero per venerdì nero, non è forse meglio un venerdì nero con in tasca il vinile pregiatissimo del tuo gruppo preferito con cui stai facendo l'amore da sei mesi?
- Why don't you eat carrots? - Faust (Faust, 1971) Ho aspettato il momento giusto per anni e poi, quando finalmente trovo il coraggio per affacciarmi nel mondo Faust, ecco cosa mi ritrovo: una scopiazzatura, per giunta fatta male, di ciò che era già successo in Inghilterra e in America quattro cinque anni prima. E allora, secondo me, la risposta alla domanda è: non mangiamo carote per lanciarvele in faccia quando vi vediamo (e sono stato pulito).
- Motoring - Toy (Toy, 2012) Avrò dodici anni, sarò troppo cretino, tutto quello che volete, ma a me, questa canzone, mi fa impazzire fino a farmi ballare! Uh!
- Hare Krisna - Husker Du (Zen Arcade, 1984) Husker Du, Husker Du, Husker Du, tutti mi dicevano, devi ascoltare gli Husker Du, devi comprare gli Husker Du, vedrai amerai gli Husker Du!, e io sempre a dire no!, per venti anni e passa, no!, non mi piace l'hardcore!, lasciatemi in pace! Poi, un giorno, mio cugino si è mosso a pietà. Mi ha ficcato le sue pregiatissime cuffie da 299 euro nelle orecchie, ha messo play su questa canzone e si è seduto proprio di fronte a me. Poi, con voce stranamente gentile, mentre a poco a poco alzava il livello del volume, mi ha detto: vedi, questo degli Husker Du, è hardcore. Ma vedi, questo degli Husker Du, non è, esattamente, hardcore.
- Run fast - The Julie Ruin (Run fast, 2013) C'è una tizia, su Instagram, che si chiama Rebecca, anche se si fa chiamare Vinyl Freak Scene, che per me è meglio di Rockerilla, Mucchio Selvaggio, Bandcamp, YouTube e Antonio Vetrano tutti messi insieme: basta che lei metta una foto di un disco, con anche solo un minimo commento sotto, ed io so già qual è la mia next big thing. Non lo so, sarà alchimia, sarà affinità elettiva, sarà che non si esce vivi dagli anni '90, ma ci prende sempre. Ed ecco, cari miei, la mia next big thing: The Julie Ruin!
- Dead & gone - Toy (Toy, 2012) Non mi scomoderò neanche a spiegarvi perchè questa Dead & gone è il prototipo della perfetta canzone pop, ma un indizio ve lo voglio dare: inglesi, sono, questi giovinissimi Toy, inglesi. Ah, non lo so, ditemelo voi se significa qualcosa...
- Teardrop - Massive Attack (Mezzanine, 1998) Fino a poco fa pensavo che la cosa più incredibile di Teardrop fosse la voce meravigliosa, no, paradisiaca di Elizabeth Fraser. Poi ho visto il video, e sono rimasto senza più parole da scrivere.
- Good vibrations - Beach Boys (Good vibrations, 1967) Fra il 3 aprile e il 19 maggio 1940, nel bel mezzo della seconda guerra mondiale, i soldati sovietici uccisero 21.857 fra civili e militari polacchi. Il tutto fu organizzato così: i polacchi venivano condotti in una stanza ad uno ad uno, legati mani e piedi e bendati, e gli veniva velocemente sparato un colpo di pistola in testa. Si trascriveva il nome su un documento ufficiale, il cadavere veniva caricato su un camion, e quando quest'ultimo era pieno veniva svuotato nelle fosse comuni. Tutto questo andò avanti, ininterrottamente, per 46 giorni, tipo catena di montaggio, senza soluzione di continuità, eccezion fatta, ovviamente, per il primo maggio, giorno in cui i soldati russi non lavorano. Né massacrano. Che c'entra tutto questo con i Beach Boys? Niente. Solo ascoltavo Good vibrations mentre leggevo casualmente questo articolo su wikipedia. Ed è stato peggio di un metodo Ludovico. E dato che non potrò mai più ascoltare questa canzone senza provare nausea e disgusto, è giusto trascinare anche voi in questo mio inferno privato.
- Massimo Pezzali - Smegma Bovary (Smegma Bovary, 2014) Avete presente quando qualcuno, dalle pagine di una fanzine o da i bit di un blog, starnazza forte forte che era ora che qualcuno dicesse una particolare verità su qualcuno o qualcosa, e poi alla fine è ovvio che quel qualcuno altro non era che lui medesimo? Ecco, vorrei tanto oggi potermi auto-spompinare in si maniera, ma purtroppo non sono io la fichissima voce che ha avuto il coraggio di urlare al mondo intero quanto è stata fondamentale per tutti noi quasi quarantenni l'avventura sonica di Max Pezzali e dei suoi repettiani solidali. No, non sono stato io, purtroppo. E' stato il magnifico e arraffone Smegma Bovary.
- Azzurro - Adriano Celentano (Azzurro, 1968) Lasciamo perdere, oppure no, che nel 1968 in Inghilterra avevano in classifica i Pretty Things e noi avevamo Adriano Celentano. Lasciamo perdere, oppure no, che Adriano Celentano a circa cento anni è ancora li, sorridente, a sbucare dagli schermi domestici perennemente accesi delle case italiane. E lasciamo pure perdere, oppure no, che fra finzione cinematografica e vita reale lo scimmiesco Adriano Celentano si sia incredibilmente sbaciucchiato tutte le bellezze italiane. Lasciamo perdere tutto questo, daccordo, ma nonostante tutti gli sforzi per autoconvincermi, resta la sconsolante delusione di dover cantare Azzurro, in stile karaoke o lip dub, anche venti volte in un'ora solo per far calmare la mia piccola Giulietta. E quando sarà grande, poi, chi glielo spiegherà? Lasciamo perdere, va...
- Canapa - Punkreas (Falso, 2002) Che poi, ogni tanto, provo a cantarle anche questa e altre canzoni simili, magari più vicine al mio stile di vita e alla mia storia, ma ogni volta il mio cervello si inceppa poco dopo le prime strofe e non riesco più ad andare avanti. Ed è in questi momenti che realizzo, rabbrividendo, quanto impegnativo sarà educare la mia piccola Giulietta: un continuo e sfiancante slalom fra le ipocrisie e le contraddizioni del mio stile di vita da borghesuccio isterico, nella speranza che fra quindici - sedici anni possa non essere per lei soltanto quel cretino e giurassico di mio padre...