domenica 25 febbraio 2018

Week 08/2018


  • Blue bird - Hope Sandoval & the Warm Inventions (Through the devil softly, 2009) La domanda è la stessa che di tanto in tanto mi pongo per altri artisti come Bob Dylan, Pink Floyd (no, forse per loro no), Queens (no, manco per loro in effetti), Rolling Stones, Kurt Vile, Marc De Marco, Tim Buckley, Hugo Race, Cesare Basile, Giorgio Canali, Cristina Donà, Bellini, Frank Zappa e Afghan Whigs, solo per citarne alcuni: se questa canzone è bellissima, come in effetti è, com'è che non mi piace?
  • No pussy blues - Grinderman (Grinderman, 2007) Ultimamente Pandabell se ne sta parcheggiata in strada per giorni e giorni senza essere utilizzata. Non è un problema personale fra me e lei, è che qualche stronzo, quando  l'ho re-immatricolata qui in France due anni fa, mi ha rilasciato la carte grise, cioè u librettu, con un clamoroso errore che è rimasto occulto a tutti, a me, a Francesca, a Giulietta e persino a Nick Cave e ai Grinderman al completo, fino a quando non mi sono trovato a passare la fantozziana pratica del control techniques, cioè a revisioni, con un tizio che a un certo punto mi ha guardato e, sventolando sto schifo di carte grise e puntandomi un dito contro, mi ha fatto: ah ah! Insomma, per farla breve, Pandabell parcheggiata in strada al freddo e al gelo e io costretto, in attesa della nuova fottuta carte grise, a utilizzare l'autobus per i lunghi tragitti casa lavoro lavoro casa. Noia mortale. Nessuno con cui parlare e leggere mi fa venire la nausea. Ma la cosa peggiore è che non posso ascoltare altro che quei rumori di sottofondo fatti da chiacchiere inutili fra adolescenti, suonerie di telefono, scricchiolii di corpi che si spostano impacciati, respiri affannosi, respiri complicati, respiri asmatici, respiri irregolari e poi musica di merda ovattata che esce dai auricolari, clacson impazziti e imprecazioni buttate qua e la. Ed è in questi lunghi momenti di sconcerto che mi rendo conto di quanto Nick Cave e Pandabell siano importanti per me. Si, si, è proprio in questi momenti...

domenica 18 febbraio 2018

Week 07/18 - una tripletta con formattazione sballata, non so perché, forse a causa della nostalgia...


  • Corinne - Metronomy (The english riviera, 2011) "I've got my heart tied up, now with the boom and the bang, I'm not gonna fire you again"... cercavo una scusa per riproporre questa canzone a distanza di due anni e mezzo dalla prima volta che è apparsa in queste pagine e di non so quanti giusti ascolti a casa, in macchina, al lavoro e altrove ma non volevo metterla sul sentimentale, non volevo farvi sapere che questo pomeriggio sul divano con Giulietta l'abbiamo ascoltata tre quattro (cinque, per l'esattezza) volte di seguito scuotendo la testa e stringendo, entrambi, il labbro inferiore con i denti e quindi, insomma, faccio finta che per la prima volta sia rimasto colpito da questa strofa del ritornello con quei deliziosi boom e bang e so che capirete, so che capirete...
  • When the sun hits - Slowdive (Souvlaki, 1993) Poi non lo so com'è successo, colpa dell'algoritmo immagino, ma in maniera del tutto autonoma youTube ha deciso di sparare in orbita quest'altro pezzo di me, che mi chiedo quanto ne sia finito in Giulietta, non ne capisco molto di DNA e procreazione in generale, ma so che anche in questo caso, ancora a distanza di due anni e mezzo dalla prima volta e migliaia di ascolti ovunque (e non so quanti tentativi di evangelizzazione), ho creduto giusto riproporre... avrei potuto prendere come scusa la mise di Rachel, che da sola vale la visione del video, ma la realtà è che a un certo punto Giulietta mi ha abbracciato e mi ha detto "ah ti piace sta canzone, ah!?!?!"...
  • Decora - Yo La Tengo (Electr-o-pura, 1995) Adoro Yo La Tengo, lo sapete bene, e per me possono anche scoreggiare nel microfono e lo farebbero senz'altro meglio di chiunque altro tranne My Bloody Valentine, Girl Band, Sonic Youth, Dark Horses, Uzeda, Coral, TV on the Radio, Suuns, Day Ravies, Slowdive, Nick Cave, TOY, Public Image Limited, Afterhours secondo periodo, Beatles, Fazerdaze, Fufanu, Flor e non so come comportarmi con Depeche Mode e Paolo Conte, ma il punto è: in trent'anni di carriera, quante volte hanno fatto e rifatto e registrato e proposto e riproposto la stessa identica - per quanto sublime - canzone?

domenica 11 febbraio 2018

Week 5-6/2018


  • Tu es Tuée - Prohom (Peu import, 2004) Ci sguazza, il buon Philippe Prohom, nel wireiano Dugga... altro ritmo serrato, altro bellissimo brano da questo Peu Import, altra lezione di francese da parte di Giulietta: papa, on dit pas TU ES TUÈE, on dit tu es tuée... ed è solo colpa mia gente, solo colpa mia...
  • Honey bee (let's fly to Mars) - Grinderman (Grinderman, 2007) L'altro giorno parlavo con Marco e a un certo punto lui mi fa ma scusa tu sei miope o astigmatico così a brucia pelo senza preavviso senza 24 ore di tempo per prepararmi a un esame del genere a insomma una domanda cosi difficile per me io gli rispondo non lo so davvero non lo so o meglio lo so ovvio che lo so porto gli occhiali da 27 anni caro Marco solo che non mi entra in testa tutto qua però dico ancora io non ci vedo bene da lontano e ho qualche fastidio anche da vicino allora lui mi dice se non sbaglio che sono miope ma che per fortuna si ha proprio detto per fortuna la miopia si auto-compensa in parte evidentemente con un pò di astigmatismo o forse ha detto il contrario io non lo so proprio non riesco a ficcarmelo in testa dio santo non sono quel tipo di persona che sa queste cose che ha cellette di memoria nel cervello dedicate a queste cose io sono più il tipo ma tu lo sai che Jim Sclavonus batterista attuale di Nick Cave e ex Sonic Youth e Grinderman si è fatto sverginare nel cesso del CGBG's una notte di 40 anni fa da nientepopodimeno che Lydia Lunch ecco sono più quel genere di persona piena di informazioni del tutto inutili che per fortuna comunque evita di sciorinare per non sembrare ancora più idiota di come si sente quando parla con persone che sanno perfettamente la differenza fra miopismo e astigmatismo ecco proprio così...
  • Goodmorning captain - Slint (Spiderland, 1991) Tipico esempio del lavoro di scrittore, detto anche furto della vita altrui: chi mi segue lo sa, non ho mai avuto un buon rapporto con gli Slint, troppo slowcore e nichilisti per i miei gusti, però, avendo qualche tempo fa acquistato una ristampa in vinile di Spiderland, avevo deciso di dargli una seconda possibilità che, comunque, non stava dando grandi frutti...  poi, una notte della scorsa settimana, mi addormento sfatto sul divano grigio per svegliarmi di soprassalto dopo un tempo imprecisato assetato, spaesato e con una chitarra dispettosa che esce dalle casse devastandomi il cervello attraverso le mie povere orecchie. Spalanco allora gli occhi e comincio a pormi domande non ricordandomi neanche cosa avessi calato nel piatto prima di addormentarmi. Ma è bellissimo sto pezzo, mi dico, ma chi cazzo sono? Mi alzo, mi avvio verso lo stereo et voilà, erano proprio gli Slint... come mi fosse sfuggita questa nera e acida Goodmorning captain, con quella devastante chitarra di Brian McCahn, è un pericolosissimo mistero al quale non riesco a dare risposta. Ma per fortuna le cose sono cambiate per cui, come si suol dire, e vissero insieme felici e contenti (io e gli Slint) e per il buon Piergiorgio niente diritti d'autore e manco un grazie disinteressato...