Week 33/2018
- Clowns - Goldfrapp (Seventh tree, 2008) Ho passato l'ultima settimana in un posto che chi mi conosce potrebbe benissimo definire come quanto di più vicino al mio personale inferno: un villaggio turistico. Un vero villaggio turistico. Con tanto di animatori. Con tanto di mini-club. Con tanto di gente scoppiata da tutta la Francia. Di piscina. Di bambini molesti. Di adulti molesti. Simpaticoni. Gente troppo bianca per esistere davvero. Case di plastica. Cucine di plastica. Cessi open space. Vicini di appartamento. Alcol scadente. Mini-market tipo furto autorizzato. Gatti emaciati che venivano a chiedere la carità. E poi, ancora, musica latina sparata dappertutto, orari per tutto, per mangiare, per bere, per bagnarsi, per uscire, per rientrare. Un vero inferno. Ma la cosa peggiore fra tutte queste è stata la colonna sonora che mi sono auto inflitto per una settimana per non disturbare le povere orecchie dei miei simpaticissimi vicini di casa troppo bianchicci per esistere davvero che, al contrario di me, in quel villaggio turistico, in quel vero villaggio turistico ci sguazzavano beatamente: questo noiosissimo album di Goldfrapp del 2008. Probabilmente l'unico noioso di tutta la loro carriera. Probabilmente l'unico album che avrei potuto davvero scegliere come colonna sonora per questa vacanza.
- To hell with good intentions - Mclusky (Mclusky do Dallas, 2002) E dire che, proprio la sera prima di consegnarmi in quell'inferno, avevo scoperto questo gruppo gallese che risulta essere fra i preferiti e fonte di ispirazione dei miei amati Girl Band e ora anche per me. Quello che capii quella sera? Intanto, che se provo noia per Metz, Idle & co, c'è un logico e sensato motivo per quanto fino a quel momento inconscio. Poi, che le canzoni pop possono essere profetiche. Cazzo se possono esserlo...
- Meglio - Andrea Laszlo De Simone (Uomo donna, 2017) Al ritorno poi, giusto perché l'inferno è più che altro uno stato mentale, ecco che decido di continuare a fracassarmi le palle con roba che non mi piace, che non mi piacerà mai, che ascolto solo perché sennò non avrei una colonna sonora adatta per l'inferno o meglio, diciamo, che se ascoltassi altro forse non potrei più lamentarmi di essere all'inferno... insomma, è un po' come la depressione: se non ascoltassi De Simone, di cosa mi potrei più lamentare?
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