- Bronx in a six - Sleaford Mods (Key markets, 2015) Ecco, se io fossi non dico un giornalista bravo, un giornalista e basta, un blogger coscienzioso, ma semplicemente uno che capisce un minimo di quello che gli succede attorno, prima di sparare la sua deprimente opinione, forse saprei perché i giornalisti bravi, i giornalisti e basta e i blogger coscienziosi definiscono, nella stragrande maggioranza dei casi, post punk questi inquietanti Sleaford Mods. Io, che dopo 38 anni di vita su questo pianeta mi ostino a sparare la mia deprimente opinione senza ancora capirne un minimo di quello che mi succede intorno, li avrei invece definiti hip hop. Forse sarà per questo che non sono dunque un giornalista bravo, ne un giornalista e basta, ne un blogger coscienzioso?
- Scooby snacks - Fun Lovin' Criminals (Come find yourself, 1996) E sempre ecco, che se io fossi tutto ciò che non sono, forse saprei anche perché allora i Fun Lovin' Criminals, fin dalla loro prima apparizione, non furono mai etichettati come post punk ma come hip hop suonato con strumenti veri. Forse sarà perché anche i giornalisti bravi, i giornalisti e basta e i blogger coscienziosi non fanno altro, esattamente come me, che sparare la propria opinione senza averci capito un minimo di quello che gli succede intorno?
- Misread - Fazedaze (Morningside, 2017) E che vi devo dire, se non che questo post, anche se lo pubblicherò attorno alle 22 di domenica sera, in realtà l'ho scritto giovedì pomeriggio, un giovedì di vacanza che anticipa un venerdì di ponte che anticipa un week end di mare mare mare..? E che vi devo dire se non che, a volte, ma solo a volte (per non preoccupare mio cugino) la vita smette di essere una montagna di merda e diventa persino piacevole?
- Friends - Fazerdaze (Morningside, 2017) Il cinque maggio è uscito il primo album della mia - ehm - amica Fazerdaze. Il 12 era già disponibile presso Juno, uno dei miei spacciatori anglosassoni di fiducia. Il 17, mine de rien, era bello impacchettato (e in buona compagnia) nella mia cassetta delle lettere. Quindi, dopo dieci minuti appena, era già spacchettato e riverso sul piatto con me e Giulietta che saltellavamo come scolaretti eccitati. Che dire, bello, bellissimo, ci è parso proprio un gran bell'album pop. Pero', devo ammettere, mi colpisce non poco che, dai primi confusi ascolti, la canzone che più mi sia rimasta in testa sia questa Friends (che oggi vi propongo in recentissima versione live) la quale, più che un pezzo pop, pare un grunge da b-side, un Nada Surf da classifica. Allora mi chiedo: può essere che, magari, ho voglia di giocare a fare il pop lover, il ragazzino che va in giro con skateboard e poi si sdraia scanzonato sul prato a leggere Allais, ma in fondo sono e rimarrò sempre un marcio e frustrato amante del frastuono più atroce?
- Slomo - Slowdive (Slowdive, 2017) Nella cassetta delle lettere, in buona compagnia, la fantastica Fazerdaze c'era davvero. Lo stesso cinque maggio usciva infatti anche il nuovo atteeeeeesssiiiisssimo album degli Slowdive, e quel diciassette di maggio dunque era anch'esso in attesa di essere da me spacchettato e con cura ascoltato. Quando venne il suo turno, al posto dell'entusiasmo e dell'eccitazione che avevano accompagnato l'ascolto esplorativo della dolce Amelia, c'erano adesso timore e preoccupazione. Come poteva mai suonare un album nuovo degli Slowdive dopo ventidue anni di attesa? Ecco una gamma di possibili risposte: patetico noioso borioso anacronistico scialbo confuso già sentito... invece, sorpresa, ecco come suonava: fresco completo brillante deciso pulito vivace vario e persino, si, persino, ipnotico. Vi beccate la versione live di Slomo, perché non riesco a trovarne una in studio caricata di straforo da qualche parte, ma il consiglio spassionato che vi do è: compratelo, sto cazzo di album nuovo degli Slowdive, compratelo. E poi seguiteli, questi cinque dei, ovunque si dirigano, qualunque cosa facciano.
- I wanna be adored - Stone Roses (The Stone Roses, 1989) Ora, proprio il giorno dopo il ricevimento dei suddetti vinili (che erano entrambi in ottima compagnia, ma ne riparleremo la settimana prossima), ero in macchina rivolto verso il lavoro e riascoltavo, godendo sfacciatamente, il suddetto nuovo lavoro degli Slowdive. Ad un certo punto, appena superata la rotonda dell'autostrada, li dove una volta mi fermo' la polizia e li dove una volta depositai quella ragazzina che mi aveva sfacciatamente chiesto un passaggio e con la quale avevamo parlato di King Krule, qualche cosa, in qualche brano del disco, in un qualche momento, mi ha fatto scattare quello che qui chiamano declic, e mi è partita in loop, per tutta la giornata, per tutto il resto della settimana direi, questa canzone dei miei odiati Stone Roses. Odiati, certamente come si odia ciò non si conosce, ma con grande bravura e carisma. E io, il titolo di questa canzone, prima o poi me lo faccio stampare sulla fronte.
- Catch the breeze - Slowdive (Just for a day, 1991) Si può dire che oggi a Aix sia arrivata l'estate. E in estate si fa il pic-nic al parco, con cibo pre-cucinato e amici improvvisati. E durante i pic-nic al parco posso vedere Giulietta giocare, sudare, ridere, cadere, rialzarsi, inseguire i bambini, una farfalla, un sogno, posso vederla sorridermi, posso vederla scegliere e portarmi un fiore, posso vederla che mi si arrampica sulla schiena, sulla pancia, sulle gambe, che si versa l'acqua addosso con la bocca piena di cioccolata e cotolette. Sopra di lei, quando la vedo fare tutto questo, c'è sempre un sole scintillante e attorno la brezza provenzale, le risate, vicine, di altri bambini, adulti e vecchi, i cani che abbaiano, il treno lontano, l'aereo che se ne va lasciando la sua scia bianca. E nella mia testa, come colonna sonora di questo quadro che sa già di malinconia, un'accecante perla d'altri tempi.
- One who love you - Alvvays (Alvvays, 2014) Questa l'abbiamo ascoltata, io e la mia piccola principessa, un attimo prima che il mondo si riducesse a me e lei che rotoliamo, abbracciati e ridanciani, lungo la breve e gradevole collina del Parc du Cuque.
- No trouble - Frustration (Relax, 2008) Poi, quando beati siamo tornati a casa, rilassati, amorevolmente vicini, in armonia fra di noi e col resto del pianeta, vengo a sapere che ieri sera a Marsiglia - niente popodimeno che alla meravigliosa Friche La Belle de Mai - hanno suonato gli altrettanto meravigliosi Frustration e prima di loro gli ancora più meravigliosi J.C. Satan. Praticamente il meglio o quasi del rock francese in questo momento. Ed é stato più o meno cosi che il mio pomeriggio di relax e amore da fiaba si é, all'improvviso, come è logico che sia, trasformato in bestemmie a denti stretti e maledizioni lanciate a destra e manca. E domani per giunta è lunedì. Mah!
- Little uneasy - Fazerdaze (Morningside, 2017) Non so cosa, ma qualcosa vorrà dire: l'altro giorno Giulietta è rimasta ipnotizzata davanti a questo video tanto da volerlo vedere tre o quattro volte di seguito. Ogni tanto poi si girava verso di me e, da figlia a padre, guardandomi con quegli occhi verde provenzale, mi diceva "è l'amica tua", che non era mai una domanda ma sempre un'affermazione. Io le allargavo sempre un sorriso babbo e rispondevo poco convinto di si. Come dicevo, non so cosa, ma qualcosa vorrà pur dire. Ovviamente, secondo mio cugino, vuol dire che sono un porco.
- Lost boys - The Courtneys (The Courtneys II, 2017) In questo periodo, per la sezione "lacune da colmare", ho in playlist Gang of Four, Lydia Lunch e alcune cose minori dei miei adorati Slowdive e devo ammettere che, a volte, è veramente una rottura di palle perdere tempo a studiare il passato quando in giro ci sono cose eccitantissime che portano da una parte all'altra del mondo, da un suono innovativo ad un sotto-genere del futuro. Pero' poi accade che quando per la sezione "ascolti nuovi" si hanno in playlist questi idolatrati Courtneys, canadesi ma accasati con la benedettissima e neozelandese Flying Nun, si provi una sensazione di fregatura, di perdita di tempo, proprio di rottura di palle. Perchè? Perchè circa quarant'anni fa c'erano in giro tipi come Blondie e B-52s, ecco perchè. Io li ho studiati proprio per la sezione "lacune da colmare" un bel po di tempo fa e se proprio devo fare un ripasso preferisco riascoltare gli originali, piuttosto che queste copie ribollite.
- The underside of power - Algiers (The underside of power, 2017) Questo nuovo singolo degli Algiers, che anticipa di poco un album in uscita, è proprio una canzone degli Algiers, non c'è che dire. Ed è anche una bella canzone degli Algiers. Eppure, mi lascia in bocca una sensazione amara: la sensazione e la predizione che abbiano riscritto l'album d'esordio di due anni fa, ma leggermente più addomesticato, più adatto alle classifiche. Lo so, anche secondo me non ci sarebbe niente di male, se il risultato alla fine fosse decente, ma lo dite voi a quell'integralista di mio cugino?