Week 52/15
- Paul - Girl Band (Holding hands with Jamie, 2015) Non so da dove cominciare, di conseguenza non so neanche come finire. Ma in mezzo, fra questi due momenti carichi di angoscia, attesa, frustrazione e stupore, ci sono una canzone di una violenza quasi senza precedenti, un video che vale una vita intera a chiacchierare con Freud (lo psicologo, non il pittore), sei minuti di intensa claustrofobia studiata al millimetro, al micro secondo. Ogni volta che ascolto questa canzone, quello che ero prima, non ha mai niente a che vedere con quello che sono dopo.
- Polar Bear - Ride (Nowhere, 1990) Ed è per questo, mi sa, che ho ripescato dal reparto musica classica l'esordio dei Ride del '90, e lo ascolto spesso a palla e spensierato. E' proprio per allontanare quanto più possibile da me, tornando alle mie origini rock, la violenza perpetuatami dalla masochistica esperienza GB.
- So - Built To Spill (Unthetered Moon, 2015) Anche se poi, tutto questo stravolgimento, dura poco in fin dei conti. Conforta, a volte, il passato, è più facile, più sicuro, ma io non riesco a trastullarmici dentro a lungo, e anche se spesso la mia ricerca sonora rock è rivolta alla musica del passato, per me è comunque come fosse nuova, per me è come andare avanti: non guardo mai indietro, io, forse a volte per prendere la rincorsa. Quindi, dopo essermi violentato per giorni con GB ed essermi poi rassicurato con Ride, ecco che sono finito, capitolato, atterrato su quest'album dei Built to Spill, tanto bello quanto distante dai miei usuali gusti e dai suoni dei sopracitati GB e Ride. Ne so poco e niente, tranne che sono bravissimi e che questa canzone sfoggia delle chitarre da brividi che mi trascineranno, magari senza sfiancanti sussulti, fino all'inizio dell'anno nuovo. Magari.
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