Week 48/15 - una tripletta post London
- Gazzelles in flight - Suuns & Jerusalem in my Heart (Suuns & Jerusalem in my Heart, 2015) Mi ha stupito sicuramente la location che Suuns & JIMH hanno scelto per la loro tappa londinese: un buco ad Hackney, di classe si, ma in cui non entravano più di 400 persone. Mi ha stupito anche che il concerto sia iniziato più che puntuale, puntualissimo, così come mi ha stupito che i controlli di sicurezza per entrare fossero del tutto inesistenti, anche se forse è stato meglio così, l'ambiente era più rilassato e tranquillo. Mi ha pure stupito sentire i quattro Suuns e Radwan Moumneh suonare come fossero una cosa sola, suonare dando vita a un'idea nuovissima in cui i due singoli progetti erano riconoscibilissimi ma non amalgamati, sommati a dar vita a qualcosa di nuovo e bellissmo che, per farla breve, mi è piaciuto un sacco. Invece, quello che non mi ha stupito per niente, è che Andrea si sia innamorato di Liam O'Neill dopo neanche il primo colpo di batteria.
- Watcher in the distance - Coral (The curse of love, 2015) E anche se non era la prima volta che andavo a Londra a vedere un concerto stavolta, probabilmente perchè ho lasciato vergognosamente a casa moglie e figlia e ho fatto il ragazzino con Andrea, ci ho preso gusto. E allora, dato che mi è già arrivata una bella mail con i prossimi tour UK, indovinate quale lacuna concertistica colmerò nella prossima primavera?
- 1981 - Public Image Limited (This is what you want, this is what you get, 1984) Come promesso (a me stesso), la mattina dopo il concerto mi sono battuto in lungo e largo tutti i negozi di dischi di So.Ho. ma, al contrario di quello che mi ero figurato, non sono riuscito a trovare niente di Girls Names e Girl Band. Dunque, sono rientrato a Aix a mani vuote. Dunque, ieri mattina ho promosso questo album da cose da ascoltare a cose sotto ascolto. Beh, comunque, questo non toglie che, non appena riuscirò a trovare gli album di questi due nuovi e formidabili gruppi, i vecchietti del mio cuore si faranno da parte immediatamente anche perchè, album dopo album, canzone dopo canzone, cominciano a farsi un poco noiosi.
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