domenica 16 novembre 2014

Week 46/14 - una tripletta se mi devo fare tre ore di macchina e mi ritrovo solo con vecchi cd


  • Radio Varsavia - Franco Battiato (L'arca di Noè, 1982) E' un quadro dipinto a parole, di cui mi sfugge il significato generale, ma di cui amo ogni singola scena: i volontari laici che scendono le scale in pigiama, i cittadini attoniti che fingono di non capire niente, i commercianti punici che arrivano in Abissinia, l'orgoglio delle fantastiche operaie cinesi e le biciclette di Shangai, e quel ultimo appello di radio Varsavia, chissà perchè da dimenticare. C'era un tempo in cui Battiato mi emozionava molto, anche se spesso non capivo assolutamente ciò di cui parlava. 
  • Le verità che ricordavo - Afterhours ((non è per sempre), 1999) Invece, i testi di Manuel Agnelli, capisco sempre di cosa parlano: parlano di me! Non so come sia possibile, magari delle cimici in casa, o forse qualche amico in comune con la lingua troppo lunga, ma è così. Sentite qui: il sole sale sopra il continente del male sopra il quale sto crescendo, migliorando e dove fingo di non essermene accorto che non sto vivendo, sono morto. Ora, senza dovervi spiegare tutto, che non siete mica scemi e ci arrivate da soli, non è chiaro che stia parlando proprio di me?
  • Albascura - Subsonica (Amorematico, 2002) Canzone notturna, ma anche canzone da pogo sotto il palco, da volume a manetta, canzone da corsa sul lungo mare in ottobre, canzone di rabbia, canzone di frustrazione, ma anche canzone da macchina. Affornti le curve durante le strofe, e poi aspetti il ritornello e il rettilineo, per poter accelerare, accelerare, accelerare, e lasciare andare tutto il tuo dolore contro questo muro.

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