Week 21/14 - una tripletta nostalgica V
- Useless - Depeche Mode (Ultra, 1997) Non che abbia intenzione di schiattare oggi, l'ho già detto e ridetto proprio su queste pagine. Però è arrivato il momento di pensarci, ed io ho bisogno di essere sicuro di una cosa: che quando sarà il momento, fra un giorno, un mese o cento anni, ci sarà qualcuno che si prenderà la briga di fare una colletta per pagare al buon Dave Ghan il viaggio in aereo e una notte in b&b, in modo da poter essere presente al mio funerale e cantare a cappella la mia Useless, mentre tutti i presenti piangeranno e si strapperanno i capelli. Poi dovrebbe aggiungere qualche parola su quanto ero fico, sensibile e amato dal popolo catanese tutto, stringere qualche mano, sorridere e piangere un pò, se possibile. Una trentina di euro dovrebbero bastare. Ok? Grazie...
- Beetlebum - Blur (Blur, 1997) So che farò irritare molte persone, ma mio cugino la pensa come me, e quindi mi sento molto sicuro: prima di quest'album, non è che i Blur avessero fatto chissà che cosa: alcune splendide canzoni, si, veri e propri colpi di genio e sgambettanti singoli per bruciare i neuroni nel cervello, ok. Ma non è che avevano mai esattamente scritto un albumone. Poi, all'improvviso, sale in cattedra di prepotenza il freak Graham Coxon, e tutto cambia. I Blur cambiano. I suoni cambiano. Demon Albarn, soprattutto, cambia. I nuovi Blur, che si annunciano con Beetlebum, sono come amici delle elementari che rivedi solo dopo vent'anni: li riconosci, ti fanno sentire a casa, certo, ma sono inevitabilmente e giustamente cambiati per diventare, finalmente, splendidi uomini e splendide donne.
- Gone - U2 (Pop, 1997) Io ho sempre detto: Gone è l'ultima grande canzone degli U2. Mio cugino ha sempre risposto: U2 chi?
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