Ecco alcune delle cose facilmente tangibili che Lou Reed ha fatto per me negli ultimi quarantacinque anni: ha scritto almeno dieci delle mie canzoni preferite; ha portato quasi all'estremo l'idea di violenza chitarristica; ha scritto, pubblicato e difeso a oltranza Metal Machine Music; ha ispirato Lester Bangs, Todd Haynes e Timothy Greenfield-Sanders nelle loro rispettive arti; ha suonato un concerto per me e pochi altri praticamente sotto casa mia; ha deciso di morire il giorno dopo il mio compleanno in modo da non rovinarmi i festeggiamenti di quest'anno e degli anni futuri.
Ed ecco alcune delle cose facilmente tangibili che io ho fatto per Lou Reed negli ultimi quarantacinque anni: ho comprato molti ma non tutti i suoi dischi; ho speso pochi spiccioli per vederlo in concerto assieme a pochi altri praticamente sotto casa mia; ho parlato della sua musica con gli occhi luccicanti ad amici, conoscenti e altri.
Ma ciò nonostante, il debito che avrò con lui, e con tutti gli altri artisti che uno dopo l'altro moriranno inevitabilmente nel corso dei prossimi anni, sarà sempre troppo grande anche solo per pensare di poterlo quantificare.
- Sunday Morning - Velvet Underground (The Velvet Underground & Nico, 1967)
- Lady Day - Lou Reed (Berlin, 1973)
- Sister Ray - Velvet Underground (White Light/White Heat, 1968)
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