Week 43/13
- Backwell - Beak (Beak, 2009) Ti piacciono i Suuns, mi hanno detto, e non conosci i Beak? Ma dai, davvero? Così - da una parte umiliato per essermi fatto cogliere impreparato, dall'altra eccitato per un'insperata dritta - sono corso a colmare questa incredibile lacuna, senza neanche preoccuparmi di rispondere alla domanda. Ho procurato subito il loro primo album, ho messo lo stereo a manetta, ho premuto play, quasi eccitato. Ammetto di essere rimasto estasiato da questa Backwell che apre il disco, ma tutto il resto mi ha subito e profondamente annoiato a morte. E l'ho ascoltato tre volte di fila! Quindi ho premuto stop, ho spento lo stereo, ho cancellato i file dal computer. E poi sono corso a rispondere alla domanda di cui sopra: si, conosco i Beak. Ho detto. E poi ho anche aggiunto: e mi fanno davvero schifo.
- Double dare - Bauhaus (In the flat field, 1980) C'è qualcosa di già sentito nella voce di Peter Murphy, nelle chitarre di Daniel Ash, nel drumming di Kevin Haskins. Ma qualunque cosa sia, loro l'hanno fatto prima degli altri. E, in molti casi, molto, ma molto, molto meglio.
- Mercy - TV on the Radio (Mercy 45rpm, 2013) Lo ammetto, mi stò già leccando i baffi, le orecchie e anche gli occhi. Sto rischiando di disarticolarmi le spalle muovendole di qua e di la ogni volta che sento Mercy. Controllo ogni cinque minuti se hanno annunciato la data di uscita del nuovo album. E poi rimetto da capo Mercy, e poi di nuovo ancora, e ancora, e ancora. Poi, quando proprio non c'è più niente da fare se non aspettare, mi fermo un attimo, esausto, e ringrazio Tunde Adebimpe (o qualche altro Dio), per aver accolto le mie preghiere, e aver cominciato, da questo singolo, ad esplorare territori più amorevolmente garage.
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