Week 02/2021 - dea e sigaretta
- Kingdome come - Pere Ubu (New picnic time, 1979) Fra le migliaia di cose che il covid-19 ha direttamente o indirettamente stravolto nella mia vita, la peggiore è stata il mio rapporto con la sigaretta. Per sette anni sono sopravvissuto con sporadiche, sporadicissime sigarette e discrete dosi di altro (droghe varie, sport, paternità, umiliazioni auto-inflitte...) ma proprio alla fine del primo confinamento, mentre tutto il mondo tornava fuori e io volevo solo morire, ho comprato e fumato un pacchetto di tabacco. E poi un altro. E un altro. E poi un altro ancora. E da li, ogni settimana una promessa a me e alla mia dea, ogni due giorni una presa di posizione solenne. Ridicolo. Sono passati otto mesi da allora, e ancora sono li, con la sigaretta in bocca, la tosse perenne in gola e un più che vago disgusto di me in testa. Ancora più ridicolo. Ma la notizia in effetti è che da cinque giorni quasi sei non fumo. Lo so che non significa ancora niente, che non significa che non fumo più, che sia fuori da questo disgustoso tunnel autodistruttivo. Ma significa almeno che ci sto provando. E che forse, come dice la canzone dei Pere Ubu, un nuovo regno sta arrivando. O forse è già arrivato?
- Giant - The The (Soul mining, 1983) Oh, questa è fresca fresca di scoperta! L'ascoltavo ieri sera con la mia dea, mezzo ubriaco e cercando di non auto-indurmi il desiderio di sigaretta. Ma quant'é moderno sto pezzo?, quanto è universale e atemporale? Non ci sentite dentro le basi acide dell'house di Chicago, quelle ingenue dell'elettro-dance francese, quelle minimaliste della wave in tutte le sue forme primitive? Ascoltate, ascoltate come il pezzo si sviluppi attorno alla ripetizione, come fosse un martello pneumatico, per poi proseguire fino a un inaspettato intermezzo tribale, quasi poliritmico, ma calmo, addomesticato, per poi tornare all'ipnosi iniziale ma come in una nuova dimensione, più carica, più piena, più barocca. Che pezzo signori, che pezzo! Il futuro nel passato!
- La foret - Lescop (Lescop, 2012) Questa non è una scoperta recente ma l'album, che comunque non è eccezionale, è finito in playlist solo ultimamente. Per cui l'ho un po' ritrovata. Alla fine, questo è il tipico pezzo che posso mettere ovunque, in macchina verso il mare, in cucina con pizza e vino, in bagno sotto la doccia bollente, e funzionerà sempre e comunque. Uno di quei pezzi che mi fanno scuotere prima la testa, poi il piede, poi tutto il resto del corpo. Uno di quelli che mi fa venire voglia di accostare pandabell di fianco alla strada, di uscire tutto bagnato dalla doccia o di saltare sopra il tavolo della cucina e ballare con la mia dea, strascicando i piedi e le parole. Per cui, pezzone, estremamente francese (da invidiare come al solito) e anche bellissimo video fatto da Johnny Hostile e Jenny Beth. Che volete di più? Una sigaretta, vero?
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