- Passing things - Froth (Outside(briefly), 2017) Lungi da me perdere tempo in classifiche di fine anno dato che, si sa, i miei ascolti sono di solito temporalmente schizofrenici. Eppure, forse proprio per questo, mi è impossibile non cadere nella tentazione di valutare l'ironia della situazione dato che, a mio avviso, questo lavoro dei Froth datato 2017 è probabilmente il miglior ascolto del 2018 ed è arrivato nella cassetta delle poste a ridosso del (e quindi si prolungherà nel) 2019. Quindi, dicevo, sarà pure una Passing Thing, questo oggetto Froth, però sembra che mi accompagnerà a lungo...
- Stay (far away, so close) - U2 (Zooropa, 1993) A proposito di oggetti che mi accompagnano a lungo, questo forse è quello più spudorato, più ossessivo, più difficile. Comprai una cassettina taroccata di Zooropa non appena uscì, se non sbaglio estate 1993, e poi, anni dopo il cd che ho ascoltato così tanto da rovinarlo in alcune tracce. Poi, ieri mattina, come regalo di Natale delle mie donne, mi ritrovo fra le mani una ristampa in vinile. Lo abbiamo suonato per tutto il giorno, come fosse una compilation di Natale, e ci siamo tutti ritrovati un po` commossi ognuno su tracce diverse. La mia preferita dell'album, si sa, è Dirty Days, di cui abbiamo già parlato tempo fa. Ma la preferita di Francesca e Giulietta è e sarà sempre Stay. E come si fa a non capire il perchè?
- Falling stars - Blankenberge (Radiogaze, 2017) Toh, ecco un altro lavoro uscito nel 2017, attenzionato solo nel tardo 2018 e che di sicuro mi porterò per un po' attraverso il 2019. Non che ci sia molto da dire, sono russi, fanno shoegaze molto più dream rispetto agli standard e io me li ascolto soprattutto la notte, quando cala il freddo e posso avvolgermi nel silenzio e nel plaid blu. E mi fanno sognare ancora prima di addormentarmi.
- We - Blankenberge (Radiogaze, 2017) Questa me la segnalò l'amico Vitale l'anno scorso, proprio in questo periodo, come la migliore traccia shoegaze del miglior album shoegaze del migliore gruppo shoegaze del 2017. Col mio solito comodo, ci sono arrivato a dargli spazio nella mia quotidianità, e devo dire che mi trovo abbastanza d'accordo con l'amico Vitale. Ora però aspettiamo che l'amico Vitale faccia il suo solito lavoro e mi dia la medesima dritta per l'anno 2018 che volge al termine. Così almeno saprò già di cosa parlare fra un anno a quest'ora...
- Yam Yam - No Vacation (Intermission, 2017) Sempre dal passato 2017, e dunque in vergognoso ritardo, mi sono approcciato solo oggi a questo EP dei miei amatissimi No Vacation, gruppo californiano che dovrei odiare per ovvie ragioni ma che, invece, come sa bene mio cugino e chiunque segua questo scellerato blog, amo tanto, ma davvero tanto, per ragioni che invece mi sono oscure. Non so se questo lavoro sia esattamente l'ultimo pubblicato, ma in ogni caso mi pare assai diverso dai precedenti (anche se non saprei dire in cosa, ignorante come sono, forse nei suoni? Forse nella composizione?) seppur godibilissimo come sempre. Che altro aggiungere? Che Yam Yam è un nome fantastico per una canzone californiana? Si, esattamente questo. Yam Yam è un nome fantastico per una canzone californiana...
- The stars are like an Avalanche - Swell Maps (Jane from occupied Europe, 1980) Sono così stanco e avvilito che, invece di commentare sta canzone, userò i suoi 3 minuti e 22 secondi di durata per rileggere e correggere le cazzate che ho scritto sopra... Bonne nuit!
- Strange year - Cloud Nothing (Life without sound, 2017) Questa canzone conferma ciò che la già precedentemente trattata Realize my fate aveva suggerito ovvero che, su quest'album, coesistono due diverse band. La prima, è interessante e dedita a un noise rock che flirta con l'avanguardia. L'altra, è un band babbasunazza che sguazza in un innocuo, anzi!, fastidioso college rock adolescenziale. Io, col nuovo approccio zen in prova gratuita per 30 giorni, faccio finta che la seconda non esista e mi concentro solo sulla prima. Il problema è che c'é così poco di loro nell'album che non mi basta neanche per la doccia della mattina, figuratevi per dare la giusta piega alla giornata...
- Forgotten - TV on the Radio (Nine types of light, 2011) Non è che ci sia molto da aggiungere, commentare, spiegare, sottolineare, evidenziare, sviscerare, ricapitolare, mostrare, illuminare, vivisezionare, è solo un'altro tassello nel percorso dei TVOTR verso il titolo di miglior rock band dei 2000's...
- Alan is a cowboy killer - Mclusky (Mclusky do Dallas, 2002) Questa è la canzone su cui Giulietta, quando sfrecciamo lungo la provenzale a bordo di Pandabell, sta imparando i rudimenti della lingua inglese. E non solo, miei cari, non solo. Grazie al cielo sta imparando anche i rudimenti della struttura sociale in cui si trova a vivere. Tié!
- Corinne - Metronomy (The english riviera, 2011) Lo so che è senza precedenti, proporre la stessa canzone per tre volte, soprattutto se ce ne sono altre bellissime nello stesso album, ma io ne sono ossessionato. La ascolto (ancora) decine di volte a settimana, al volume possibile, nelle condizioni possibili, nella compagnia possibile, ma non è tanto questo il punto, il punto è che l'altro giorno entro alla Fnac per perdere un po' di tempo, aspettavo una telefonata che non arrivava, e allora vedo il cd di questo superbo album che mi guarda dallo scaffale e mi dice sono tuo per sette euro e io il cd giusto giusto non ce l'ho e allora lo prendo, lo faccio mio, solo che mentre mi avvio verso le casse vedo il vinile porca puttana il vinile di questo stesso medesimo capolavoro che mi dice prendimi, prendimi sono tuo per 15 euro e allora io ripudio il cd, per quanto audiamente affidabile e poco costoso e prendo, afferro, azzanno quel pezzo di plastica, lo ficco sotto al braccio come la più sacra delle baguette, lo pago e lo porto alla luce, fuori da quel triste magazzino e per tutta la strada, fino a casa, aspettando ancora quella cazzo di telefonata che non arriva e, per la cronaca, non arriverà, io lo guardo, lo accarezzo con la mano, lo ostento. Poi, a casa finalmente, lo spacchetto, lo poso sul piatto sul lato B e piazzo la puntina direttamente sulla terza traccia. Corinne parte così, finalmente in sordina, fra uno scricchiolio e un graffio, e io sono felice, penso a tutte le cose a cui questa canzone mi fa pensare e alzo il volume, oddio si se alzo il volume, e allora mi lascio andare, lontano, lontano, mi lascio andare proprio lontano, lontano lontano...
- Shut the windows - Froth (Outisde (briefly), 2017) Avevo appena scelto due album nuovi da aggiungere in playlist, due album che mi pareva avessero qualcosa in comune ma che invece, in comune, non avevano un cazzo. Il primo è quella noia mortale dei Cloud Nothing che non si capisce come mi sia fatto fregare da tale college rock di basso profilo, il secondo è invece questo gioiello dei californiani Froth che, non è originalissimo, ok, lo sappiamo ormai che è il castigo divino di questi anni del rock, ma è scritto e suonato e registrato egregiamente. Mi piace così tanto che ho appena comprato dal mio spacciatore di fiducia il cd. Ascoltate questa traccia, per esempio, delicata ma dura, '80s ma diversa... insomma, mi innamorai. E abbiate pazienza, quando uno si innamora si innamora, e non potete mica fargli le pulci...
- Repetition - TV on the Radio (Nine types of lights, 2011) Questo è indubbiamente l'album più strano dei TVOTR, sembra più scanzonato, più leggero, ma lo sapete, non ne capisco niente io di musica pop, e in più spesso non riesco a capire neanche i testi delle canzoni. Però questa canzone così scanzonata, scazzata, così poco TVOTR ma al contempo così riconoscibile, beh, dai, è proprio fica... insomma, Metronomy si, Froth pure, ma TV on the Radio porca puttana, loro mi fanno proprio vibrare tutto...