giovedì 25 luglio 2013

Week 30/13 - Una tripletta nostalgica e romantica per premiare i video.


  • Cigarette in your bed - My Bloody Valentine (You made me realise, 1988) Quando qualcuno mi guarda stralunato ma curioso, dopo avermi sentito dire che il mio gruppo preferito è i My Bloody Valentine, questa è solitamente la canzone che gli faccio sentire per spiegargli esattamente di cosa parlo. Questa canzone - con questo splendido video non ufficiale - a volume spropositato. E comu finisci si cunta.
  • Her morning elegance - Oren Lavie (The opposite side of the sea, 2009) Non dovrebbe piacermi, questa canzone, eppure mi piace. Ma mi piace perchè mi piace il video. E il video mi piace perchè mi piace la Stop Motion. E la Stop Motion mi piace perchè puoi fare tante cose stupide, divertenti e romantiche come far camminare da soli un paio di pantaloni neri, far piovere cuscini bianchi, andare in tandem su un letto con gli occhi chiusi, fare gli uccellini con i calzini, far volare un contrabbasso... 
  • Flagpole sitta - Harvey Danger (Where have all the merrymakers gone?, 1997) Questo maledetto video, oltre ad essere il primo Office Lip Dub della storia (e anche il più bello in assoluto), ha la capacità unica di mettere mio cugino di un umore così buono e propositivo da fargli anche pensare che, tutto sommato, l'umanità non faccia del tutto schifo, e che i suoi colleghi, in fondo in fondo, non siano poi così male! Vi pare poco?

venerdì 19 luglio 2013

La tripletta di Giuseppe Scuderi

Secondo ospite delle nostre pagine, Giuseppe Scuderi è un sentimentale senza speranza. Parla, parla, si mette in posa da duro ma poi... eccolo lì, proprio un sentimentale senza speranza...
  • Fake plastic trees - Radiohead (The bends, 1995) Vpiace quella band radicalmente sperimentale, eppure da milioni di copie, che contamina la musica rock con ogni sorta di diavoleria elettronica, quella band che, a forza di sperimentare, è giunta ormai ai confini dell’impenetrabile, quella band che risponde al nome di Radiohead? Ecco: allora questo pezzo non fa per voi. Questi sono i Radiohead prima di diventare i Radiohead, prima della svolta, i Radiohead quando piacevano a me! L’album, il loro secondo, fu suonato dal vivo allo stadio Cibali di Catania, dopo i Flor e prima dei REM, estate1996, in un concerto insuperato che fece la storia della città; il pezzo, la quarta traccia, è considerato (da me) un capolavoro assoluto (usiamola pure l’iperbole, che tanto è gratis): un crescendo struggente di musica e parole, tra senso di finzione e ricerca d’autenticità, che spodesta CreepChe dire d’altroIf I could be, who you wantedif I could be, who you wanted… all the time… all the time…”
  • The idea of north - Shellac (At action park, 1994) Inizio perentorio: questo è uno dei migliori album della storia della musica, e in subordine il migliore degli Shellac! Il brano scelto è volutamente contro-corrente rispetto alla corrente impetuosa e mefistofelica che attraversa l’intero album (freddo-calda, razionale-emotiva, sensuale-meccanica); il brano scelto è, per questo, da solo, una storia, un altro album, un’incursione degli Slint nel mondo Shellac, un mondo lacustre e silenzioso, adamantino e visionario… che viaggio!
  • Slint - Washer  (Spiderland, 1991) Dopo gli Shellac che fanno gli Slintmi pare doveroso chiudere con gli Slint che fanno se stessi! Gli Slint sono una stella cadente, di quelle che vengono giù con la coda da cometa, una scia verde che brilla ancora a lungo nel cielo dopo che è scomparsaun EP e due album fra cui “uno dei migliori album della storia della musica” (cit. post precedente). Mi rendo conto che possa apparire sospetto trovare in un unico post due dei migliori album della storia della musica, ma ribadisco che, pur in tempi di crisi, l’iperbole resta gratis… Quindi prendetela per buona e magarise già non lo avete fatto, ascoltate Spiderland, fin dalla copertina (sì, pure quella si ascolta) e fatelo mentre siete in macchina, di notte, magari un po’ alticci irrimediabilmente illanguiditi da, che ne so… pensieri tipo “i vent’anni non torneranno più, omioddio” o “i vent’anni non torneranno più, meno male” (va bene anche alzare l’asticella con interrogativi amletici “che senso ha tutto questo?” o ne verrò a capo prima o poi?”) quando a un certo punto prenderete quella strada buia che chissà dove porta, perché chi guida inseguendo i suoi pensieri di notte prima o poi finisce in una strada buia che chissà dove porta, alzate il volume dell’autoradio e selezionate la traccia 4. E presto, languore dopo languore, nota dopo nota, lacrima dopo lacrima, vi ritroverete alla fine di quella strada e… ecco, mi avete scoperto: sono un sentimentale senza speranza!

martedì 16 luglio 2013

Week 29/13

  • Karen Koltrane - Sonic Youth (A thousand leaves, 1998) Non è che questa canzone sia brutta in senso assoluto, no. E' solo che somiglia troppo ad altre canzoni dei Sonic Youth come Death Valley '69, Theresa's sound world, Bad mood, Freezen Burn, New city rhyme, Shadow of a doubt, Expressway to yr. skull, Beauty lies in the eye e Washing machine. E anche un pò a No queen blues, Wildflower soul, NYC ghosts and flowers, Tom Violence, Halloween, Tuff Gnarl, Brother James, Inhuman e perfino a Sweet Shine. Certo, è evidente che i furti più clamorosi sono stati perpetuati a danno di Con un deca degli 883 e alla sigla originale de La principessa Zaffiro, quella cantata da Marco Ferradini, ma questa è un'altra storia. Ah!, sti Sonic Youth, ma come dobbiamo fare?
  • Happy when it rains - Jesus and Mary Chain (Darklands, 1987) "And we tried so hard. And we looked so good. And we lived our lives in black. But something about you felt like pain" e ancora "You were my sunny day rain. You were the clouds in the sky. You were the darkest sky. But your lips spoke gold and honey. That's why I'm happy when it rains". Ecco. Solitamente le canzoni d'amore dedicate agli ex sono o nostalgiche smielate sentimentali ("torna da me, non valgo nulla senza di te")  o velenose ingiunzioni di mantenersi a debita distanza ("mi hai prosciugato il conto in banca per pagarti le tue puttane"). Questa invece è così romantica e solare che per forza, per forza deve essere stata inventata di sana pianta.
  • In bad dreams - God Machine (One last laugh in a place of dying, 1994) "Li hai mai ascoltati i God Machine?" chiese una volta a mio cugino il capo dei suoi colleghi, che non è il suo capo, anche se lo è stato (in parte) in passato, ed in fin dei conti è compare del suo capo (che poi in realtà è il capo del suo vero capo). "Ceeeeeerto!!!" mentì lui. Corse subito a casa, scaricò l'intera discografia dei God Machine (due album e mezzo) e fece una full immersion, per fare bella figura il giorno dopo col capo dei suoi colleghi e compare del capo del suo vero capo. In realtà la full immersion dura ancora da diversi mesi, dato che i God Machine sono eccezionali. Solo che al capo dei suoi colleghi e compare del capo del suo capo mio cugino non glielo può mica dire, perchè poi i suoi colleghi gli darebbero del leccaculo. Però glielo posso dire io: compare del capo del vero capo di mio cugino: grazie per averci fatto scoprire i God Machine! Sono eccezionali!

mercoledì 10 luglio 2013

Week 28/13

  • Let me put it in - Andre Williams (Silky, 1997) Quest'uomo aveva sessantuno anni quando ha scritto e registrato questa canzone, nel 1997. Sessantuno. E mentre l'ascolto a ripetizione, me ne sto stravaccato sul divano a piangermi addosso per il caldo, la noia e le stracanaggini che i miei colleghi mi fanno ogni giorno al lavoro. E di anni ne ho trentaquattro. Vergogna!
  • I'm qualified to satisfy you - Dirtbombs (Ultraglide in black, 2001) Per colpa di questa canzone ho ricomprato il giradischi e cominciato a frequentare squallidi mercatini delle pulci, sezioni completamente folli di eBay e improbabili negozi di dischi di seconda mano sparsi per tutta Europa. Il fatto è che gli album si ascoltano in vinile, e non  per questione di pulizia del suono o per amore di quei fastidiosissimi scricchiolii di sottofondo che non capisco come qualcuno li possa trovare affascinanti e imprescindibili. No. E' solo che rimane il modo migliore per distinguersi da quei dementi tuttologhi che si professano esperti di musica e che per dimostrarlo sfogliano le cartelle dei loro hard-disk portatili mostrando compiaciuti le intere discografie in mp3 di Vasco Rossi, Enya e chissà-chi-minchia-altro. Ecco perchè sono tornato al vinile. Per distinguermi. Perchè poi ci sia tornato dopo essere stato folgorato da questa canzone di Mick Collins e Co., non saprei proprio dirlo e, comunque, chi se ne frega!

giovedì 4 luglio 2013

Week 27/13 - una tripletta nostalgica II


  • Movin'on up - Primal Scream (Screamadelica, 1991) Castelbuono, 12 agosto 2012, ore 23 circa. Io sudato, Frankie sudata, Fabry sudato, Fabiola sudata. I Primal Scream a tre metri da noi, freschi come una rosa: Andrew Innes ricomincia a suonare e io a saltare come un bambino. "This song is dedicated to Pier Paolo Pasolini" dice quel socialista di Bobbie Gillepsie, con il suo proverbiale ciuffo a coprirgli metà del viso "I was blind, now I can see, You made a believer, out of me". E io continuo a saltare perchè lo sapevo, lo sapevo che questo gospel non poteva essere quello che sembrava, ma molto di più! Lo sapevo, lo sapevo!
  • Tarpit - Dinosaur jr. (You're living all over me, 1987) Mio cugino ha un collega così rovinato che una volta, mentre truffaldinamente gli sottoponevamo Tarpit, ci disse: strano, non avevo mai ascoltato prima questo brano di Neil Young, interessante. Ma la registrazione è rovinata, a metà canzone parte un rumore atroce... Mio cugino lo guardò in faccia, scosse la testa compiaciuto e gli disse: coglione.
  • Schizophrenia - Sonic Youth (Sister, 1987) La coscia scosciata di Kim, il caschetto biondo di Thurston, la camicia da surfista di Lee, le lentine di Steve, il sangue sulle corde di Thurston, la bacchetta che Lee usa come ponte, la precisione di Steve dietro la batteria, il vestito da porca di Kim, il pubblico in delirio, gli addetti alla sicurezza impassibili, gli occhiali da sole di Kim, la strafottenza di Lee, l'estasi di Thurston nei suoi occhi chiusi rivolti al cielo. Ma che altro volete?