Week 20/13
- I heard you looking - Yo la tengo (Painful, 1993) Cos'hanno in comune My Bloody Valentine, Uzeda, Sonic Youth e Yo la tengo? Tre cose: la prima, è che fanno sgrusciu. La seconda, è che in formazione hanno almeno una donna. La terza, è che hanno una classe immensa. La conclusione? Beh, è ovvia: per fare sgrusciu con classe ci voglione le donne. E se non credete alle mie scialbe parole da paraculo, date almeno fiducia alle vostre orecchie. Ascoltate questa cavalcata elettrica, magnifica si per la chitarra nervosa di Ira Kaplan ma mantenuta in perfetta grazia pop dalla batteria sontuosa di Georgia Hubley. Ascoltatela, e poi fatemi sapere.
- Science Friction - XTC (White music, 1978) Avevo una cassetta, e questa cassetta era registrata dalla radio. Ovviamente, manco a dirlo, dalle preziose bobine di Radio Delfino, bon'anima. Questa cassetta da quarantasei minuti era piena di canzoni e, manco a dirlo neanche questa volta, nessun titolo. Fra le canzoni c'era anche questa ubriaca sciocchezzuola di poco più di tre minuti piena di balbettii, cori sixties e, soprattutto, quella sbilenca tastiera pre-post punk sostenuta da uno stupidissimo battimani troppo, troppo naif! Mi ci sono voluti quasi vent'anni prima di scoprire di cosa si trattasse. Poi è arrivata quella benedizione di SoundHound e finalmente ho potuto pagare il mio obolo agli XTC: 8 euro per una ristampa in cd (che non ho mai ascoltato) e un titolo da poter finalmente scrivere sul dorso di quella meravigliosa cassetta da quarantasei minuti!
- Didn't we deserve a look at you the way you really are - Shellac (Terraform - 1998) Questa dovete ascoltarla tutta per capire fino in fondo che porcheria siano gli Shellac. Alla fine, l'unica cosa che vi rimarrà, sarà il desiderio di uccidere Steve Albini e il suo fottuto trio di musicisti minimalisti. Dodici minuti e passa di niente, di noia totale, dodici minuti aspettando che succeda qualcosa e poi, quando ogni tanto succede, era meglio che non succedesse proprio nulla! Secondo me erano tutti ubriachi e, fra una vomitata e l'altra, ogni tanto si ricordavano di suonare qualcosa su quell'obbrobbrioso giro di basso che Weston si ostinava a prolungare all'infinito, probabilmente pensando che... Dio, chissà cosa pensava! Ora, con una canzone così brutta, con un titolo già così irritante, chissà com'è il resto dell'album, considerando che ovviamente i tre geni l'hanno piazzata proprio come prima traccia. Beh, io non lo so, perchè non sono mai riuscito a procedere nell'ascolto, visto che, dopo questi interminabili dodici minuti, sono sempre dovuto correre in bagno a vomitare...
Pur rispettando l'avventatezza tranciante del giudizio sul brano contenuto in Terraform, non posso fare a meno di considerarlo piuttosto grossolano, se non altro dal punto tecnico-musicale. Odiare Steve Albini può anche starci... ma far passare il "minimalismo" shellac per improvvisazione è, quello sì, un giudizio che mi pare improvvisato. Prova a eseguire questo brano che spacca il secondo "tutti ubriachi"... vedrai cosa combini! Non a caso nei Doors l'unico fatto era Jim Morrison... gli altri erano occupati a suonare per dodici minuti o più senza sbagliare nulla...
RispondiEliminaCaro mio, che dire? Io sono come i poliziotti nei film in cui si fanno ammazzare il giorno prima di andare in pensione: quando mi convinco di una cosa, cerco le prove a sostegno della mia tesi, a costo di inventarmele! I miei giudizi sono grossolani perchè grossolani sono i miei gusti. Non ho mai preso in mano uno strumento musicale (se escludiamo il clacson della mia Panda), per questo da ascoltatore apprezzo più il cuore e l'imprecisione piuttosto che il cervello e la tecnica. Ma, appunto, io sono come i poliziotti, e devo far passare le mie ignoranze per raffinate nozioni, a costo di inventare di sana pianta le prove a mio sostegno!
RispondiEliminaGrazie per aver letto e commentato!