Week 28/2019
- On the motorway - Metronomy (Nights out, 2008) Quando ho ascoltato quest'album per la prima volta ho avuto difficoltà ad accettare che fossero davvero i miei Metronomy, o meglio, i Metronomy prima dei miei Metronomy. Basta ascoltare sto pezzo per esempio. È zaurdo. Devo dunque accettare questo, che i Metronomy prima dei miei Metronomy erano i Metronomy Zaurdi. Amen.
- The end of innocence - Virginiana Miller (The unreal Mccoy, 2019) Oggi pomeriggio è successo questo. Giulietta mi si è avvicinata mentre cercavo disperatamente di dare un senso a quest'album, e mentre passa questa canzone, ficcando gli occhi dentro i miei, mi fa: "Papà, com'era la tua maestra?" E allora, senza esitare, io, comincio: "Beh, a me sembrava vecchietta, anche se non poteva avere più di 50 anni il primo giorno della prima elementare. Era un po' severa, dava tanti schiaffi a Francesco R. e gridava spesso con Daniele C. e Giorgio N. Ma a me mi ha dato solo uno schiaffo, in terza elementare, un mercoledì invernale. Ma era anche gentile. Ogni tanto non ci dava i compiti per casa e veniva alle feste di compleanno di Chiara A. Per Natale e la fine dell'anno scolastico preparava sempre una recita insieme a noi, spesso in siciliano. E la scriveva lei. Scriveva anche delle belle poesie e si firmava La Ginestra, come il fiore giallo che cresce sulla pietra nera dell'Etna. Amava il mare, perché ne parlava sempre, ma era di Randazzo, un piccolo paese proprio sopra il vulcano. Oggi dovrebbe avere circa 85 anni, se è ancora in vita. Quando ho scritto e pubblicato il mio primo libro, tramite suo figlio Guido che lavorava con me e con cui c'è tutta un'altra storia che prima o poi ti racconterò, gliene ho fatto avere una copia autografata. La dedica diceva: << alla maestra Rosanna, perché qualcuno doveva pur insegnarmi a leggere e scrivere >>. E poi, dopo qualche giorno, lei mi ha telefonato a casa e mi ha ringraziato. E io ho ringraziato lei". A quel punto restiamo un po' in silenzio, io non guardo più Giulietta, sono altrove. Dopo un po', lei mi fa: "Papà, ma perché stai piangendo?".
- Good time Charlie - Priest (The seduction of Kansas, 2019) C'è qualcosa che mi piace assai in questa canzone, nonostante mi rimandi a gruppetti come Sleater-kinney, L7 e Decibelles. Banalmente, è il senso di urgenza della musica, il cantato spigoloso, il testo incomprensibile. Ma anche il calarsi completamente nel contesto dell'album e la batteria cattiva. In heavy rotation da mesi, chissà quanto mi stupiranno ancora. Sperando che la prossima volta che ne parlerò mi diano qualcosa di più intelligente da dire...
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