Week 26/2018
- Who is it - Björk (Medulla, 2004) Forse questa è la canzone più tradizionale di Medulla, ed è per questo che, alla fine, quasi quasi posso dire che mi piace. Per il resto, anche se non sono d'accordo, è emblematico il lapidario commento scappato di bocca a Patrick durante la pausa pranzo: Björk? Yoko Ono fatta col Mac...
- Control - Suuns (Felt, 2018) C'è qualcosa, in Felt, che ancora, dopo due mesi di ossessivo ascolto, mi spiazza completamente. Nonostante sia abituato a destrutturatori come Sonic Youth, Beatles (si, ho detto Beatles) e Uzeda la completa mancanza di riferimenti dentro le canzoni di quest'album è oscena. Affermazione questa assurda, considerando che Felt sia il meno originale degli album dei Suuns. Eppure, ascoltate questa Control: l'inizio sembra una favola dark e la fine una discesa agli inferi. In mezzo pura psichedelica da bianconiglio centrifugata a esperienza bristoliana. Innesti megafonati, scale aviarie, ticchettii calustrofobici. Su tutto, poi, quel ritmo perfetto di batteria e, che so?, xilofono forse? Bip di segreteria, soffi in cornetta, sospensione temporale. Addio. Sconvolto dopo ogni ascolto.
- Eyes like pearls - Coral (Move through the dawn, 2018) C'è qualcosa di tenero in questo nuovo singolo dei Coral, qualcosa di tenero e malinconico che mi fa sorridere di un sorriso un po' amaro, come del resto amara è la malinconia, per non parlare della tenerezza. Aspetto senza troppa ansia il loro nuovo album previsto a settimane, ma la novità è che questa volta ho deciso di volare a Londra a ottobre per vederli in concerto. Sarà il mio regalo di compleanno. Un regalo un po' tenero, un po' malinconico e molto, molto, molto amaro.
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