- Amo XO - No Vacation (2015) E' la prima volta che pubblico il link di un intero EP e non di una singola canzone, in barba al titolo di questa rubrica, ma la coerenza non è il mio forte e in ogni caso, essendo mia questa rubrica, faccio un po' quello che cazzo mi pare. Dunque, dicevo, è la prima volta che pubblico il link di un intero EP e non di una singola canzone e quindi, come tutte le prime volte, sono un po' eccitato quanto cazzoconfuso... intanto, perché ho preso questa decisione? Perché conosco canzoni che da sole durano più di questo intero EP. Poi, perché trasgredire proprio con i No Vacation? Perché questo Amo XO è bellissimo. Infine, lo rifarò? Si, credo che lo rifarò. Abbiate pazienza dunque, come vi dicevo è una prima volta anche per me. Abbiate pazienza, ascoltate questo EP di tredici minuti appena capace di dare una svolta, da solo o in compagnia di un cocktail, di una sigaretta o di quello che volete, a una domenica un po' surreale e datemi fiducia. I singoli si, ma anche gli EP!
- Tubature - Giorgio Poi (Fa niente, 2017) Certo che per non essere di mio estremo gradimento, st'album sempre in mezzo ai piedi ce l'ho... secondo me potrebbe essere per i gabbiani, per le tubature o per i tombini, ma il fatto è che ogni volta che cerco di eliminarlo dalla playlist, non ci riesco proprio. Ancora non è venuto il suo tempo, evidentemente. Avrà ancora qualcosa da dirmi, il buon Giorgio Poi. Oppure da dire a qualcosa nascosto fra il mio cervello e il mio cuore, vallo a sapere... resta il fatto che non riesca a toglierlo della playlist ne a disprezzarlo come vorrei. Insisti Giorgio Poi, insisti, insisti!
- Effetti speciali - Virginiana Miller (Venga il regno, 2013) Un altro album che non riesco proprio a mettere da parte è questo Venga il regno dei Virginiana Miller. Qui però la questione è ben più semplice, diretta e onesta rispetto al problema Giorgio Poi: quest'album è semplicemente stupendo. Un album ovunque rock ma con delle zampate pop che uno scialbo romantico come me non può ignorare, non può far finta che non gli violentino il cervello tipo martello pneumatico: "ma ti ringrazio di tutto, per i giorni normali, per gli effetti speciali...". Eh si, basta poco per sconvolgermi il cervello, eppure Giorgio Poi non è proprio in grado di farlo...
- Nosferatu man - Slint (Spiderland, 1991) Ah, gli Slint! Uno di quei gruppi senza il quale la mia vita sarebbe stata la stessa, forse migliore! Uno di quei gruppi di cui non riesco a percepirne la grandezza, nonostante piacciano tanto a Peppe Scuderi e altri milioni di tizi come lui sparsi per ogni angolo del globo. Uno di quei gruppi che ascolto solo per poter dire Ah, gli Slint! Uno di quei gruppi senza il quale la mia vita sarebbe stata la stessa, forse migliore! Uno di quei gruppi di cui non riesco a percepirne la grandezza, nonostante piacciano tanto a Peppe Scuderi e altri milioni di tizi come lui sparsi per ogni angolo del globo. Uno di quei gruppi che ascolto solo per poter dire Ah, gli Slint!...
- Compte pas sur moi - Prohom (Peu import, 2004) Riflettevo mentre ero alla guida di Pandabell - mi trovavo alla curva dopo il ponte di Bayeux, tutto verde attorno a me, quasi ameno - che questo ritmo un po' anomalo nel rock - ma in cui amano cimentarsi di tanto in tanto gruppi di diversa estrazione - un tempo doveva non esserci, doveva non esistere, insomma, riflettevo che qualcuno a un certo punto deve averlo inventato di sana pianta, considerando che nelle prime produzioni rock non se ne sente traccia... la cosa che mi ha sconvolto di più mentre stringevo fra le mani il volante di Pandabell - mi trovavo poco dopo Villa Verde e sentivo ancora l'eco dei pappagalli e il profumo di pane provenire dal Moulin de Païou - che non solo mi ero posto una domanda di un'intelligenza a dir poco sublime - che quasi anche mio cugino se ne sarebbe rallegrato - ma che per giunta ne avevo la risposta! I Wire, i Wire hanno inventato questo ritmo, e gli diedero persino un nome: Dugga. Poi in molti lo perfezionarono e riutilizzarono, per esempio Prohom in alcune tracce di Peu Importe fra cui questa bella Compte passi sur moi, ma furono i Wire a metterlo a punto poco più di trent'anni fa. Mentre continuavo a girare a destra e sinistra le manopole di Pandabell - mi trovavo dopo la rotonda infame di Chateneuf le rouge, due anni per metterla a posto - ho pensato che davvero potrei scrivere un libro sulla storia del rock. Oppure che potrei tenere un blog che non legge nessuno...
- Doppio nodo - Giorgio Poi (Fa niente, 2017) Ammetto, uso quello che gli addetti ai lavori reputano il miglior album italiano del 2017 come colonna sonora per la cena, per il pranzo della domenica, per i disegni di Giulietta... ma neanche così funziona più di tanto. La verità, la mia verità da non addetto ai lavori, è che Fa niente è un album ben scritto e ben suonato ma che non sa di niente. Che se avessi sedici anni e un falò da rovinare, ecco dove lo metterei... che se volessi far commuovere mia nonna morta, ecco a chi lo suonerei... che se volessi dare una mediocre immagine del rock italiano, ecco chi nominerei... che se si potesse chiudere il rock in una scatola, ecco come ce lo ficcherei... a doppio nodo!
- Watch you, watch me - Suuns (Felt, 2018) Svegliarmi la domenica mattina con il culo di Francesca che si struscia delicatamente contro di me, il gol di Marco Van Basten nella finale dell'Europeo '88 e quello di Grosso al 115esimo nella semifinale mondiale del 2006 contro la Germania, le poesie in francese di Verlaine o un qualsiasi racconto di De Maupassant, ma soprattutto Deux amis, Celine, le sigarette con Andrea, sbucare all'aperto della stazione metro di Brixton, London, l'Alfama di Lisbona, cambiare casa, mangiare un arancino anche se ne ho appena finito uno, essere baciato all'improvviso dall'ispirazione, gli abbracci spontanei di Giulietta, gli occhi verdi di Giulietta, la prima volta che ho letto Sostiene Pereria senza avere idea di quanto ero stato fortunato, le camicie nere appena stirate, il mio skatebord, la prima volta che ho guidato la mia special bianca, la prima volta che ho guidato il mio vespone, la prima volta che ho guidato pandabell, l'idea che un giorno avrò una BMW rossa con cappotte nera come quella che aveva Pasetto, l'aria di Marseille la domenica al Panier o davanti al mare che si spalanca verso la Sicilia, gli sguardi con Nask, la telepatia con Rossella, nuotare e non sentire niente, le donne di Zandomeneghi, il caffè che scioglie il gelato alla vaniglia, guardarmi allo specchio e trovarmi decente, ogni nuova release dei Suuns, ogni nuova magnifica release dei Suuns, ogni nuova nota concepita, suonata e registrata dai Suuns.
- Le foto non me le fai mai - Giorgio Poi (Fa niente, 2017) Il punto non è se mi piaccia o meno questa canzone e l'album che la contiene (e per la cronaca mi piacciono, sia la canzone che l'album), il punto è che secondo autorevoli addetti ai lavori, Fa niente di Giorgio Poi non è solo il miglior esordio del 2017, è proprio il miglior album dell'anno... beh, vi dispiace se io continuo ad aspettare con impazienza ogni singola nuova nota concepita, suonata e registrata dai Suuns?
- Les gens font des gamins - Prohom (Peu import, 2004) A volte il rock di qua risulta essere di una noia mortale, ma credo che sia solo la non abitudine a sentire cantare in francese un genere che per me, per storia e pigrizia, è fondamentalmente cantato in inglese, in italiano o siciliano. Pero`a dare una seconda possibilità a questo Peu import dei Prohom ho fatto bene... proprio in chiusura, proprio, negli ultimi scorci di un album che risulterebbe un po' noioso in qualsiasi lingua fosse cantato, c'è qualcosa che ha un suo perché... non siamo certo al livello dei Suuns, è chiaro, però ha il suo perché, si si...
- Dal blu - Virginiana Miller (Venga il regno, 2013) Farò sfacciatamente finta di niente, farò finta che non manco da questa pagine da parecchie settimane e farò finta che non me ne freghi niente. Però non farò finta che gli ascolti recenti non siano stati entusiasmanti... a partire da questo recupero di wave italiana, Venga il regno dei Virginiana Miller ormai vecchio di quattro anni e mezzo, che ho ascoltato lungamente e con piacere per tutte le vacanze natalizie... a Giulietta piace, a Francesca piace, a me piace. Quindi, tutti contenti. Almeno per questa volta l'anno nuovo è iniziato bene e tutti accordo!
- Drifting - It's for us (Come with me, 2017) Nel momento in cui mi sono arreso a Spotify e alla valanga in piena che esso è, ho cominciato a goderne. Incrociandolo poi con l'uso spregiudicato che faccio di YouTube e di Bandcamp, sommandolo alle letture educative di New Noise e il Mucchio e ripulendolo poi dalle chiacchiere illuminanti con il mio ex-capo e il buon Marco Vitale, ecco che ne esci fuori una delle cose migliori che mi siano mai successe, per quanto di tanto in tanto mi metta ancora in crisi e mi dia voglia di sbattermi la testa contro il muro proprio a causa della valanga sopracitata di album che mette a disposizione. In ogni caso! Quando fra dieci anni ripenserò a questi imbarazzanti momenti, spero mi ricorderò che il battesimo sia stato con questo meraviglioso album degli svedesi It's for us, scoperti su New Noise, sbirciati su YouTube e goduti, appieno e gratuitamente ma non per questo illegalmente, su Spotify. Amen, è il mondo nuovo.
- Heathen child - Grinderman (Grinderman 2, 2010) Però il primo amore del 2018 - come Dark Horses lo è stato del 2017 e Girl Band del 2016 - è indubbiamente Grinderman, rumoristica riduzione e sfogo di 4/5 dei Bad Seeds ormai, se ho ben capito, messa comunque in stop. Beh, io non lo so se Nick Cave sia davvero dio o no, come lui pretende e come molti sostengono... per me dio potrebbe essere più Robert Plant, Kevin Shields o quel quartetto english chiamato Beatles... però, come già ho ammesso tempo fa, il ragazzo Nick Cave è praticamente l'unico uomo al mondo che mi ha mandato in apnea nel momento in cui me lo sono trovato davanti ed è anche l'unico uomo al mondo al cui posto io vorrei davvero essere. Cosa significa questo per voi?