- Wake up - Dark Horses (Hail lucid state, 2014) Canzone orribile che rischia di rovinare un album bellissimo.
- Sports - Fufanu (Sports, 2016) Prima traccia del secondo album dei Fufanu. Ho storto un pò il naso, forse li preferivo prima, ma non posso dire che non mi piacciano in questa nuova veste.
- Animals - Algiers (The underside of power, 2017) Si sono scavati la fossa da soli, gli Algiers, mettendo in formazione Matt Tong dei Bloc Party. Fos-sa da so-li.
- Don't let me down - Beatles (Get back 7", 1969) Vivere lontano da casa significa anche trovarsi in una bella piazza, un bel giovedì sera d'estate, e stare li con le mie due donne mentre un gruppetto un po' scalcagnato suona un'azzardata cover di Don't let me down dei miei Beatles. Nel frattempo, proprio davanti a me, una coppia anch'essa lontana da casa, anche se forse solo per turismo, mette su un vero e proprio show parallelo. Prima confabulano fra loro, poi lei da a lui il suo telefono, poi lui lo prende mettendosi in tipica posizione da fotografo, braccia alzate e ginocchia flesse. Poi lei si mette davanti a lui, dandogli la schiena e dunque rivolta verso la scena, e poi ancora lei che si muove, che si tira i capelli, che li lascia andare, che alza un po' la gamba, che poi l'abbassa e piega la testa da un lato, poi dall'altro, e lui nel frattempo che scatta foto, un'appresso all'altra, sempre seguendo le direttive di lei. Poi lei che si riprende il telefono, che si rivede tutte le foto, che ne seleziona qualcuna e le fa rivedere a lui, che sceglie le finaliste, e poi lei che sceglie la vincitrice e comincia a postarla ovunque, su Instagram, Facebook, WhatsApp probabilmente intitolandola qualcosa come semplici scene d'estate, e troppo impegnati entrambi, lei e lui, a giocare con il loro ego per accorgersi che io li stia spiando fino a infilare la testa sopra le loro e vedere ciò che fanno. O forse proprio perché giocano con il loro ego mi considerano solo il primo like del loro post, anche se non sono un follower, un amico o un semplice contatto. Vivere lontano da casa, significa anche questo. E quando dico casa, intendo dire un qualsiasi giorno di un qualsiasi mese del lontano 1987.
- Victorian acid - Ulrika Spacek (Modern english decoration, 2017) Questi londinesi che mi sono appena perso suonare all'Ypsig fanno esattamente ciò' che amo nel rock: muri sonori, tappeti psichedelici, litanie rumoristiche. E per questo li snobbo: non riescono ad eccitarmi neanche le dita dei piedi.
- Shortterms - Conger! Conger! (This is a white album, 2017) Anche questi non riescono ad eccitarmi neanche i peli della schiena, nonostante facciano ciò' che amo nel rock: curve spigolose, linee di basso post tutto, suoni sudati. Pero' non li riesco a snobbare per due motivi. Primo, sono di Marsiglia. Secondo, sulla loro pagina Bandcamp danno in regalo l'mp3 della loro cover di Upside down dei Jesus and Mary chain. E se vi pare poco, cazzi vostri.
- Amber girl - Nick Cave & The Bad Seeds (Skeleton Tree, 2016) C'è stato qualcosa di deprimente in questa settimana passata al mare a La Faviere, commune de Bormes Les Mimosas, Côte d'azur, France. Potrebbe trattarsi dei segni neri dei non so quanti mila ettari di boschi bruciati tutto intorno a noi nelle settimane precedenti al nostro arrivo, ma non è. Potrebbe trattarsi dei quattro bagnanti per metro quadro fra cui abbiamo sguazzato sette giorni su sette dalle otto alle 22, ma non è. Potrebbe infine trattarsi del caldo torrido che si burlava di noi alternandosi a feroci raffiche di gelido mistrale ma, anche in questo caso, non è. In effetti, se c'è stato qualcosa di deprimente in questa settimana passata al mare a La Faviere, commune de Bormes Les Mimosas, Côte d'azur, France è stata la colonna sonora. Mi rendo conto di quanto sia stato azzardato scegliere l'ultimo bad Seeds per sottolinearci le giornate al mare, ma davvero, davvero, ero troppo curioso di vedere come stava in costume il buon vecchio e deprimente Nick Cave.
- How soon is now? - Johnny Marr (Live KCRW's apogee, 2013) Devo ammettere che proprio oggi, mentre rifacevamo i bagagli in anticipo di un giorno per tornare a casa, mi sono preso una pausa da Nick Cave, che non mi piaceva come figurava in costume da bagno, e su consiglio dell'amicone Danzog ho dato un'occhiata a questo pericoloso video in cui Johnny Marr, sfidando la storia, si misura con la sua How soon is now?, normalmente più facile da associare a Morrisey piuttosto che a lui (che poi questa è tutta la triste storia degli Smiths...). Che dire? Non solo Marr si riappropria da dio di ciò che gli appartiene di diritto, per averne concepito, scritto e suonato i nove decimi del totale, ma in più riesce a non far sentire, neanche per un secondo, la mancanza alla voce del sopracitato ex-solidale Morrisey. Dio quanto darei per vedere i titoli dei giornali il giorno in cui, fra mille anni certo, Johnny Marr tirerà le sue perdenti cuoia!
- Bones - Lea Porcelain (Hymns to the night, 2017) Non che le vacanze siano finite, che ancora sono più quelle da fare che quelle già fatte, ma con il TINALS di Nimes quest'anno saltato in quanto in sottotono, il Pointu e lo Zik Zac archiviati, Zanne troppo antipatico e l'Ypsigrock in corso nonostante la mia assenza, si può dire che per quanto riguarda la musica possiamo cominciare a preparare la fine dell'estate e l'inizio della nuova stagione. Non ho la minima idea di dove andremo quest'anno, neo qualcosa, revival qualcos'altro, post quell'altro, ma io sono pronto a combattere questa nuova battaglia! E sapete che vi dico, in questa prima calda notte aixoise di ritorno da sette giorni di mare a La Faviere, commune de Bormes Les Mimosas, Côte d'azur, France? Vi dico che io comincio proprio da qui: Lea Porcelain, Bones, Hymns to the night. Buon ascolto!