- Reel - Fazerdaze (Fazerdaze, 2014) Mi sono innamorato di lei al primo sguardo e al primo ascolto e, dopo essermi procurato un contatto, le ho scritto qualche messaggio: Adoro la tua musica, Dove posso trovare il tuo album?, Quando vieni a suonare in Europa?. Le sue risposte sono state gentili, accompagnate persino da qualche emoticon a forma di fiore e di cuore: Grazie mille, Il cinque maggio esce in Europa, a giorni parto per un tour in Inghilterra. Quindi, come si suol dire, fino a qui tutto bene. Poi pero' ho voluto strafare, non vi dico come, e Amelia non mi ha riposto più. Allora mi sono scusato, e Amelia mi ha risposto di nuovo, ma senza emoticon a forma di fiore e di cuore. Poi ho fatto passare qualche giorno, e ho fatto finta di niente, e allora sono ricomparsi fiori e cuori. Ora, lo so, eccome se lo so, che la vita di un artista non dev'essere per niente facile, sopratutto all'inizio, ma credetemi, non è che quella del fan innamorato sia poi molto più facile!
- Sick bug - Rolling Blackout Coastal Fever (The french press, 2017) Anche con loro, qualche mese fa, fu amore a primo ascolto ma, adesso che finalmente li vedo in faccia, grazie a questo nuovo video che accompagna la traccia che chiude il primo lato del loro splendido EP The french press, non posso certo dire che sia anche amore a prima vista. Non perché siano tutti maschietti o perché il cantante sia pilu russu, ne tantomeno perché il bassista assomiglia a Peppe Mantella, giuro. E' che secondo me di essere bravi sono bravi, anzi bravissimi, ma gli manca proprio il physique du rôle. No? E va beh, allora dev'essere proprio perché sono tutti maschietti, perché il cantante è pilu russu e perché il bassista assomiglia a Peppe Mantella...
- Sugar for the pill - Slowdive (Sugar for the pill, 2017) La novità legata a questa canzone non è che anticipa un album in uscita fra pochi giorni, il 5 maggio 2017, a più di vent'anni dal loro ultimo lavoro Pygmalion. La novità è che questi cinque dei suoneranno, in ottima compagnia aggiungo, il 9 luglio a l'île de Gaou, a poche decine di chilometri da chez moi. GRATUITAMENTE. E, in questo caso, non aggiungo altro.
- Out getting ribs - King Krule (Six feet beneath the moon, 2013) So di averlo sponsorizzato e coccolato ma devo ammettere adesso che in Six feet beneath the Moon, suo album d'esordio del 2013, quello che conteneva per intenderci la folgorante Easy Easy, ci sono delle canzoni in cui è più che evidente il limite canoro del ragazzetto londinese. Poi, più che limite canoro, in certi casi, come questo, è puro fastidio estetico.
- Ankh - Temples (Colours to life, 2013) Che coincidenza che questa Ankh dei - anche loro inglesi - Temples usciva come b-side di Colours to life proprio nello stesso periodo del primo album di King Krule. Io ci sono finito per caso solo oggi, non ricordo bene seguendo quale catena, e devo dire che, per quanto non sia per niente male questo pezzo, persino godibile a un primo ascolto, al secondo mi abbia fatto sbadigliare e al terzo addormentare. Dico, io questi Temples non li preferirei neanche a TOY e Kula Shaker, eppure sembrerebbe ci sia in giro gente che li paragoni addirittura ai famigerati Pink Floyd di Syd Barrett... ah, sti giovini. Ma possibile che davvero non capiscano proprio un cazzo?
- Lucky girl - Fazerdaze (Morningside, 2017) Non mi azzardo a fare neanche il minimo paragone, ne tantomeno a parlare di originalità, di validità di scrittura o di spessore artistico. Mi limito a sottolineare la freschezza e la leggerezza di questa canzone, del suo video e dei musicisti che la suonano... dico, non sono australiani, questi Fazerdaze, ma neozelandesi, e tutto sommato quindi siamo sempre li. Non è che per caso siamo davvero in procinto di levarci dalle palle le pose londinesi per entrare in una nuova e fresca era nell'angolo opposto del mondo e del pop?
- Waterloo Sunset - Ty Segall (Something else - A tribute to the Kinks, 2017) Andrea diceva che se non fosse esistito "Mai dire Grande Fratello", non avrebbe avuto senso guardare "il Grande Fratello". Mio cugino dice che se non ci fossero i commenti su YouTube, non avrebbe senso navigare su YouTube. Hanno entrambi ragione. Mi sono imbattuto in questo pezzo per puro caso, mentre cercavo le tre canzoni con cui annoiarvi saccentemente oggi, ma vi giuro che, perso nella lettura dei fantastici commenti da professorini diplomati in musica pop, ho dovuto ascoltarla una decina di volte prima di capirci qualcosa. Che ne penso? Che importanza ha, ciò che penso io, rispetto a quello che ne pensano favolosamente tutti gli altri...??
- Never - Jennylee (Right on!) Dovevate vedere la faccia sconsolata che ho fatto quando ho scoperto che alla cdteca del Comité d'entreprise mi avevano procurato solo questo fra tutti i cd richiesti negli ultimi mesi (che non sto qui a elencarvi anche perché non me li ricordo): labbra all'ingiù, occhi lucidi, mento sfuggente verso l'orizzonte. Ci sono rimasto cosi male che mi sono anche chiesto perché lo avessi ordinato. Quando ho visto poi il video dell'unica vera canzone bella dell'album, questa neworderina Never, e ho scoperto che Jennylee sfoggia con piacere i suoi neri peli ascellari, beh, ho capito che l'errore era ancora più madornale di quello che pensavo. Non è colpa di Jennylee, ne del Comité d'entreprise. E' proprio che io, i peli sotto le ascelle, non li sopporto proprio.